mercoledì 22 aprile 2015

Un amore così breve



Milano, dicembre 1982
    Che freddo quel sabato pomeriggio a pochi giorni dal Natale, una città quasi vuota e grigia, dalle nuvole scure e basse e con quel vento sferzante che faceva volare via foglie secche e pezzettini di carta dall'asfalto. Le poche auto sfrecciavano veloci tra le vie come cercassero riparo dalla nevicata imminente.
    Maura guardava dallo specchietto retrovisore, la sua piazza, il suo palazzo che si allontanavano sempre di più, sentiva una lacrima scendere dal volto ma non voleva cedere al pianto, non voleva fermarsi in qualche parcheggio per dar sfogo a ciò che sentiva dentro.
     Maura non si fermava mai neanche davanti al nulla, i suoi occhi grigi si abbassarono verso le valigie poste nei sedili posteriori mentre attendeva il verde del semaforo in piazzale Corvetto, non credeva di aver perso un'altra battaglia.
     Tra un'ora sarebbe tornata a casa dai suoi dove qualcuno le avrebbe detto sicuramente "Ecco cosa succede a fare le cose in fretta e senza senso..." ne era sicura, eppure quanto hanno avuto ragione solo sei mesi prima quando decise di sposarsi in rito civile dopo tre mesi di fidanzamento con quel tedesco dall'aria gelida, dai capelli biondi e lo sguardo tagliente.
    Sua madre e suo padre cercavano di farla ragionare, lei così giovane e bella abituata a vincere le sue battaglie non ne voleva sapere di quegli avvertimenti: "Sei pazza, vi conoscete da poco.", "Hai solo ventun'anni e lui trenta, vi dividono due mondi diversi per cultura e ceto sociale.", "Sono sicura che ti farà soffrire..." questa era stata la frase lapidaria di sua sorella minore che la guardò un po' triste.
    Lei e Franca erano molto unite e sembrava, a volte, di leggersi a vicenda nel pensiero, e quella volta davvero Maura dubitò ma poi fece di testa sua.
    Già il rito civile era una cosa che i suoi non comprendevano, poi la freddezza dei consuoceri che si ritrovarono a fare i conti con persone di una cittadina lombarda qualunque appartenenti ad una media borghesia mentre loro grandi industriali svizzero-tedeschi, osservavano da un piedistallo quella famiglia così normale seppur benestante.
    Eppure Roland e Maura erano felici e poco importava del parere degli altri anche se a volte lei, notava qualcosa di strano e malinconico negli occhi chiarissimi di lui, come fosse una specie di tristezza, di qualcosa che era stato perso, forse un rimpianto.
    Per i primi tre mesi tutto filò liscio fino al giorno in cui arrivò ospite a casa loro  Helga, la sorella di Roland e quasi in concomitanza telefonate alle quali, quando rispondeva Maura, dall'altra parte c'era solo un silenzio e poi un click. Le sembrava strano ma cercò di non dare importanza alla cosa.
    Ben presto, nei giorni seguenti si accorse che Helga era morbosamente attaccata al fratello, si comportava in modo che tutto ciò che faceva lei era il meglio per lui e a Maura venne il sospetto che la sorella fosse "innamorata" del suo uomo oppure gelosa come può essere un fratello o sorella per la felicità dell'altro. 
   Le dava fastidio quella donna appiccicosa, ambigua, quella donna che aveva usato la chirurgia plastica per sembrare più bella, fuori ovviamente, pensava Maura, mentre dentro nascondeva del marcio, una donna strana che si professava innamorata da anni  di Franco, un ragazzo gay amico di famiglia...
    Maura si chiedeva come potesse essere innamorata ancora quando l'altro aveva il suo compagno e si conoscevano già da moltissimi anni, qualcosa non tornava. Poi il giorno prima di tornarsene finalmente in Svizzera, a Berna dove abitava, Helga con sottile veleno, informò che Roland tempo fa era legato ad una indossatrice famosa e che ora lei si trovava a Milano per lavoro... "Sai..." le disse con un sorriso strano e gli occhi gelidi "Non vorrei che lei lo cercasse ancora, ora che ci sei tu. Era stato lui a lasciarla per il suo lavoro e anche per il flirt che aveva avuto con quell'attore francese..."
    "Bastarda!" aveva pensato Maura mentre questa usciva dalla loro casa, dalla loro vita sperando per sempre, da quel momento in lei incominciavano a sorgere dei dubbi, poi i dubbi parevano essere ormai certezza: Roland era sempre più tetro, silenzioso, le telefonate anonime continuavano ogni giorno... Ormai ne era sicura, qualcosa non andava. Cercò di parlarne ma Roland negava e parlava di stress da super lavoro nella sua azienda eppure sentiva nel suo cuore che qualcosa tra loro si stava spezzando.
    Un freddo pomeriggio di dicembre, mentre era al lavoro in una famosa casa di moda milanese, dal centralino le passarono una telefonata nel suo ufficio. Una voce maschile contraffatta le stava dicendo di tornare a casa perché avrebbe avuto una bella sorpresa.
    Stava per replicare ma subito la chiamata venne interrotta... In quel momento si sentiva tremare, non voleva crederci, non sapeva di avere attorno tutto quell'odio e si che ripensandoci, qualche avvisaglia l'aveva avuta nel tempo anche dalle amicizie del suo uomo. 
   Spesso la facevano sentire stupida, le scoccavano frecciatine strane e non ne capiva il perché ed intanto le discussioni con lui si fecero più accese perché Roland non interveniva se non sdrammatizzando la cosa... Ed intanto a letto, quel calore a cui era abituata sembrava svanire sempre di più.
    Dopo quella telefonata, la tentazione di tornare a casa era fortissima, ma cercava di farsi forza e non cedere alle calunnie ma nella pausa pranzo, cedette all'impulso. Chiamò Luisa la sua più cara amica che lavorava in un ufficio vicino e la convinse ad accompagnarla a casa per una questione importante. L'altra sentendo la voce preoccupata di Maura si rese disponibile, avevano due ore di tempo, il necessario per andare e tornare e se non ci fosse stato nulla, una breve pausa per un caffè non gliela toglievano nessuno.
    Nel tragitto Maura raccontava a Luisa tutto quello che accadde in quegli ultimi tre mesi, i più critici, l'altra sembrava non stupirsi dalle sue parole, sembrava che già fosse a conoscenza di cose che lei non sapeva o immaginava ed intanto che si avvicinavano di più alla sua casa, Maura osservava il volto serio dall'espressione strana dell'amica, sentiva le lacrime salirle agli occhi ma cercò di controllarsi.
    Arrivate in piazzale Lodi, parcheggiarono vicino ad un negozio, quando videro dall'altra parte della strada uscire dal portone del palazzo Roland e la bellissima indossatrice, la sua ex fidanzata e convivente prima di lei. Prima di salire in auto, lui la baciò sulla bocca.
   Luisa le strinse il braccio mentre guardava il volto sgomento dell'amica, chissà quante volte si erano incontrati lì a casa loro, nel loro letto... Quelle telefonate, sicuramente erano le sue. 
"Ora che farò?" disse Maura fissando negli occhi l'amica che le stringeva la mano.
    L'auto di Maura percorreva veloce l'autostrada del Sole, i primi fiocchi di neve scendevano da quelle nuvole scure e la voglia di sterzare verso il guardrail era forte, ma per far cosa? Morire per un'insensibile? Farla finita per una persona che non meritava tutto il suo amore? Uccidersi per un'estraneo che si era divertito a sposarla per dimenticare l'altra?
    Strinse le labbra soffocando nuovamente il pianto, non voleva neanche ricordare i due giorni precedenti dove tra litigi, urla, insulti avevano posto fine a quell'assurdo matrimonio dove tutti erano contro di loro... 
   Allora con una nuova rabbia spinse l'acceleratore, voleva arrivare il più presto possibile dai suoi, dove avrebbe ricevuto affetto ed amore incondizionato e dove col tempo avrebbe ripreso in mano le redini della sua vita. L'auto si confuse tra le altre sparendo nel traffico di quel fine settimana prima delle feste natalizie, il destino le avrebbe regalato qualcosa di nuovo.

mercoledì 15 aprile 2015

Il fiore del primo tempo




   Il cielo fuori era pieno di stelle, il profumo dell'estate penetrava in quella camera illuminata dal blu della notte, tutto sembrava un ritratto turchese dai toni chiari e scuri e quel letto immacolato appoggiato al muro, sembrava  un invito.
    A Paula le ricordava quand'era bambina, si rivide in quell'istante distesa con vestitino a fiorellini, leggero e senza maniche, i suoi boccoli biondi cadere sulle lenzuola che sapevano di mughetto, nella penombra della sua stanza mentre fuori il caldo era opprimente. Ricordò che le piaceva distendersi in mezzo ad un cerchio di margherite poste sul letto, dopo averle raccolte nel campo dietro alla casa della nonna.
   Anche ora, in quella penombra le sembrava di essere come a quel tempo eppure quel letto era vuoto, no anzi... Un'ombra era distesa sull'immacolato letto, l'ombra di chi amava più di se stessa.
    Henry disteso completamente nudo, era lì che l'aspettava, Paula non riusciva a distinguere nella camera gli occhi azzurri ed i capelli corti e neri di lui. Aveva paura e provava piacere allo stesso tempo, sentiva i suoi seni inturgidirsi al pensiero di essere sfiorata da li a poco, di sentire le labbra del suo ragazzo sulla sua pelle profumata... Si avvicinò e si distese accanto a lui.
    Poco dopo gli abbracci si fecero sempre più caldi, sensuali, forti, le mani e le bocche che cercavano il piacere erano ancora più passionali, Paula teneva gli occhi chiusi mentre sentiva il piacere giungerle la testa quando la bocca di lui, le sfiorava la sua intimità.
   E con la mente vide una margherita vivace in mezzo alle altre sbiadite, si sentiva protagonista di una cosa importante, protagonista della sua prima volta.
   Henry esperto, dolce e forte allo stesso tempo soprappose il corpo su quello di lei, Paula sapeva che il momento sarebbe arrivato, quel momento, la paura si stava allontanando quando sentì mordere leggermente il suo collo e la voce roca, bassa e maschile di lui che le disse "Ti amo".
    Per istinto lei strinse il cuscino con le mani mentre sentiva il caldo dell'uomo penetrarle il corpo, le uscì solo un gemito di dolore ma quasi subito aprendo gli occhi vide il sorriso candido di lui sul suo viso e la baciò confortandola.
    Era la sua prima volta, sentiva una magia e una vibrazione grande dentro di lei e fu presa completamente dai sensi mentre Henry aumentava la sua potenza e dolcezza dentro di lei, come non volesse rompere una statua di cristallo.
    Fu una notte d'amore vera, incredibile, passionale, piena di luce azzurra come una fiaba mentre nella mente di Paula, milioni di margherite danzavano nel cielo con le migliaia di stelle... fu una notte che aveva sognato da sempre, la notte che la fece sentire completamente donna senza alcun male o ferita dentro nell'anima.
    Paula si svegliò al suono delle cicale e dal sole che penetrava dalle tende di lino bianco. Si strofinò gli occhi e accarezzò i suoi capelli biondi scompigliati sul cuscino caldo. Henry non c'era ma sentiva il suo muoversi nella camera a fianco, in soggiorno. Sorrise felice pensando alla dolcezza ed all'amore di lui che la notte stessa le aveva donato.
   Si alzò piano, indossò elegantemente la vestaglia di raso appoggiata alla poltrona a fianco e silenziosamente camminò verso la porta di quella stanza dove Henry sembrava parlasse con qualcuno al telefono.
    Pensava all'incontro con lui mesi prima, alla loro simpatia iniziale trasformata in sentimento poi, ai loro baci, ai loro posti dove passavano pomeriggi a parlare, a discutere, ad abbracciarsi... Si incontravano tre volte alla settimana e lui, stewart sugli aerei, aveva poco tempo da dedicarle ed ogni momento libero era magico solo per il fatto di stare insieme.
  Fino al momento in cui lei, fresca dei suoi vent'anni ancora innocenti, decise di donarsi a lui e di suggellare per sempre il loro amore.
    Non voleva ascoltare, solo aspettare che finisse la telefonata ma non appena si era avvicinata alla porta socchiusa, la voce di lui la paralizzò allo stipite:
   "Si cara, sono a Stoccolma, torno col volo di domani mattina... Certo ovvio che sono nel residence, faccio colazione e poi scappo in aeroporto... Si, si... Ah James ha fatto i capricci? Ci penso io quando torno a casa. Monique e Thomas?... Ho capito dalla nonna... Cerco non ho dimenticato di portarti i fiori per l'anniversario di domenica, si ti amo..."
    Una morsa gelida la colpì nello stomaco e la margherita nella sua testa si appassì confondendosi con le altre sbiadite che aveva immaginato quella notte. Doveva fuggire da lì, non voleva più vederlo.
   Nella sua mente realizzò tutto quello che le sembrava strano e non aveva mai dato peso nella loro relazione: sposato con figli, più vecchio forse di quanto le aveva fatto credere, una moglie ignara, una vita vagabonda e chissà quante ragazze sparse per il mondo con il suo lavoro.
   Paula si accorse che la porta della stanza da letto dava su un terrazzino e questi aveva una scaletta che scendeva nel giardino sottostante di quell'elegante residence, non ci pensò due volte. Prese la borsa mentre sentiva Henry entrare in bagno fischiettando ed aprire l'acqua della doccia. Buttò dentro le sue cose, si vestì alla bell'e meglio, scrisse un biglietto a quell'uomo che le sembrava ora un mostro, e corse via da quell'incubo.
    In pochi minuti si ritrovò su un taxi che la portava in stazione, pronta a salire su il primo treno in partenza, purché la portasse via di lì... Mezz'ora più tardi, dal finestrino osservava la campagna luminosa piena di prati e di fiori, pianse quando vide vicino ad una fattoria un campo di margherite... Il suo sogno si era infranto per sempre.
    Henry ora stava fermo alla finestra con in mano un foglio bianco, per la prima volta si sentiva un verme, uno dei tanti che strisciano nei letti anziché sotto terra, quando vide sul comodino quel messaggio capì che Paula aveva sentito tutto... L'aveva letto e riletto quel biglietto con le parole di lei:
   "Non cercarmi mai più, sei stato... crudele.", non era riuscita a scrivere bastardo e neanche ti amavo, la sua educazione, la sua anima pulita e ferita non era stata in grado neanche di insultarlo. 
    Per la prima volta un nodo alla gola prese l'uomo dal cuore di ghiaccio e dagli occhi sensuali, forse per la prima volta si vergognava di se stesso ma ormai lei, Paula, era lontana e pensando a ciò che lei gli aveva donato la notte precedente, Henry si rese conto del male che le aveva fatto e probabilmente non solo a lei.
    Gettò con rabbia la sua agenda contro il muro e con furia aprì l'armadio e prese le sue cose buttandole nella valigia sopra un mobile...
     Il treno si fermò a Milano e Paula scese, era riuscita a sistemarsi un po' col trucco e pettinandosi nella toilette del vagone e con la sua borsa si avviò alla fermata dei taxi... Un aereo all'aeroporto di Linate l'avrebbe portata finalmente a casa sua, tra le sue cose e i suoi famigliari, sapeva già che avrebbe dovuto mentire a loro sul viaggio fatto con un'amica immaginaria, ma non le importava più.
    Lì avrebbe ricominciato a vivere, avrebbe rivisto i suoi prati con le margherite e chissà, più avanti nel tempo, vivrà un'altra favola più vera, ma sarà vissuta con la mente e con il cuore diversi, perché lei non sarà mai più la bambina che dormiva nel letto di margherite nei pomeriggi assolati d'estate sognando un grande amore.
    
Giampaolo

mercoledì 8 aprile 2015

IL TEMPO



Un tempo
Il tempo
 Nel tempo

  Quante volte le persone si chiedono o domandano se tornassi indietro nel tempo cosa rifarei, cosa cambieresti...  Un tempo ormai lontano
  Domanda inutile, banale, fantasiosa, eppure... Se davvero si potrebbe? Cambieremmo qualcosa? Rifaremmo le stesse azioni? Oppure sarebbe tutto diverso?
  Guardandomi nella foto mentre veniva scattata, ho avuto la sensazione che basti girare la testa e guardare dietro alle proprie spalle e tutto il passato è lì di nuovo davanti a te.
   Sono fermi in quell'attimo gli sbagli, le risate, le corse, gli amori, gli oggetti passati per le nostre mani, le frasi, gli amici, i genitori e tanto altro... Tutto è dipinto in quel quadro che si muove lentamente in base ai ricordi.
   E' come vedere una televisione fatta di episodi dove spesso non riconosci te stesso e le tue azioni, perché ora, nel presente, tu sei diverso, perché quelle azioni ti hanno cambiato radicalmente e ciò di cui avevi bisogno e facevi allora, oggi non serve più.
   Che senso avrebbe tornare indietro se la propria vita ha preso questa direzione? Perché la fatica di ripercorrere a ritroso gli avvenimenti e poi rifarli anche in maniera diversa e poi trovarsi nuovamente con il pensiero "Se tornassi indietro..."? 
   Non ha senso, se lo vorresti fare è solo perché che non accetti il presente, che sei scontento, che invece di guardare in avanti e pensare a progetti futuri ed avere un'altra opportunità per poter cambiare qualcosa, sei fermo nei ricordi e nostalgie finite e sepolte.
    Il tempo, il presente è questo, dove ora ci si muove, dove adesso si fanno altre azioni, movimenti, dove si prendono decisioni e che subito domani apparterranno al passato... 
    Ecco ora giri la testa nuovamente davanti a te e ti ritrovi in questo presente, nel tuo. Qui sei quello che hai costruito e ti sei portato da quel passato, qui sei ciò che crea, lavora, studia, soffre, gioisce, parla, corre, osserva... Eppure anche questo tra poche ore non sarà più.
   Ed allora lo sguardo si alza verso l'orizzonte davanti a te e si proietta verso un futuro lontano. Nel futuro fatto di sogni, di immagini di speranza, di visioni in cui sei ancora completamente cambiato di nuovo, dove ci sarà un'altra persona con il tuo viso a fare altre cose, probabilmente dove avrai realizzato i progetti del presente oppure no.
   Il tempo questa magnifica cosa, la più giusta, la più concreta anche se impalpabile, quella che non concede a nessuno di tornare indietro e che regala a tutti un periodo più o meno lungo per vivere. 
   Solo partecipando totalmente a questi attimi presenti si possono creare le cose e scegliere ciò che va bene per noi ma sempre ora, nello stesso momento che sarà un passato già dopo pochi minuti, ed è giusto ricordare le esperienze fatte per poter progredire e non sbagliare nel prossimo futuro.
    Il tempo, questo tempo che quasi tutti cercano in un modo o nell'altro di fermare inutilmente mentre la vita scorre inesorabile verso il futuro con o senza di te.... Viviamolo nel miglior modo possibile, lui c'è stato, c'è e ci sarà... sempre.

   


martedì 24 marzo 2015

Più forte dell'amore



Il profumo di salsedine invade l'aria mentre un vento leggero e tiepido scalda tutto attorno. Onde verdi ed azzurre solcano quel mare limpido mentre un sole caldo di tarda mattina, riflette i suoi raggi su quell'immensa distesa.
Johannes non sa da quanto tempo è lì, fermo a guardare le barche all'orizzonte, ma non gli importa, tempo ne ha, a casa non lo aspetta nessuno se non i suoi cani e la signora Helga che si occupa di lui ormai da qualche anno.
Johannes ha quasi novant'anni, eppure sia gli occhi vispi che il cuore sono da ragazzino, sente che la vita è ancora piena dentro di se nonostante il corpo, spesso non risponde più ai suoi impulsi di correre, di cantare a voce alta, di giocare con i ragazzi del paese, di andare solo in barca...
Quasi tutti i giorni, da quando in quel paese del nord Europa il sole comincia a splendere, si reca al mare oppure se ne sta sul piccolo promontorio dove c'è la sua casa di legno, dipinta di azzurro e bianco, dove all'ingresso ci sono aiuole fiorite di erica e dietro il suo piccolo orto... E ricorda.
Ricorda la sua vita ed ogni giorno qualcosa di nuovo si affaccia nella sua mente tranne una, una che è sempre stata nel suo animo e nel cuore forse da quando ha avuto i primi ricordi, una persona che ha perso solo pochi mesi prima: Bjorn.
Si erano conosciuti a soli quattro anni nella scuola materna di Halvorfjord, un piccolo paese sul mare del Nord, erano talmente simili che spesso li scambiavano per gemelli: biondi, occhi azzurri, lentiggini sul naso all'insù e la bocca carnosa, che diventava rossa dopo aver corso e giocato tanto. 
Poi in classe alle primarie con il maestro Ulvajeson dove si divertivano a combinarne sempre qualcuna a suo discapito. E si ritrovarono pure nella stessa classe nelle secondarie, poco prima della grande guerra e tutti i compagni li chiamavano i gemelli.
Johannes e Bjorn, una grande amicizia, sembravano inseparabili, tant'è che molti incominciarono a insinuare altre cose più maliziose sul loro conto ma, ovviamente non mai ascoltate o dato peso.
Le loro famiglie erano amiche grazie ai due ragazzi e spesso si ritrovavano a passare i week end insieme sull'isola Skjorland ed intanto i venti di guerra si avvicinavano sempre di più e la paura serpeggiò fra tutti.
Bjorn e la sua famiglia si trasferirono a Norkopping dove sembrava fosse meno pericoloso quando nel 1939 la guerra scoppiò, mentre con dolore nel cuore Johannes dovette rimanere con i suoi nel paese natio. La loro corrispondenza epistolare fu tanto intensa che i genitori di entrambi si preoccuparono davvero, il sentimento che li univa fosse più di una semplice amicizia... Eppure era quella, un'amicizia che oltrepassava l'amore fisico, una fratellanza e comunione che pochi nella loro vita avrebbero potuto comprende e capire.
La guerra finì, si ritrovarono qualche anno dopo all'Università di Stockholm, facoltà diverse ma studiavano insieme. Bjorn diede la notizia a Johannes in una piovosa giornata di aprile, si era fidanzato con Agnetha. In quel momento fu felice davvero e così quando la conobbe, comprese che la bella ragazza dai capelli biondissimi fosse dolce e molto intelligente da non ostacolare quella loro amicizia intensa, anzi fu lei che li spronò coltivarla.
Johannes, nel tempo ebbe tre ragazze con cui iniziò delle relazioni e mentre Bjorn ed Agnetha si sposarono ed ebbero i primi tre figli, lui passava in queste avventure dove la donna di turno, chissà per quale meccanismo inconscio, incominciava ad ingelosirsi dell'amicizia tra i due uomini cercando di ostacolarla se non dividerla e nonostante Agnetha cercava di far capire che fosse solo amicizia, finiva tutto.
Bjorn non capiva il perché molte donne, cercavano di dividere invece che unirsi a quel bellissimo sentimento, la gelosia e la mancanza di fiducia era per lui incomprensibile, avendo sposato una donna speciale.
Johannes, dopo alcuni tentativi decise di andarsene lontano, per lavoro ma per cercare la sua strada in amore, senza mai smettere di sentirsi al telefono tutti i giorni con Bjorn.
Hanna, Dagmar, Helena, Suzanne. Gloria, Terese e tante altre passarono nella sua vita come passarono Copenaghen, London, Berlin, Den Haag e di nuovo Stockholm, sedi per vivere e lavorare, mentre la sua carriera di ricercatore di fauna marina saliva sempre di più ai vertici ma nel suo cuore c'era Bjorn.
A cinquant'anni decise di ritornare definitivamente ad Halvorfjord nella sua vecchia casa, i genitori erano morti da tempo e con lui venne la sua governante dell'ultima sua abitazione a Den Haag, una giovane donna molto materna e simpatica. 
Il suo lavoro gli permetteva di viaggiare ogni tanto ma soprattutto di ritornare alle sue origini, in quella casa bianca e azzurra sul piccolo promontorio di fronte al mare e di stare vicino a Bjorn ed Agnetha ed i loro cinque figli ormai grandi.
Nel corso degli anni, partecipò a matrimoni di quei ragazzi alle nascite di figli e nipoti... Una vita quasi non sua, eppure gli bastava, si era rassegnato a non avere una moglie, una famiglia perché la sua vera famiglia erano loro, fin da piccolo.
Agnetha se ne andò per sempre quindici anni prima e Bjorn restò solo senza la sua donna speciale attorniato dai suoi figli e nipoti che ogni tanto dalle loro città di residenza, passavano a fargli visita, da quel momento i due uomini si ritrovarono inseparabili come quando si erano conosciuti tanti anni prima in quell'asilo pieno di bimbi, fiori e profumi, dove tutti li chiamavano i gemelli.
Passarono ancora molti anni e Bjorn era ormai prossimo alla fine, l'ultimo giorno, come se lo sentisse, chiese a due dei figli presenti di fargli passare il pomeriggio da solo con Johannes sul promontorio davanti al mare.
I due erano seduti nel giardino, sulle poltrone comode con in mezzo un tavolino di legno e sopra bibite e qualche cibo soffice e leggero. Helga rimaneva poco lontana per non disturbare, mentre i gabbiani sotto il sole e nel cielo azzurro sembravano cantare una sinfonia triste, quasi d'addio.
Johannes non parlava, sentiva che quello era l'ultimo giorno trascorso insieme e che la malattia del suo fratello-amico se lo stava portando via.
"Che pensi?" gli disse con un filo di voce l'altro voltandosi a guardarlo in viso. Johannes si girò a sua volta fissandolo negli occhi così simili ai suoi, aveva sempre notato la somiglianza tra i due ma invecchiando quasi si potevano scambiare l'uno per l'altro.
"Sto pensando che potremmo essere gemelli, più ci penso più trovo che siamo simili..."
"E...?" fece l'altro sorridendo.
"E... Chissà magari in qualche altra vita o altro mondo lo eravamo davvero..." e volse lo sguardo verso il mare preoccupato.
"Non ci pensare, vado via solo per primo e magari per poco..." Johannes si rigirò a fissarlo... "No aspetta.... Non dire nulla fammi parlare Jo. Io ti ho sempre considerato mio fratello indipendentemente da tutto, ti considero tutt'ora e sono felice che tu sia qui con me, con me fino alla fine. Ti ho voluto bene ed amato fin da quel giorno in cui ci siamo conosciuti, certo un amore diverso da quello per la mia Agnetha, ma non so se senza di te sarei potuto andare avanti dopo..."
La mano di Johannes prese quella di Bjorn, Helga vedeva la scena da lontano, si commosse per  quel gesto.
"Bjorn, credo che l'amicizia molto spesso superi l'amore e noi due ne siamo l'esempio e mi ritengo fortunato averla vissuta. Guarda il mare, il sole, i gabbiani e le nostre case alle spalle, hanno sempre fatto parte e sono tuttt'ora parte di noi, i tuoi figli sono miei figli ed i tuoi nipoti lo stesso..."
"Mi dispiace che tu non abbia avuto la fortuna di una donna intelligente e dei figli come i miei, forse la tua vita sarebbe stata più piena..." Johannes sorrise a quelle parole.
"Ormai è passato tutto, se magari avessi avuto loro in un certo senso avrei perso te, voi... Era destino forse. Ma avendo avuto il mio fratello-amico, ho avuto tutto..."
"Grazie, ti voglio bene."
"Anch'io Bjorn ma..." si mette seduto e ridendo gli rispose "Guarda che comunque dove sono stato mi sono dato da fare e qualcuna fisicamente mi rimpiangerà di sicuro..."
Scoppiarono a ridere insieme, poi Johannes sentendo l'aria farsi più fredda, aiutò Bjorn ad alzarsi ed inseme raggiunsero la casa di quest'ultimo. Un forte abbraccio strinse i due uomini mentre Bjorn sentiva le lacrime dell'altro sul suo collo.
Bjorn se ne andò nel sonno la notte stessa, finalmente raggiunse Agnetha, ma Johannes fu sicuro che l'ultimo pensiero fu per lui, per il suo fratello-amico.
Una voce dolce richiama il vecchio davanti al mare, Helga lo stava avvertendo che il pranzo erà quasi pronto in tavola. Johannes fissa il mare blu e torna sui suoi passi.
"Aspettami Bjorn, non mancherà ancora molto e finalmente ci rivedremo..." La porta si chiude alle sue spalle, fuori lo stridio di un gabbiano passato sopra la casa, sembra dire "Ci sarò, sono qui in attesa".

giovedì 19 marzo 2015

Astronomia 56: PLUTONE




Plutone
(134340 Pluto)
Plutone in vari fotogrammi scattati dal telescopio HubblePlutone in vari fotogrammi scattati dal telescopio Hubble
Stella madreSole
Scoperta18 febbraio 1930
ScopritoreClyde Tombaugh
ClassificazioneOggetto transnettuniano,
plutoide,
Pianeta nano
FamigliaPlutino
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore5 906 380 000 km
39,48168677 UA[1]
Perielio4 436 756 954 km
29,65834067 UA[2]
Afelio7 376 124 302km
49,30503287 UA[2]
Circonf. orbitale36 530 000 000 km
244,186 UA
Periodo orbitale247,8 anni[1]
Periodo sinodico366,73 giorni[1]
Velocità orbitale
3 676 m/s (min)
4 669 m/s[2](media)
6 112 m/s (max)
Inclinazione
sull'eclittica
17,14175°
Inclinazione rispetto
all'equat. del Sole
11,88°
Eccentricità0,2488273[2]
Longitudine del
nodo ascendente
110,30347°
Argom. del perielio113,76329°
Par. Tisserand (TJ)5,229 (calcolato)
Satelliti5
Anelli0
Dati fisici
Diametro medio2368 km[3]
Superficie1,665 × 107 km²[2]
Volume6,39 × 1018  m³[2]
Massa(1,309) × 1022 kg[2]
Densità media(2,03±0,06) × 103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie0,58 m/s²
(0,059 g)
Velocità di fuga1 230 m/s
Periodo di rotazione6,387230 giorni
(6g 9h 17min 36s)
Velocità di rotazione
(all'equatore)
13,11 m/s
Inclinazione assiale122,54°
Inclinaz. dell'asse
sull'eclittica
115,60°
A.R. polo nord133,02° (8h 52' 5")
Declinazione-9,09°
Temperatura
superficiale
40 K −233 °C[2](min)
45 K −228 °C(media)
50 K −223 °C(max)
Pressione atm.0,30 Pa (max)
Albedo0,49-0,66
Dati osservativi
Magnitudine app.
16,2[4] (min)
13,65[1] (max)
Magnitudine ass.-0,8 (H)[5]
Diametro
apparente
0,06"[1] (min)
0,11"[1] (max)
Plutone è un pianeta nano orbitante nelle regioni periferiche del sistema solare, con un'orbita eccentrica a cavallo dell'orbita di Nettuno; fu scoperto nel 1930 da Clyde Tombaugh e inizialmente classificato come il nono pianeta. Riclassificato come pianeta nano il 24 agosto 2006 e battezzato formalmente 134340 Pluto dalla UAI, Plutone è il secondo più massiccio pianeta nano del sistema solare, dopo Eris, e il decimo corpo celeste più massiccio che orbita direttamente attorno al Sole.
Dopo la sua scoperta, il nuovo corpo celeste venne battezzato in onore di Plutone, divinità romana dell'oltretomba; le prime lettere del nome, PL, sono anche le iniziali dell'eminente astronomo Percival Lowell che per primo ne postulò l'esistenza. Il suo simbolo astronomico è il monogramma di Lowell.
In virtù dei suoi parametri orbitali, Plutone è anche considerato un classico esempio di oggetto transnettuniano. Pur avendo la sua orbita ilsemiasse maggiore più lungo di quello dell'orbita di Nettuno, esso si avvicina al Sole più dello stesso Nettuno. Plutone è stato assunto quale elemento di riferimento della classe dei pianeti nani transnettuniani, denominati ufficialmente plutoidi dalla Unione Astronomica Internazionale.
Plutone ha cinque satelliti conosciuti, il più massiccio e importante dei quali è certamente Caronte, scoperto nel 1978 e avente un raggio poco più della metà di quello di Plutone.

Osservazione dalla Terra

La magnitudine apparente di Plutone dalla Terra è, al massimo, di 13,65, mentre il suo diametro angolare varia da un minimo di 0,06 a un massimo di 0,11 secondi d'arco, quando si trova alla minima vicinanza al nostro pianeta; queste caratteristiche ne rendono difficile l'osservazione da Terra, e giustificano il fatto che sia stato scoperto solamente nella prima metà del XX secolo. Data la sua magnitudine apparente, Plutone non può essere facilmente osservato con piccoli strumenti amatoriali, anche se con telescopi superiori ai 200 mm di apertura, meglio se di 300-350 mm, si può riuscire a scorgerlo. L'utilizzo sempre più diffuso di CCD in campo amatoriale permette, sotto un cielo con un buon seeing, di poter acquisire immagini anche di Caronte, quando questi si trova alla massima distanza angolare da Plutone.

Storia delle osservazioni

Si sospettava da tempo l'esistenza di un pianeta esterno rispetto a quelli già noti, a causa del fatto che Urano e Nettuno sembravano muoversi in modo diverso dal previsto, come se fossero perturbati dall'attrazione gravitazionale di un altro oggetto. Alle stesse conclusioni arrivarono William Henry Pickering e Percival Lowell all'inizio del Novecento. Perfino lo scrittore Howard P. Lovecraft aveva ipotizzato, sulla base di calcoli astronomici, l'esistenza di un altro pianeta oltre Nettuno. La tecnica delle perturbazioni aveva già riportato un grande successo nel 1846, quando Nettuno era stato scoperto allo stesso modo.
Clyde Tombaugh era un giovane che iniziò ad interessarsi di astronomia negli anni venti, periodo durante il quale iniziò a costruirsi telescopi amatoriali per l'osservazioni di oggetti del sistema solare. Nel 1928 mandò alcuni disegni di osservazioni compiute su Marte e Giove a Vesto Slipher, allora direttore dell'Osservatorio Lowell di Flagstaff, in Arizona. Slipher lo assunse all'osservatorio e lo incaricò della ricerca del Pianeta X, previsto da Lowell e Pickering. Seguendo le previsioni teoriche e dopo lunghe ricerche, il 18 febbraio 1930, per mezzo del confronto di lastre fotografiche impressionate pochi giorni prima, il 23 e il 29 gennaio, Tombaugh scoprì l'oggetto cercato, che già dai primi calcoli pareva orbitare al di là dell'orbita di Nettuno. Dopo che l'osservatorio ebbe ottenuto fotografie di conferma, la notizia della scoperta fu telegrafata all'Harvard College Observatory il 13 marzo 1930, in quanto l'osservatorio volle far coincidere la data con quella della scoperta di Urano da parte di Herschele con la data di nascita di Percival Lowell, avvenuta nel 1855[9]. Il pianeta fu in seguito ritrovato in fotografie risalenti al 19 marzo 1915.
Plutone fu trovato quasi esattamente nella posizione prevista dai calcoli teorici, per cui inizialmente si credette di aver trovato il corpo perturbatore, il Pianeta X. Col passare degli anni le misurazioni rivelarono tuttavia che Plutone era di gran lunga troppo piccolo per spiegare le perturbazioni osservate, e si pensò quindi che non si potesse trattare dell'ultimo pianeta del sistema solare. Ripartì quindi la caccia al decimo pianeta.
La questione fu risolta solo nel 1989, quando l'analisi dei dati della sonda Voyager 2 rivelò che le misure della massa di Urano e Nettuno comunemente accettate in precedenza erano lievemente sbagliate. Le orbite calcolate con le nuove masse non mostravano alcuna anomalia, il che escludeva categoricamente la presenza di qualunque pianeta più esterno di Nettuno con una massa elevata.
La scoperta di Plutone fu in definitiva casuale, trovandosi il pianeta al posto giusto nel momento giusto mentre si dava la caccia a qualcos'altro.

Missioni spaziali

New Horizons 
L'esplorazione di Plutone da parte di sonde spaziali è rimasta una sfida particolarmente ardua a causa della grande distanza dalla Terra. LaVoyager 1 avrebbe dovuto esplorare Plutone da distanza ravvicinata, tuttavia all'epoca la NASA preferì optare per un passaggio ravvicinato alla luna di Saturno, Titano, e il cambiamento di traiettoria risultò poi incompatibile per programmare un fly-by con Plutone. Nessun altro serio tentativo è stato fatto per l'esplorazione spaziale di Plutone fino all'ultimo decennio del XX secolo. Nel 1992 il Jet Propulsion Laboratorydella NASA iniziò a sviluppare la missione Pluto Kuiper Express. Nonostante l'interesse per la missione, l'ente spaziale statunitense tuttavia l'annullò nel 2000 per motivi di bilancio e optò per una soluzione più economica che sarebbe divenuta la missione New Horizons.
Si tratterà di un fly-by, ossia di un sorvolo, perché la sonda non ha abbastanza carburante a bordo per rallentare e immettersi in orbita attorno all'oggetto; attualmente i piani di volo prevedono un avvicinamento massimo a circa 10000 km di distanza dalla superficie plutoniana a una velocità relativa di circa 11 km/s, ma è prevedibile che il sorvolo avverrà più vicino al pianeta, grazie alla possibilità di correggere la rotta durante la missione. Nel 2003 fu concesso un finanziamento da parte del governo degli Stati Uniti per la sonda New Horizons, che è stata lanciata il 19 gennaio 2006 alla volta di Plutone. L'incontro con il pianeta nano avverrà nel luglio 2015.
La sonda, messa in stato di ibernazione per un lungo periodo per preservare gli strumenti per l'incontro ravvicinato, si attiverà alcuni mesi prima dell'arrivo, momento in cui le fotografie di Plutone che potrà scattare saranno già migliori di quelle ottenibili dalla Terra o dal telescopio spaziale Hubble. Data l'enorme distanza dalla Terra e la bassa potenza disponibile, l'invio dei dati avverrà a velocità molto bassa, tra 0,6 e 1,2 kilobit al secondo, e occuperà i mesi successivi all'incontro. L'inizio della trasmissione dei dati ricavati di maggior importanza inizierà a settembre 2015 e durerà un paio di mesi, mentre per la ricezione dei dati completi inizierà a novembre 2015 e avrà la durata di un anno circa.

Parametri orbitali e rotazione

Nel lungo periodo, in realtà l'orbita di Plutone sembra caotica. Le simulazioni al computer possono essere utilizzate per prevedere la sua posizione per diversi milioni di anni (sia in avanti che indietro nel tempo), tuttavia su scale temporali superiori ai 20 milioni di anni, i calcoli diventano speculativi. Il tempo di Lyapunov è il tempo oltre il quale un sistema dinamico diventa caotico, e varia da sistema a sistema: nel caso di Plutone questo periodo è appunto stato stimato sui 20 milioni di anni. Ciò non significa che l'orbita di Plutone sia di per sé instabile, ma il percorso della sua orbita è impossibile da determinare così lontano nel tempo, anche se diversi fattori concorrono a mantenere l'orbita di Plutone stabile, al sicuro da collisioni planetarieIl periodo orbitale di Plutone è di 248 anni terrestri. Le sue caratteristiche orbitali sono sostanzialmente diverse da quelle degli altri pianeti del sistema solare, che seguono orbite quasi circolari attorno al Sole, vicino a un piano di riferimento chiamato eclittica. Al contrario, l'orbita di Plutone è molto inclinata rispetto all'eclittica ( di oltre 17°) e altamente eccentrica. Questa elevata eccentricità è la causa per cui Plutone, per un breve periodo della sua rivoluzione, si trova più vicino al Sole di Nettuno. Il baricentro del sistema Plutone-Caronte è passato al perielio il 5 settembre 1989, ed è rimasto più vicino al Sole rispetto a Nettuno nel periodo compreso tra il 7 febbraio 1979 e l'11 febbraio 1999.

Relazione con Nettuno

Plutone per un breve periodo della sua rivoluzione si trova più vicino al Sole di Nettuno. Tuttavia i due oggetti orbitano in risonanza 2:3 e le orbita non si intersecano mai, anche per la grande inclinazione dell'orbita di Plutone rispetto al piano orbitale del sistema solare. Non è quindi possibile una collisione e non sono possibili incontri ravvicinati tra Nettuno e Plutone tali da perturbare l'orbita di quest'ultimo. La risonanza delle orbite è stabile anche nel corso di milioni di anni[24], e Plutone non si avvicina mai a Nettuno a meno di 17 UA, al contrario è possibile che si avvicini maggiormente a Urano (11 UA).
A partire dagli anni novanta del XX secolo sono stati scoperti diversi planetoidi della fascia di Edgeworth-Kuiper inrisonanza orbitale 2:3 con Nettuno: oggi tali corpi vanno sotto la denominazione comune di plutini, e Plutone ne è considerato il prototipo.

Rotazione

Nel 1955, osservando le curve di luce di Plutone, fu stimato per la prima volta il periodo di rotazione, in 6,39 giorni, con un'incertezza di soli 4 minuti. Successivamente il periodo di rotazione, che avviene in senso retrogrado, fu corretto in 6,387 giorni. Il suo asse di rotazione è inclinato di 57,5​​° rispetto al piano orbitale, quindi per lunghi periodi, durante il suo percorso orbitale, Plutone volge al Sole lo stesso emisfero così come avviene nel caso di Urano. L'azione delle forze mareali ha costretto il periodo di rotazione di Plutone a sincronizzarsi con il periodo di rivoluzione del suo satellite principale, Caronte: questi ruota in senso retrogrado così come Plutone sul proprio asse, con il risultato che Caronte appare immobile visto da un emisfero di Plutone, mentre non sorgerà mai dall'altro, cioè dall'emisfero non rivolto verso il suo principale satellite. 

Formazione

Sono state diverse le teorie avanzate per spiegare le piccole dimensioni di Plutone, simile a quella dei satelliti del gigante Nettuno, in particolare diTritone. Il matematico britannico Raymond Lyttleton riteneva, nel 1936, che Plutone e Tritone ruotassero un tempo attorno a Nettuno, fintanto che una perturbazione gravitazionale espulse Plutone dalla sua orbita, mentre Tritone si inserì su un'orbita retrograda, sempre vincolato a Nettuno. La teoria fu ripresa anche da Gerard Kuiper, che sosteneva che Tritone e Plutone avevano in comune alcune caratteristiche atmosferiche e geologiche. La teoria fu abbandonata solo molti anni più tardi, quando nel 1992 vennero scoperti diversi corpi ghiacciati simili a Plutone, al di là dell'orbita di Nettuno, e ci si rese conto che Plutone rappresentava solo uno dei più grandi di questi oggetti transnettuniani fino a quel momento sconosciutiSecondo lo scenario della formazione del sistema solare accettato anche nel XXI secolo, Plutone proviene dalla Fascia di Kuiper, così come Tritone, in seguito catturato da Nettuno, ed Eris, scoperto in tempi recenti e che risulta più massiccio anche dello stesso Plutone. Plutone e Caronte potrebbero essersi formati per accrescimento, e furono inizialmente scagliati oltre l'orbita di Nettuno per l'influenza gravitazionale dei pianeti giganti. Mentre alcuni di questi corpi furono espulsi nel sistema solare esterno, formando la fascia di Kuiper, la coppia Plutone-Caronte potrebbe essersi costituita da una cattura reciproca o da una collisione, i cui resti possono essere identificati nelle lune minori Notte e Idra. L'arrivo della sonda New Horizons nel sistema Plutone-Caronte nel 2015 potrebbe definitivamente confermare questo scenario, studiando da vicino la composizione di Plutone e delle sue piccole lune.

Caratteristiche fisiche

Massa e diametro

La scoperta del satellite Caronte avvenuta nel 1978 ha permesso la determinazione della massa del sistema Plutone-Caronte mediante l'applicazione della terza legge di Keplero. Una volta misurato l'effetto gravitazionale di Caronte è stato possibile determinare la vera massa di Plutone. Una serie di occultazioni avvenuta tra Plutone e Caronte tra il 1985 e il 1990 ha permesso di determinare i raggi dei due corpiLa massa di Plutone è di 1,31 × 1022 kg, equivalente allo 0,22% di quella terrestre, e il suo diametro è di 2368 km, ovvero circa il 68% di quella della Luna. La sua superficie (1.665 × 107 km2) è circa il 10% inferiore a quella del Sud America. L'atmosfera di Plutone complica la precisa determinazione del corpo solido. L'albedo di Plutone varia da 0,40 a 0,60
Tra gli oggetti del sistema solare, Plutone è molto meno massiccio dei pianeti terrestri, e la sua massa è meno del 20% di quella lunare, ma è anche meno massiccio di altri sette satelliti del sistema solare: GanimedeTitanoCallistoIo, la Luna, Europa e Tritone.
Plutone ha un diametro più che doppio del pianeta nano Cerere, il più grande oggetto della fascia degli asteroidi, ma è meno massiccio del pianeta nano Eris, un oggetto transnettuniano scoperto nel 2005. Plutone ed Eris hanno diametri simili, anche se stando alle misurazioni di Lellouch et al. del 2014 Plutone sembrerebbe leggermente più grande.

Struttura interna

Osservazioni tramite il telescopio spaziale Hubble hanno stimato la densità di Plutone compresa tra 1,8 e 2,1 g/cm3, suggerendo che la sua composizione interna sia composta da circa il 50-70% di roccia e da circa il 30-50% di ghiacci, d'acqua e di altri elementi. La struttura interna di Plutone è probabilmente differenziata, con il materiale roccioso depositato in un nucleo denso circondato da un mantello di ghiaccio. Il diametro del nucleo è ipotizzato essere di circa 1700 km, ossia il 70% del diametro di Plutone. La densità media di Plutone, pari a due volte quella dell'acqua, suggerisce che il suo interno sia costituito da un miscuglio di materiali rocciosi e di ghiaccio d'acqua e di metano (la presenza di quest'ultimo è stata dedotta dalle osservazioni sulla riflettività del suolo del pianeta a diverse lunghezze d'onda). L'Istituto di ricerca planetaria del DLR ha calcolato che il rapporto densità/raggio di Plutone si colloca in una zona intermedia tra quelli dei satelliti di ghiaccio (come le lune di media grandezza di Urano e di Saturno) e satelliti rocciosi come Europa.
Alcuni studiosi dell'Università della California sostengono che sotto lo strato ghiacciato Plutone potrebbe ospitare un oceano liquido. Infatti, se il nucleo roccioso contiene almeno 75 parti per miliardo di potassio radioattivo, il calore prodotto sarebbe sufficiente a mantenere dell'acqua liquida sotto la superficie. La presenza di questo oceano è però strettamente legata alle caratteristiche e alla dimensione dello strato di ghiaccio più esterno, elementi che non possono essere misurati direttamente dalla Terra.

Superficie

Anche con telescopi di grande apertura, Plutone resta un punto luminoso apparentemente di natura stellare visto dalla Terra. Le migliori mappe della sua superfici sono state riprese dal Telescopio spaziale Hubble, tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI. Analisi spettroscopiche hanno rivelato che la superficie di Plutone risulta composta per il 98% da ghiaccio d'azoto, con tracce di metano e monossido di carbonio. La superficie non appare uniforme, come dimostrano le sensibili variazioni di albedo riscontrabili dalla Terra nel corso della rotazione del pianeta.
Una mappa a bassa risoluzione è stata realizzata fra il 1994 e il 1996 a partire da osservazioni effettuate grazie al telescopio spaziale Hubble, ma i dettagli visibili sono pochi. Sembra vi siano macchie più chiare, probabilmente composte di azoto e metano solido, che riflettono la debole luce presente, contrastando con il resto della superficie più scura, probabilmente costituita da antiche pianure laviche.
Una nuova mappa è stata realizzata tramite 12 osservazioni effettuate dal telescopio spaziale Hubble nel 2002 e 2003 e ha rivelato sostanziali mutazioni nella topografia plutoniana, sulla cui natura ci si interroga tuttora. È plausibile che l'avanzamento delle stagioni possa provocare l'evaporazione dell'azoto ghiacciato dal suolo dell'emisfero maggiormente irradiato dal sole e conseguenti precipitazioni nevose nell'emisfero opposto (nel 1987 il polo sud è uscito dalla sua notte invernale che dura 120 anni). Nel corso delle osservazioni è stato anche riscontrato un aumento della tonalità rossa del pianeta rispetto agli anni precedenti, a fronte di una stabilità cromatica del suo satellite Caronte. Secondo l'astronomo Michael E. Brown, Plutone ha la superficie più cangiante di tutto il Sistema Solare.
La temperatura superficiale sulla superficie di Plutone si aggira tra i 40 e i 50 K.

Atmosfera

Il sistema di Plutone non è mai stato visitato da alcuna sonda spaziale, e pertanto molte misurazioni relative alla sua natura fisica sono approssimative e non confermate. Si ritiene comunque che esso possieda una debole atmosfera, composta prevalentemente da metanoazoto e monossido di carbonio, la cui pressione varia da 6,5 a 24 microbar. L'eccentricità dell'orbita di Plutone ha un importante effetto sulla sua atmosfera e la pressione varia sensibilmente al variare della distanza del corpo dal Sole e con il ciclo delle stagioni: quando Plutone si allontana dal Sole, la sua atmosfera dovrebbe gradualmente congelarsi e cadere in superficie, mentre quando si avvicina al perielio, la temperatura aumenta e i ghiacci sublimano in gas. Questo provoca un effetto serra al contrario, poiché la sublimazione dei ghiacci in superficie abbassa ulteriormente la temperatura. Nel 2006, osservazioni compiute con il Submillimeter Array hanno permesso di scoprire che la temperatura di Plutone è di circa 43 K (-230 °C), vale a dire 10 K più fredda di quanto ci si aspetterebbe per un corpo posto a quella distanza dal Sole e con quelle caratteristiche.
La presenza di metano costituisce invece un potente gas serra nell'atmosfera di Plutone e porta ad un'inversione termica con temperature medie di 36 K più calde 10 km sopra la superficie. Nel 1999 fu anche individuata la presenza di etano ghiacciato, la cui presenza potrebbe essere spiegata dalla fotolisi o dalla radiolisi del metano.
L'esistenza di un'atmosfera su Plutone fu suggerita da Noah Brosch e Haim Mendelson dell'Osservatorio Wise in Israele, nel 1985, e poi definitivamente confermata dal Kuiper Airborne Observatory nel 1988, dopo osservazioni compiute durante occultazioni di stelle da parte di Plutone. Quando un oggetto privo di atmosfera passa davanti a una stella, questa scompare bruscamente, mentre nel caso di Plutone, la luce della stella oscurata scompare gradualmente. Dal tasso di oscuramento, la pressione atmosferica è stata calcolata essere di 0,15 pascal, circa 1/700.000 della pressione terrestre.
Nel 2002 fu osservata e studiata un'altra occultazione di una stella da parte di Plutone da un team guidato da Bruno Sicardy dell'Osservatorio di ParigiJames Elliot del MIT e Jay Pasachoff del Williams College. Sorprendentemente, la pressione atmosferica fu calcolata in 0,3 pascal, anche se Plutone era più lontano dal Sole rispetto al 1988, e quindi avrebbe dovuto essere più freddo e avere un'atmosfera più rarefatta. Una spiegazione plausibile è che nel 1987 il polo sud di Plutone usciva dall'ombra per la prima volta in 120 anni, causando la sublimazione di una considerevole quantità di azoto della calotta polare sud. Saranno necessari decenni per la condensazione dell'azoto in eccesso nel polo opposto, secondo un fenomeno ciclico. Nello stesso studio è stata anche rivelata quella che potrebbe essere la prima prova della presenza di vento nell'atmosfera di Plutone.

Satelliti naturali

Plutone possiede cinque satelliti naturali conosciuti: Caronte, scoperto il 22 giugno 1978, con cui Plutone forma una sorta di sistema binario, e quattro satelliti minori, Notte e Idra, scoperti nel maggio 2005Cerbero scoperto nel luglio 2011 e Stige scoperto nel luglio 2012. I dati attualmente disponibili permettono di escludere la presenza di altri satelliti dal diametro superiore ai 20 km all'interno del sistema di Plutone.

Caronte


Caronte possiede dimensioni non molto inferiori a Plutone; alcuni preferiscono quindi parlare di un sistema binario, giacché i due corpi orbitano attorno a un comune centro di gravità situato all'esterno di Plutone. Nell'assemblea Generale UAI dell'agosto del 2006 venne presa in considerazione la proposta di riclassificare Plutone e Caronte come un pianeta doppio, ma la proposta fu poi abbandonata.
Caronte è stato scoperto il 22 giugno 1978 da Jim Christy; sulle lastre fotografiche di allora, riprese dall'osservatorio di Flagstaff in Arizona, era visibile come una protuberanza del disco di Plutone. Tuttavia la periodicità e la posizione di tale protuberanza fecero ben presto ipotizzare la presenza di un satellite (inizialmente denominato S/1978 P1).
Caronte ruota su se stesso con un movimento sincrono in 6,39 giorni, presentando sempre la stessa faccia a Plutone, come la Luna con la Terra. Tuttavia lo stesso Plutone rivolge sempre il medesimo emisfero al proprio satellite principale. La loro rotazione presenta quindi una sincronia doppia, unica fra i corpi maggiori nel sistema solare.
Si ritiene che la sua origine risalga a un impatto catastrofico fra Plutone e un asteroide; parte dei frammenti del planetoide originario si sarebbero poi riaggregati in orbita attorno a esso.

Satelliti minori

L'individuazione di Notte e Idra da parte di astronomi dell'Università Johns Hopkins è stata resa possibile dall'analisi delle fotografie scattate dal telescopio spaziale Hubble fra il 15 e il 18 maggio 2005; la loro esistenza è stata confermata con precovery dalle immagini dell'Hubble del 14 giugno 2002. Idra è il satellite più esterno del sistema; possiede una magnitudine apparente stimata in 22,96 ± 0,15 e ruota intorno al pianeta in 38,2 ± 0,8 giorni a una distanza media di 64 700 ± 850 km. Ruota in senso antiorario sullo stesso piano orbitale di Caronte, in risonanza orbitale rispetto a quest'ultimo. Sembra essere il maggiore dei quattro nuovi satelliti, e stime basate sui valori probabili di albedo danno un diametro compreso tra 52 e 160 kmNotte ha una magnitudine apparente pari a 23,41 ± 0,15, e ruota intorno a Plutone in 25,5 ± 0,5 giorni a una distanza media di 49 400 ± 600 km. Ruota in senso antiorario sullo stesso piano orbitale di Caronte, inrisonanza orbitale 4:1 rispetto a quest'ultimo.


Il quarto satellite è stato individuato tramite il telescopio spaziale Hubble il 28 giugno 2011, e la sua scoperta è stata annunciata dalla NASA il 20 luglio 2011, e il 2 luglio 2013 la UAI gli ha assegnato il nome di Cerbero. Cerbero ha un diametro stimato tra 13 e 34 km, ed è la seconda luna più piccola di Plutone dopo Stige. Il range di diametro è stato calcolato ipotizzando un intervallo di albedo pari a 0,06 - 0,35.
Il quinto satellite, che dal 2 luglio 2013 ha preso il nome di Stige è stato scoperto sempre dal telescopio spaziale Hubble l'11 luglio 2012. È la più piccola luna del sistema plutoniano, avendo un diametro compreso tra 10 e 25 km. Il satellite percorre la sua orbita circolare, il cui raggio è circa 45 000 km, in 20,2 giorni. Così come per Cerbero, l'inclinazione orbitale è di circa 0°.

Status planetario controverso

Fin dalle prime analisi di Plutone emerse che si trattava di un pianeta anomalo, in quanto la sua orbita era molto diversa e la sua dimensione era modesta rapportata a quella degli altri pianeti. Tuttavia, dal momento della sua scoperta fino alla fine del XX secolo Plutone è sempre stato considerato come il nono pianeta del sistema solare. Quando si è scoperto che Plutone altri non era che uno degli oggetti più grandi della Fascia di Kuiper, alcuni astronomi cominciarono a dubitare del suo status di pianeta.
Nel 2001, appare la notizia sul New York Times che il Rose Center for Earth and Space, parte dell'American Museum of Natural History, aveva tolto Plutone dal suo planetario già dall'anno precedente, non considerandolo più alla pari degli altri pianeti.
Nel 2002, venne scoperto 50000 Quaoar, un oggetto della Fascia di Kuiper con un diametro di 1280 km, ossia circa la metà di quello di Plutone[65]. Nel 2004, venne scoperto 90377 Sedna, avente un diametro massimo di 1800 km circa, molto vicino a quello di Plutone, anche se poi il diametro di Sedna è stato ricalcolato in meno di 1600 km nel 2007. Così proprio come Cerere, Pallade, Giunone e Vesta alla fine persero il loro status di pianeta dopo la scoperta di molti altri asteroidi, si pensò che anche Plutone doveva essere riclassificato come uno dei tanti oggetti della fascia di Kuiper.
Il 29 luglio 2005, è stata annunciata la scoperta di un nuovo oggetto trans-nettuniano, Eris, avente le stesse dimensioni di Plutone. Eris è stato l'oggetto più grande scoperto nel sistema solare dalla scoperta di Tritone, avvenuta nel 1846. Scopritori e stampa inizialmente definirono Eris il decimo pianeta, anche se non c'era consenso unanime su questa definizione. Piuttosto nella comunità scientifica la scoperta di Eris fu l'argomento più menzionato per riconsiderare la classificazione di Plutone.

Classificazione UAI del 2006

Il 24 agosto 2006 una risoluzione dell'Unione astronomica internazionale ha definito ufficialmente il termine "pianeta", considerando tale un oggetto che soddisfi i seguenti 3 punti:

Plutone non soddisfa il terzo requisito, in quanto la sua massa è solo 0,07 volte quella degli altri oggetti della sua zona orbitale (in confronto, la Terra ha una massa 1,7 milioni di volte quella degli altri oggetti nella sua orbita).
Il 13 settembre 2006 l'UAI, tramite votazione ha riclassificato Plutone inserendolo tra i pianeti nani assieme a Eris e Disnomia, inserendolo nel catalogo del Minor Planet Center con la designazione di "(134340) Pluto".
Questa decisione ha comportato lo scontento di alcune persone ed istituzioni e ci sono state diverse resistenze all'accettare il declassamento di Plutone a pianeta nano[71]. Alan Stern, il principale ricercatore della missione New Horizons, ha obiettato che anche altri pianeti, Terra compresa, condividono la loro orbita con degli asteroidi. Gli scienziati di diversi fronti si sono riuniti il 14-16 agosto 2008, presso la Johns Hopkins University per una conferenza nella quale si discusse anche sulla definizione di pianeta da parte della UAI. Dalla conferenza è uscito un comunicato stampa che annunciava che gli scienziati non avevano trovato un consenso sulla definizione di pianeta. Poco prima della conferenza, il 11 giugno 2008, la UAI ha annunciato in un comunicato stampa che il termine "plutoide" da quel momento sarebbe stato utilizzato per descrivere Plutone e altri oggetti simili ad esso che hanno un semiasse maggioremaggiore di quello di Nettuno e con massa sufficiente per essere di forma quasi sferica.
Nel marzo 2009, il Congresso dello stato dell'Illinois ha votato una legge che ristabilisce lo status di pianeta per Plutone. L'Illinois è la patria natale di Clyde Tombaugh e quindi la perdita dello status di pianeta era stata vissuta in modo negativo nello Stato del suo scopritore.

Nella cultura di massa


Plutone ha fatto da scenario per diverse opere narrative, principalmente di fantascienza, fin dalla sua scoperta. Alla sua popolarità ha certamente contribuito il fatto che - quand'era ancora classificato come pianeta - aveva il primato di essere il pianeta più esterno del sistema solare. Secondo un'idea popolare nella prima fantascienza, i pianeti più esterni, formandosi prima, sarebbero divenuti abitabili prima rispetto alla Terra, dunque Plutone avrebbe potuto ospitare esseri molto evoluti. Plutone ha ricevuto una certa notorietà nuovamente nel 2006 a seguito della sua riclassificazione a pianeta nano.
Il cane di TopolinoPluto, venne così denominato perché introdotto nel mondo dei fumetti e dei cartoni animati pochi mesi dopo la notizia della scoperta del pianeta.
Nel mondo degli anime e manga, in particolare in Sailor Moon una delle guerriere ha come pianeta Plutone e viene denominata Sailor Pluto.

Esplorazione di Plutone

L'esplorazione di Plutone rappresenta una sfida astronautica non indifferente dato che è molto piccolo e molto lontano. Ogni missione deve essere dotata di un sistema di alimentazione in grado di fornire energia alla sonda senza la possibilità di conversione dell'energia solare attraverso l'uso di pannelli fotovoltaici. Attualmente, l'unica fonte praticabile di energia è un generatore termoelettrico a radioisotopi.
Nessuna sonda finora ha visitato il pianeta nano, la prima a farlo sarà la New Horizons nel 2015. La sonda è partita il 19 gennaio del 2006 e dopo aver sorvolatoGiove nel febbraio 2007 ha raggiunto l'orbita di Urano nel marzo 2011 e quella di Nettuno nell'agosto 2014.

Prima della New Horizons


La Voyager 1 avrebbe potuto visitare Plutone, ma i controllori della missione hanno optato per un sorvolo di Titano, la più grande luna di Saturno, di cui hanno indagato l'atmosfera. A seguito di questo fly-by la traiettoria della sonda è risultata incompatibile con Plutone.
La Voyager 2 invece non è mai stata su una traiettoria compatibile per un passaggio ravvicinato a Plutone.
Nessun altro serio tentativo è stato fatto per l'esplorazione spaziale di Plutone fino agli ultimi decenni del XX secolo, quando l'idea di visitare quello che allora era il nono pianeta del sistema solare ha cominciato a prendere forma. Nell'agosto del 1992, lo scienziato del JPL Robert Staehle telefonò allo scopritore di Plutone, Clyde Tombaugh, chiedendogli il permesso di visitare il suo pianeta. "Gli dissi che era il benvenuto" ricordò Tombaugh in seguito.
Nonostante l'interesse, nel 2000 la NASA cancellò la missione Pluto Kuiper Express, per motivi di bilancio e dei ritardi accumulati.

La New Horizons


Nel 2003, dopo un'intensa battaglia politica, una nuova missione per Plutone è stata approvata: la New Horizons. La sonda è stata lanciata il 19 gennaio 2006 e il capo missione S. Alan Stern ha confermato che a bordo c'è una parte delle ceneri di Clyde Tombaugh, che è deceduto nel 1997Agli inizi del 2007 la sonda ha sfruttato la gravità di Giove per accelerare e dirigersi verso il pianeta nano. Il suo maggior avvicinamento al pianeta avverrà il 14 luglio 2015. Tuttavia le osservazioni scientifiche di Plutone inizieranno cinque mesi prima e continueranno per almeno un mese dopo l'incontro.
Nel settembre del 2006, la New Horizons ha scattato la prima immagine di Plutone, da grande distanza, durante un test del Long Range Reconnaissance Imager (LORRI). Le immagini ottenute da 4,2 miliardi di chilometri hanno potuto confermare la capacità della sonda di rintracciare obiettivi distanti, una capacità fondamentale per le manovre verso Plutone e verso gli altri oggetti della fascia di Kuiper.
La sonda analizzerà e fotograferà la superficie di Plutone e del suo satellite più grande Caronte. La scoperta dei piccoli satelliti Notte e Idra potrebbe rappresentare una sfida imprevista per la sonda. I detriti derivanti dalle collisioni tra i piccoli oggetti della fascia di Kuiper e le piccole lune potrebbero produrre sottili e temporanei anelli di polveri. La New Horizons, trovandosi a passare attraverso un simile sistema, potrebbe subire danni tali, da parte di micrometeoriti, da mettere fuori uso la sonda.
Le prime immagini di Plutone scattate dalla New Horizons
Clyde Tombaugh, lo scopritore di Plutone

Il lancio della sonda New Horizons, avvenuto nel 2006 daCape Canaveral


Immagine che mostra la grandeinclinazione dell'orbita di Plutone (in rosso) rispetto all'eclittica

Formazione di Caronte secondo la teoria dell'impatto

Plutone e Caronte rapportati a Terra e Luna

Struttura interna teorica di Plutone (2006)
1. atmosfera ghiacciata
2. acqua ghiacciata
3. Roccia

Mappa di Plutone basata su osservazioni del telescopio Hubble.
Una mappa in falsi colori di Plutone, basata su osservazioni realizzate con il telescopio spaziale Hubble, raccoglie in una immagine circa due anni di lavoro. Le zone rosse, diffuse quasi ovunque, indicano metano ghiacciato; le zone scure probabilmente indicano ghiaccio d'acqua (sporco); le zone più chiare indicano la presenza di azoto ghiacciato. La macchia più luminosa al centro potrebbe essere un segno di monossido di carbonio.

Rappresentazione artistica della superficie di Plutone sulla base delle osservazioni compiute con lo spettografo ad alta risoluzione dell'ESO CRIRES. Visibile il sottile strato d'atmosfera, con Caronte e il Sole sullo sfondo.


Diagramma del sistema plutoniano


Il sistema di Plutone ripreso da Hubble combinando esposizioni brevi con filtri blu (475 nm) e giallo-verde (555 nm) per Plutone e Caronte, e lunghe con filtro giallo (606 nm) per i due satelliti minori


La scoperta di P5