giovedì 19 luglio 2012

AVALON, l'Isola Magica


"...Un giorno di primavera, nel settimo anno del regno di Uter Pendragon, a Caerlon, Viviana, sacerdotessa di Avalon e Dama Del Lago, uscì al crepuscolo per guardare nello specchio magico. Sebbene la tradizione di cui la Dama era sacerdotessa fosse più antica dei druidi, aveva con loro in comune una credenza fondamentale: le grandi forze creatrici dell'universo non potevano essere adorate degnamente in un edificio costruito da mani umane e l'Infinito non poteva essere contenuto in un oggetto artificiale. Perciò lo specchio della Dama non era né di bronzo né di argento. Dietro di lei si ergevano le mura grigie dell’antico Tempio del sole, costruito dagli Splendenti giunti da Atlantide molti secoli prima. Davanti a lei stava il grande lago circondato da canne ondeggianti e avvolto nella nebbia che ormai, anche nei giorni più belli, avvolgeva la terra di Avalon. Ma oltre il Lago c’erano isole e altri laghi, in quello che veniva chiamato il Territorio dell’Estate. Era in gran parte sommerso da paludi salmastre; ma al culmine dell’estate gli acquitrini si prosciugavano e le terre si estendevano fertili.   Lì il mare interno si ritraeva, cedendo ogni anno nuovo spazio alla terra ferma. Un giorno quelli sarebbero diventati ricchi campi… ma non in Avalon. Avalon era eternamente circondata dalle nebbie,nascosta a tutti eccettuati i fedeli; e quando gli uomini andavano in pellegrinaggio al monastero cristiano, il tempio del sole era per loro invisibile. Quando impiegava la Vista, Viviana riusciva a scorgere la chiesa che i monaci avevano costruito.   Era là da molto tempo. Secoli prima, così diceva Merlino, un piccolo gruppo di preti era venuto dal sud, e con loro era giunto il profeta nazareno. La storia diceva che lo stesso Gesù aveva studiato là nella dimora dei druidi dove un tempo sorgeva il tempio del sole, e aveva appreso il loro sapere. Anni dopo quando il Cristo era stato sacrificato, ripetendo il Mistero più antico della stessa Britannia, uno dei suoi parenti era ritornato, e aveva piantato il bastone nel suolo della collina sacra, ed il bastone era fiorito trasformandosi nel roveto che fioriva non soltanto d’estate ma anche nel cuore dell’inverno. Ed i druidi in ricordo del mite profeta che avevano conosciuto, avevano consentito a Giuseppe d’Arimantea di erigere, sull’Isola Sacra, una cappella e un monastero in onore del suo Dio, perché tutti gli Dei sono uno solo.   Ma era trascorso molto tempo. A lungo i cristiani e i druidi avevano vissuto fianco a fianco; ma poi erano arrivati i romani e avevano sradicato i sacri boschi dei druidi, accusandoli di praticare il sacrificio umano. La loro vera colpa era stata quella di esortare il popolo a non accettare le leggi romane. Allora, per proteggere l’ultimo rifugio della loro scuola, i druidi avevano operato l’ultimo grande cambiamento rimovendo l’isola di Avalon dal mondo dell’umanità. Adesso Avalon era celata nella nebbia. Le genti delle Tribù sapevano dov’era e là andavano a ad adorare. I romani, divenuti cristiani dal tempo di Costantino, credevano che i druidi fossero stati sconfitti dal Cristo, e non sapevano che erano ancora vivi e si tramandavano il loro sapere nella terra nascosta.   Se voleva, Viviana poteva vedere con la vista duplice, perché era la grande sacerdotessa di Avalon. Quando voleva, vedeva la torre che avevano costruito su Tor, il Monte Sacro dell’iniziazione: una torre dedicata a Michele, uno degli angeli ebraici la cui antica funzione era domare il mondo inferiore dei demoni…"




Avalon è un'isola leggendaria, facente parte del ciclo letterario legato al mito di Re Artù, situata nella parte occidentale delle isole britanniche e famosa per le sue belle mele, infatti il suo nome, letteralmente vorrebbe dire Isola delle Mele (anche se secondo alcune teorie, la parola Avalon potrebbe essere anche una traslitterazione inglese del termine celticoAnnwyn, cioè il regno delle fate, o Neverworld).
Il primo documento scritto che ci parla di Avalon dandogli il significato di Isola delle Mele si trova nella Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth; questa è la traduzione più probabile, visto che in bretone e in cornico il termine usato per indicare mela è Aval, mentre in gallese è Afal, pronunciato aval. Inoltre il concetto di un'"isola dei beati", posta nell'estremo occidente (il luogo del tramonto) è presente anche altrove nella mitologia indoeuropea, in particolare nel Tír na nÓg e nel mito delle greche Esperidi (anche queste ultime famose per le loro mele).
Secondo alcune leggende (cfr. il poeta Robert de Boron), Avalon sarebbe il luogo visitato da Gesù e da Giuseppe d'Arimatea e quello dove, proprio Giuseppe d'Arimatea, dopo aver raccolto il sangue di Cristo in una coppa di legno (il Sacro Graal), si rifugiò, fondando anche la prima chiesa della Britannia. Oggi l'isola di Avalon è normalmente associata alla cittadina di Glastonbury, in Inghilterra. Sarebbe anche il luogo in cui fu sepolto Re Artù, trasportato nell'isola su una barca guidata dalla sorellastra, la Fata Morgana. Secondo laleggenda, Artù riposa sull'isola, in attesa di tornare nel mondo quando questo ne sentirà nuovamente il bisogno.
Per alcuni Avalon andrebbe identificata con Glastonbury. A partire dagli inizi dell'XI secolo, prese corpo la tradizione secondo cui Artù fu sepolto nella Glastonbury Tor, che in passato era circondata dall'acqua, proprio come un'isola. Durante il regno di Enrico II, secondo il cronista Giraldo Cambrense e altri, l'abate Enrico di Blois commissionò una ricerca, che, a una profondità di 5 metri, avrebbe portato alla luce un enorme tronco di quercia o una bara con un'iscrizione: "Qui giace sepolto l'inclito re Artù nell'isola di Avalon". I resti furono sotterrati di nuovo davanti all'altare maggiore, nell'abbazia di Glastonbury, con una grande cerimonia, a cui parteciparono anche re Edoardo I e la sua regina. Il luogo divenne meta di pellegrinaggio fino al periodo della Riforma protestante. Una vicina vallata porta il nome di Valle di Avalon. Comunque, la leggenda di Glastonbury è stata spesso considerata falsa.
Secondo altre teorie,[senza fonte] Avalon sarebbe l'Ile Aval o Daval, sulla costa della Bretagna, oppure Burgh-by-Sands, nel Cumberland, che al tempo dei romani era il fortilizio diAballava, lungo il Vallo di Adriano, e vicino Camboglanna, al di sopra del fiume Eden, ora Castlesteads. Per una coincidenza, il sito dell'ultima battaglia di Artù si sarebbe chiamatoCamlann. Per altri Avalon sarebbe da ubicare sul Monte di san Michele, in Cornovaglia, che si trova vicino ad altre località associate con le leggende arturiane. Questo monte, è in realtà isola che si può raggiungere quando c'è bassa marea. La questione è confusa da leggende simili e toponimi presenti in Bretagna.
L'isola di Avalon veniva chiamata anche "Inis witrin" (cioè "isola di vetro") per l'abbondanza di guado, pianta che sfuma sull'azzurro e che i guerrieri celti utilizzavano per tingersi la faccia per andare in battaglia.
l mito di Avalon, l’Isola di Vetro avvolta dalle nebbie, luogo dei processi magici ditrasformazione e rinascita, in cui scorrono le sorgenti di White Spring e Red Spring, e dove crescono l’Albero della Vita, Yggdrasil, e l’Albero della Conoscenza, il melo dai frutti dorati, sacri alla Dea.

I cicli mitologici di Avalon e Camelot sono legati indissolubilmente alle leggendaria spada Excalibur, alla “cerca” del Graal e ai personaggi che ne sono protagonisti.

Morgana, Ginevra e Viviana, sono le tre energie archetipiche femminili della mitologia celtica, portatrici di un’antichissima sapienza legata al culto della Dea, della terra e dell’acqua, della Spada e del Calice. Artù, Lancillotto e Merlino, sono le corrispondenti energie archetipiche maschili, che nascono all’interno del ciclo di Avalon ed evolvono simbolicamente nel medievale ciclo di Camelot.

Insieme all’Isola di Avalon, Camelot è uno dei più importanti luoghi dove si svolsero le vicende di Re Artù. Secondo la leggenda era il luogo di residenza del grande Re e dei suoi cavalieri ma, come nel caso di Avalon, in cui si ipotizza che non sia un luogo realmente esistente, anche Camelot è stata a più riprese identificata con una città diversa dell’attuale Inghilterra o del Galles: alcuni autori l’hanno associata a Caerleon-upon-Usk in Galles, altri con Camelford in Cornovaglia. Mallory, in “La Morte d’Arthur”, l’ha identificata con l’attuale Winchester in Inghilterra.

Nel XVI secolo John Leland, nella sua trattazione della storia inglese, descrive invece Cadbury come l’antica Camelot: “All’estremo limite meridionale della chiesa di Cadbyri si trova Camallate, un tempo una famosa città o un castello. La gente nulla poteva raccontare di quel posto, ma essi avevano sentito dire che Artù si recò a Camalat.” Secondo Leland, Camallate o Camalat, è di certo la leggendaria Camelot, la nota fortezza dove risidevano Artù e il suo seguito di Cavalieri. 

Il ciclo bretone, o ciclo arturiano, si sviluppa in Bretagna, ed è un’insieme dileggende dedicato alle vicende di Artù e ai Cavalieri della Tavola Rotonda.
Il ciclo arturiano ha come sfondo geografico un’isola imprecisata chiamata Avalon, un tempo considerata solo un parto della fantasia degli autori di saghe e leggende, e tradizionalmente associata al magico modo ultraterreno (Sidhe).
Nel 1191 l’isola di Avalon venne improvvisamente identificata con Glastonbury in Somerset. La definizione di isola applicata a questa località dell’entroterra, venne giustificata dal fatto che Glastonbury sorgeva in mezzo a terreni acquitrinosi, e i vicini villaggi di Godney e Meare risalivano al 200 a.C circa. Tuttavia, a causa dell’anomalia geografica, il nome “Valle di Avalon” divenne un’alternativa molto usata.
Prima di questa data non vi era però stato alcun legame dichiarato fra Artù e Glastonbury, pertanto alcuni preferiscono associare Avalon a Tintagel, secondo l’idea di Geoffrey, altri invece puntano su Bardsey o Holy Island. Tuttavia è assai più probabile che il mondo ultraterreno dei Celti fosse un regno mitico, con una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Leggende sull’isola delle nebbie ne possiamo trovare a decine, ma la maggior parte di esse concordano su alcuni punti in particolare.
Avalon è considerata la dimora dei tre incantatori cardine del ciclo arturiano: Viviana, laDama del Lago e custode di Excalibur; Merlino il Mago, o il taliesin (questo nome è spesso inteso all’interno della saga arturiana come titolo onorifico per un bardo), colui che ha consegnato la spada a Re Artù; Morgana la Fata, sorellastra di Artù e madre di Mordred, il cavaliere rinnegato che metterà fine alla vita del grande sovrano.
L’isola è perennemente circondata dalle nebbie ed è impossibile trovarla o raggiungerla, a meno che gli abitanti dell’isola non “aprano le nebbie”, permettendo di approdarvi. L’isola è raggiungibile solo tramite una barca: in alcune leggende si dice senza rematori, in altre condotta da esseri non umani.
Avalon è considerata l’ultima dimora delle spoglie terrene di Artù, la leggenda infatti vuole che dopo che il re venne ferito da Mordred durante una battaglia, abbia chiesto ai cavalieri ancora fedeli di gettare Excalibur nel lago, da cui l’aveva tratta. Quando i cavalieri tornarono videro una barca che, trasportando il corpo in fin di vita di Artù, veniva avvolta dalle nebbie.
Le trinità femminile e maschile celtiche affondano le loro radici in questa sacra Isola di iniziazione. Secondo uno studio approfondito delle diverse narrazioni medievali riguardanti la vita di Re Artù e le gesta dei Cavalieri della Tavola Rotonda, prima fra tutte fu la famosa Cerca del Graal, e le figure femminili che appaiono al fianco degli eroi e che svolgono un ruolo importante nelle varie vicende, rappresenterebbero nove diversi archetipi di Donne divine, specchi di alcune delle infinite sfaccettature di un’unicaGrande Dea.
Queste nove dame sarebbero la chiave della riuscita delle diverse imprese dei Cavalieri e del Re stesso, ed è soltanto attraverso di loro che essi conoscono e sperimentano la Sovranità della Terra e il significato del Graal. La Sovranità, infatti, sarebbe sempre dovuta essere conferita da una donna, in quanto la Terra è Donna e la Donna è Terra, e per regnare sulla Terra, mostrandosi rispettosi verso di essa, era necessario riservare lo stesso amore e rispetto alla donna. Solo così, comprendendo e amando entrambe, la Sovranità sarebbe stata riconosciuta e le terre avrebbero potuto prosperare in perfetta gioia e armonia.
ertanto, nel momento in cui il rispetto per una delle due, o per entrambe, fosse venuto a mancare, la Sovranità avrebbe perso la sua componente divina e il regno si sarebbe trasformato in landa desolata, così come una landa desolata sarebbe divenuto anche lospirito di chi tale rispetto aveva negato.

Queste nove donne rappresentano, dunque, sia la Sovranità che il principio femminile incarnato, sotto ogni aspetto. Secondo le interpretazioni dei due autori Caitlin e John Matthews nel loro Ladies of the Lake, a seconda delle particolarità e dei diversi simboli che portano con sé, le nove Dame del Lago potrebbero essere associate alle festività pagane della Ruota dell’Anno, rappresentandone ciascuna gli aspetti.

Così ad ogni Dama corrisponderebbe una festa:

 Ragnell, la Sposa Ripugnante e Dama degli Indovinelli (Solstizio d’Inverno)

 Dindraine (sorella di Perceval), la Vergine del Graal e Regina delle Lande Desolate (Imbolc, Candelora)

 Kundry, la Laida Pulzella e Oscura Signora della Conoscenza (Equinozio di Primavera)
 Ginevra (moglie di Artù), la Regina dei Fiori (Beltane, Calendimaggio)
 Enid (moglie di Erec), la Signora della Gioia (Solstizio d’Estate)
 Igraine (madre di Artù), la Regina Madre (Lughnasadh, 1 Agosto)
 Nimue, la Dama della Porta e Custode delle Strade (Equinozio d’Autunno)
 Morgana (sorella di Artù), l’Incantatrice e Regina della Ruota (Samhain, Halloween)
 Argante, la Dea e Dama del Lago (il Centro della Ruota dell’Anno)

Le nove dame sono inoltre suddivisibili in tre gruppi, ognuno formato da tre di esse:
✧ Igraine, Ginevra e Morgana: le parenti di Artù, fondamentali per la sua vita

✧ Argante, Nimue ed Enid: le Sorelle della Sovranità, appartenenti all’Altromondo, ovvero ad Avalon

✧ Kundry, Dindraine e Ragnell: le Damigelle del Graal, fondamentali per la riuscita della Cerca

Questi divini archetipi ci accompagnano durante lo studio della storia di Artù e del Graal, ma forniscono anche un aiuto ed uno spunto importante per vivere e comprendere le diverse festività dell’Anno, e per “sentirle” con pienezza, sperimentandole ed entrando, il più possibile, in comunione con esse.

MORGANA, Sacerdotessa iniziata, Soror Alchemica, Regina dell’Oltretomba. Connessa al potere della Luna, guaritrice e custode delle sorgenti sacre, guardiana delle porte tra i due mondi, è colei che ha avuto in sorte l’abisso e il suo ritorno, che conosce le vie dell’ombra e della luce. E, parallelamente, GALAHAD (Lancillotto), il guerriero iniziato al culto di Avalon e poi paladino di Camelot, Primo Cavaliere e fedele amico di Artù.


GINEVRA, la Regina Cristiana, connessa al potere del Sole e custode e garante del simbolo solare della Tavola Rotonda, è ideale di amore puro, che muove ad un’unione spirituale con il maschile, attraverso il CUORE.


ARTU’, corrispettivo maschile di Ginevra, il grande Re, il Cavaliere Rosso, che tiene uniti con il potere dellla Spada e del Calice il vecchio mondo dei Druidi e il nuovo mondo cristiano, fondando Camelot. Allo stesso modo unisce ed integra il potere del femminino sacro e del mascolino sacro, il potere dello spirito e la forza del cuore, l’impeto guerriero e lo slancio mistico, sancendo il passaggio dalla cavalleria terrestre a quella spirituale.


VIVIANA, la Dama del Lago, Sacerdotessa Suprema della Dea, che unisce il potere del Sole e della Luna, governa gli elementi della natura, veggente e custode dei cicli Vita/Morte, compagna e consigliera di Merlino, custode del Pozzo Sacro e della Sacra Spada che consegnerà ad Artù.


MERLINO, corrispettivo evolutivo di Viviana, il più potente dei Druidi, che nella leggenda cristiana è divenuto il MAGO, custode dell’antica sapienza esoterica e misterica. Colui che conosce “l’arte del fare”, i segreti dell’universo e domina gli elementi e le forze occulte della natura, attraverso il potere sottile della “coscienza illuminata” e della visione.


Questi personaggi sono considerati “archetipi dell’Eterno”, perché d’importanza fondamentale per la comprensione dell’uomo e del mondo; si possono trovare degli equivalenti in molte altre tradizioni, sebbene non sempre così ben delineati. Un’attenta riflessione sul loro significato può fornire spunti tanto a chi si interessa di psicologia del profondo, quanto a chi segue una delle molteplici vie dello spirito, alla ricerca di sé.

L’esame di queste figure archetipiche, e dei loro tratti fondamentali, risulta essenziale anche per una migliore comprensione dei testi arturiani, in cui le caratteristiche di personaggi e situazioni subiscono spesso modifiche apparenti a causa delle diverse sensibilità dei loro autori, appartenenti a luoghi ed epoche spesso lontani fra loro.

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