mercoledì 25 luglio 2012

MESSICO, una vacanza da sogno.



Playa del Carmen, Yucatan - Messico
Estate 2000

La mia testa fa capolino nel mare di cristallo azzurro, il sole caldissimo e la luce abbacinante, fecero si che allora mi dovetti immergere nell'oceano con una maglietta per evitare una scottatura proverbiale visto la mia pelle lentigginosa. Guardo la seconda foto e provo nostalgia di quella incredibile vacanza. Già l'arrivo dal cielo era stato fantastico, Cancun grandisssima e piena di alberghi moderni e le lagune che la circondano sembrava un miraggio, una sorta di Atlantide fantastica e dietro la città l'immensa boscaglia dello Yucatan. La foto che ho fatto dall'oblò dell'aereo la dice tutta.
Poi i colori intensi, i profumi che questa splendida terra concede sono indescrivibili. Da Chichen Itzà a Xhela fino ad arrivare a Tulùm, ci si accorge che la magia e l'arcano sono tra le mura di queste misteriose città Maya, ma il mare e la sabbia sono impagabili. Ricordo che osservavo le strade che portavano al mare tutte circondate da fiori tropicali e piante sempre verdi, gli alberghi moderni e ville stupende e sempre quel cielo azzurro a volte venato da grandi cirri bianchi.
Il mare immenso, di vari colori indescrivibili e incredibilmente caldo, tanto da non farti mai uscire dalle sue acque, da farti star bene nonostante il clima tropicale. I profumi intensi dei fiori, i frutti freschi e la luce della notte piena di grandi stelle danno un senso di fantastico a tutto.
Osservando nuovamente la seconda foto dove la mia testa emerge da quel mare stupendo, mi ritorna in mente un episodio che accadde mezz'ora dopo: decisi di fare nuovamente un bagno e per il troppo sole, nuovamente indossai sotto l'ombrellone, la maglietta gialla e mi tuffai nelle splendide acque turchesi. Sott'acqua non si sentivano più le voci chiassose dei bagnanti e mi immaginai di essere in un altra dimensione. Pesci colorati facevano qualche guizzo poco lontano. Una piccola medusa azzurra poco più in la si stava allontanando velocemente con movimenti danzanti. Ogni tanto riemergevo per riprendere aria nei polmoni e quando ero nuovamente sotto avevo desiderato che poco lontano ci fosse la città di Atlantide in tutta la sua bellezza, lo so ho fantasia ma in quel momento sarebbe stato meraviglioso se fosse stato vero. D'improvviso una mano mi afferrò il braccio, che spavento presi, così mi destai dai miei pensieri e riemersi subito. Un carissimo amico rise dicendo forte: ragazzi abbiamo preso un pesce pacco da mettere nel museo: così finì miseramente il mio sogno nettuniano nello splendido mare caraibico.

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