lunedì 30 luglio 2012

Un giorno d'autunno, una fontanella e due occhi color del mare



Sotto i miei passi cadenzati, le foglie d'autunno cadute sulla stradina in mezzo alle colline avevano un fruscio quasi musicale, sembravano un lungo tappeto colorato di giallo, rosso e bronzo che proseguiva senza fine negli alti alberi quasi spogli che adornavano questi piccole alture piene di vigneti, l'unica isola in mezzo alla pianura lombarda. La leggera nebbiolina aveva ormai lasciato il posto ad un sole tiepido stagliato in un cielo azzurro striato di nuvole bianche ed una leggera brezza fresca proveniva da sud est, era il secondo giro della mia corsa mattutina ma avevo già parecchia sete, le Terme di Miradolo erano qualche chilometro poco più avanti ma sapevo che, qualche centinaio di metri più in là c'era una fontanella dove molte persone si fermavano a bere in ogni momento della giornata. Pochi minuti dopo ero già lì, non vedevo l'ora di rinfrescare la mia gola e anche se il sapore era leggermente strano, almeno mi potevo dissetare. Qualcuno davanti a me, stava già sorseggiando la fresca acqua, mi avvicinai piano e aspettai il mio turno. vidi quella figura vestita con una tuta blu con una striscia bianca ai lati delle maniche e dei pantaloni. Chi stava bevendo in quel momento sentì la mia presenza, si girò ed in un istante il mio cuore fece un tuffo, davanti a due splendidi occhi chiari dal colore del mare in una giornata di tempesta, dei ricci biondi uscivano dal cappellino di lana ed un sorriso smagliante mi si aprì davanti come un fiore di primavera. "Prego, è sua ora"... disse, in quel momento capii che non potevo lasciare andar via quell'angelo.
Poco più tardi correndo per la salita dopo l'albergo "Milano", vidi di nuovo quella figura seduta sul ciglio evidentemente stanca, sorrisi, "E' un po' dura oggi..." mi rispose con un broncio sincero... "Se vuole le faccio compagnia e magari se va verso S. Angelo, possiamo fare insieme la strada... Mi chiamo Paolo". "G..." mi disse porgendomi la mano e si alzò, "Solo che ho lasciato l'auto parcheggiata vicino alla cascina "Villa Favorita", magari se vuole le do un passaggio...". Avevo anche io l'auto nei pressi ma riuscimmo a scambiarci il numero di telefono promettendoci di correre insieme, così ci saremmo annoiati di meno.
Per molto tempo le corse non furono solitarie, ricordo che un mese dopo, aveva incominciato a piovere e ci ritrovammo insieme in auto, non so cosa scattò ma ci guardammo negli occhi ed in un attimo le nostre labbra si toccarono e così iniziò la nostra storia d'amore, le stagioni lente correvano davanti a noi e noi vivevamo quell'avventura spensieratamente... Solo mia sorella seppe di noi due, non so perché ma la vivemmo distaccati da tutto, la nostra vacanza estiva fu bellissima, i tuffi nel mare, le passeggiate di sera sul lungo mare, le mattinate in giro per i mercati ed infine arrivò settembre e con settembre un altro autunno. Ma quando arrivò prepotente restai solo fra i boschi rossi di quelle colline, da parte sua era finito quell'entusiasmo ed io avevo voglia di incominciare un'altra vita, non ricordo di aver sofferto molto ma quel pomeriggio dell'addio c'era un sole assurdamente limpido non degno di un amore finito. Ero in bicicletta e pedalai di corsa fino a casa ma fu sotto la doccia che mi liberai dal pianto e dalla rabbia ma tutto finì lì.
Sono passati tantissimi anni, l'angelo era uscito dalla mia vita poco più di un anno dopo il nostro incontro, ci siamo rivisti una sera in una discoteca della zona, sorridemmo entrambi e mi presentò la persona che ha sposato qualche anno prima, ci guardammo negli occhi per un istante, poi ci salutammo come vecchi amici e da quel giorno non ci incontrammo più. Tempo fa tornai in quei posti a me familiari, la fontanella era sempre là ma tutto era cambiato, forse solo i nostri ricordi restano uguali per sempre.

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