venerdì 13 luglio 2012

Scappiamo con le ciliegie?



Estate 1974, colline di San Colombano al Lambro.
   Con Lucio, Alberto ed Antonio decidemmo il giorno prima che questa mattina calda, di prendere le nostre biciclette e di fare un giro lunghissimo sulle colline poco distanti e mangiarci un panino in qualche spiazzo verde tra quelle rigogliose alture piene di vigneti e alberi da frutto. Ovviamente grazie a non so chi, la voce si sparse e a noi (veramente avremmo preferito che non si aggregassero) si aggiunsero una cugina di Lucio, due sue amiche e un paio di altri ragazzi. Dopo la colazione finalmente la lunga fila di biciclette uscì dalla città avviandosi sul "mio lungo" la stretta via di campagna che portava su per le colline banine. Cantammo a squarcia gola le canzoni di quell'estate, ridevamo forte alle storielle di Alberto, avevamo preso in giro come al solito, Lucio finchè passata la sorgente della fontanella ci avviammo verso le Terme di Miradolo. Che fresco c'era tra quegli alberi, la musica che proveniva dalla sala da ballo all'aperto di quelle fonti, ci fece compagnia per un bel tratto. Passammo a fianco della grande piscina invidiando chi faceva il bagno e finalmente dopo l'Hotel Milano ci trovammo in cima ad uno dei più alti colli. Il panorama era magnifico, queste colline, uniche in tutta la pianura padana occidentale, facevano spaziare lo sguardo in ogni direzione. Da Pavia, al fiume Po inoltrato verso Piacenza, il monte Penice e altre montagne ai confini della Liguria facevano da cornice e più in fondo verso ovest  si stagliava la sagoma del Monviso con la sua punta alta. Dietro le nostre spalle la parte settentrionale della pianura Padana da Novara a Brescia e le Alpi in fondo alte e maestose davano al paesaggio un che di fiaba. Ci accampammo lì mangiandoci i nostri panini, bevendo coca cola e ridendo come stupidi, ma l'età lo consentiva, Erano già le due passate e quando ci accingemmo a ripartire quando la cugina di Lucio disse: "Guardate quante ciliegie!". Infatti poco distante un folto boschetto di ciliegi era pieno di quelle piante e dei suoi frutti invitanti, "Prendiamone qualcuna e portiamocele a casa...". A me non piacque molto l'idea, il boschetto era di qualcuno e rubare anche ssolo un frutto non era nei miei pensieri ma prima che potessi dire qualcosa, quasi tutti corsero verso quelle piante e prendendo un po' di ciliegie qua e là, riempirono gli zainetti. Lucio quasi balbettava "No... dai... no...dai... No dai...".
"Presto andiamocene via!" disse quasi gridando Alberto con la sua voce squillante "Sento qualcuno arrivare..." Da lontano il proprietario stava arrivando con un piccolo trattore, ci avrebbe visto con le ciliegie nelle borse? Quasi tutti sparirono sulla strada asfaltata pedalando velocemente nella direzione opposta tranne me e Lucio, a lui era caduta la catena della bicicletta mentre il proprietario era ormai vicinissimo. Io sudavo freddo avevamo con noi l'unica borsa di plastica in cui si vedevano quelle rosse amarene. Misi la tovaglia del pic nic sopra nascondendole alla vista.
Lucio era procucpatissimo mentre a piedi eravamo sul sentiero quasi a fianco del proprietario. "Che succede ragazzini? Vi serve aiuto?" disse lui gentilmente guardando la catena pendente dal carter della bicicletta di Lucio. "Si si..." dissi io "Stavamo facendo un giro tra le colline e l'unico riparo dal sole era qui dove ci siamo fermati a mangiare un panino, ma mio cugino gli è caduta la catena e ora dobbiamo andare fino a S. Angelo così...".
L'uomo rise "Vi aiuto io..." Fu gentilissimo ci aiutò a montare la dannata catena e poi guardando la borsa di plastica disse facendo un cenno con lo sguardo verso i ciliegi: "Se volete potete prendere qualche amarena dalle mie piante..." Sarei sprofondato mentre Lucio era diventato paonazzo dalla vergogna. L'uomo prese un sacchetto dal trattore e mise dentro una grossa manciata di ciliegie e la porse a me. "Toh le puoi aggiungere alle altre nella borsa... Ma fate presto prima che diventino marmellata con questo caldo.". Scoppiai a ridere mentre Lucio chiese scusa, ma lui quell'uomo gentile sorrise "La prossima volta non fatelo più. Siete dei "balossi" tremendi... Per ora va bene così non sono andato certo in malora... Ciao "fiuleti!", ci salutò così bonariamente mentre noi velocemente il più possibile tornammo sulla strada che porta a casa. Un paio di chilometri più a valle i nostri amici ci aspettavano sotto una pianta preoccupati. Quando raccontammo il fatto del proprietario, la cugina di Lucio disse "A saperlo ci fermavamo anche noi, magari ci scappava un altro sacco di ciliegie...".
"Si sulla testa!" le rispose Alberto e tutti risero tranne Lucio ed io che davvero, eravamo rimasti malissimo. Ma l'età dell'incoscienza ci fece dimenticare presto l'avventura e cantando nuovamente a squarcia gola tornammo alle nostre case, io mi ero tenuto il sacco delle ciliegie regalatoci da quel bravo uomo così mi sentii meno in colpa... In fondo ce le aveva regalate lui.


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