martedì 31 luglio 2012

Una sera strana, una sera magica


E' capitata davvero questa mia avventura e chi mi conosce bene sa e lo può confermare anche qui che ho un intuito fortissimo che spesso va oltre alle cose normali, ancora adesso la ricordo nei minimi dettagli anche se potrà sembrare strano. A volte succedono cose che non immagineremo mai ma che possono dare una svolta alla nostra vita e farci scoprire qualcosa che era nascosta o sopita dentro di noi.

Sera d'Agosto di tanti anni fa.

La luna piena quella tarda sera brillava sulle montagne delle mie vacanze. Dopo una giornata di sole e di divertimenti con gli amici sulla spiaggetta del piccolo lago incastonato tra quei monti, non volli seguirli in discoteca, pensavo di stare un po' da solo e decisi dopo essermi gustato un'ottima pizza, di farmi una passeggiata solitaria per le strade di quella cittadina turistica così amena e tranquilla.
I miei erano andati a cena con amici in un paese vicino, lentamente assaporando quella frescura percorsi la strada che costeggiava il piccolo lago e mi ritrovai poco dopo sulla diga, alcuni versi di uccelli notturni echeggiavano nei boschi vicini, mille stelle un po' offuscate dalla luce lunare, brillavano alte. Proseguii salendo una piccola erta fino alla deserta piazzetta dei caduti e mi sedetti sulle panchine.
Un brivido leggero corse sulla pelle quando sentii dei passi poco distanti da me, rimbombavano strani nel silenzio e nel l'oscurità. Da un angolo di una casa apparve una figura femminile che si avvicinò piano nel posto dove stavo seduto e quando fu sotto la luce forte del lampione vidi una donna anziana sorridente con un gatto fra le braccia.
"Sta birba nera scappa sempre nelle ore più impensate." disse sedendosi a fianco fissandomi negli occhi.
La gentile signora era vestita di verde, capelli raccolti da uno chignon e sorrideva sempre. La salutai mentre il gattone nero con gli occhi dello stesso vestito della donna mi guardava serio.
"Che ci fa sto bel ragazzino dai capelli lunghi seduto da solo mentre gli altri sono a ballare vicino al lago?"
"Volevo guardare le stelle e stare un po' in compagnia di me stesso signora..." le risposi tranquillo.
"Bene, ottimo, eccellente..." disse seria "Un giovanotto che vuole stare solo e guardare le stelle è una cosa impensabile al giorno d'oggi. E' segno di una mente che va aldilà delle convenzioni, uno spirito libero insomma... Sai cosa vuol dire?"
Annuii ma ebbi il timore che iniziasse a parlare dei suoi tempi in cui tutto sembrava andasse per il meglio, che i giovani erano più bravi... Insomma le solite cose che una persona non più giovane dice a chi è disposto a malincuore o no, ad ascoltarla, ma lei continuò invece sorprendendomi.
"Uh stai tranquillo non ti parlerò dei tempi andati se questo temi. Ti confido un segreto... " si avvicinò mettendomi il gatto in braccio, mi inquietai leggermente, ma il gatto stava tranquillo sulle mie ginocchia "Ti ho visto dalla finestra arrivare dalla strada vicino al bosco e pensai che finalmente è arrivato, scambiandoti per... meglio che non te lo dica.."
In quell'istante cercai di non pensare che fosse pazza, sentivo quasi che forse mi avrebbe letto nel pensiero. Mi alzai in preda ad un'inquietudine, lei sorrise "Signora ora devo and.."
"Hai paura? Ti ho fatto paura?" era seria.
"No è che si sta facendo tardi e devo tornare in albergo, la saluto. Buonasera"
Feci per allontanarmi quando lei parlò leggera ma la sua voce sembrò una bomba alle mie orecchie.
"Ragazzo dagli occhi grigi di stregone, quella persona dai capelli neri che speri di vedere domani, partirà per due giorni e non la vedrai finché non sarà tornata domenica."
Mi girai di scatto come faceva saperlo?, come faceva sapere di quella persona?
"Come lo so?" rise "Io sono una strega di quelle buone intendo... forse."
Mi fece un cenno e mi risedetti vicino a lei. Mi guardò negli occhi e ripetè "Hai gli occhi grigio blu da stregone, come quelli di mio padre, penso che tu dentro abbia qualcosa in più di altre persone... Ora guarda quella casa bianca davanti a noi e dimmi chi, secondo te, ci abitava tanti anni fa? Pensa col cuore e lascia libero il tuo spirito..."
Non so cosa pensai di preciso, so solo che nel giro di qualche secondo, istintivamente un'immagine si fece strada nella mia mente, le dissi "Credo ma non sono sicuro che ci abitasse un ragazzo dai capelli biondi che scalava le montagne ma penso che ora non ci sia più lì."
Pensai ma che sto dicendo sono diventato matto come questa. Lei rise ma mi sembrava che i suoi occhi avessero perso la vivacità di prima, il gatto era ancora vicino a me e si strusciò contro il mio braccio "Vai caro, vai...è tardi ti aspetteranno, mi ha fatto piacere conoscerti, lo sentivo che questa era una sera diversa dalle altre.".
La lasciai, mi girai indietro prima di prendere la strada che porta all'albergo e lei era lì col gatto in braccio, mi fece un cenno di saluto.
Il giorno dopo la persona che avrei voluto vedere e stare in sua compagnia partì per due giorni, turbato ed incuriosito per quella previsione azzeccata, nel bar dell'albergo chiesi al proprietario se conosceva una signora strana che doveva abitare nei pressi della piazzetta dei caduti, mi confermò che la conosceva. Era una donna di origine croata che aveva sposato uno di un paese vicino decine di anni prima. Mi raccontò che si trasferì in questo posto quando ebbe i tre figli tutti maschi, il primo era un medico che viveva a Bologna, mentre il terzo lavorava in Inghilterra, ma il secondogenito era diventato una guida alpina, che poi è morto anni addietro cadendo da uno strapiombo. Mi spaventai, l'uomo continuò dicendo che era stato un bel ragazzo alto e biondo e abitavano nella casa davanti al monumento, una casa bianca. Scappai letteralmente fuori dal locale con una scusa, agitato mi sedetti sull'altalena in giardino, cercai di calmarmi. Dopo qualche minuto ritrovai la tranquillità e voltando la testa verso la strada come d'istinto, la vidi passare a pochi metri da me in compagnia di un'altra signora, poi come se mi avesse visto col pensiero si girò e mi salutò.
Mia madre che nel frattempo era apparsa dalla porta che dal salone conduce nel giardino dove mi trovavo, vide quel saluto ed avvicinandosi mi chiese chi fosse quella signora. "Una strega" le dissi sorridendo, "Una strega ma di quelle buone." sorrisi a mia madre. Lei ridendo mi diede una finta sberla sulla testa arruffandomi i capelli. "Sei sempre il solito fantasioso sognatore."
Già e se fosse stato vero? Se davvero quella donna fosse stata una buona strega?

2 commenti:

  1. che bella storia, scritta molto bene. L'ho letta d'un fiato...mi chiedevo però: l'avrà inventata? Ma che importa...anche inventata è fantastica.

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  2. E' vera, ovvio che scriverla ho voluto dare un tono fatato... Ma è capitata davvero.

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