sabato 10 dicembre 2016

FANTASIE


FANTASIE 

Si sognava
da piccoli
un mondo magico.
Un mondo dove 
tutto era possibile,
dove tutto era 
fintamente vero.
Amici immaginari,
elfi, fate ed angeli
volavano attorno
nella propria fantasia.
Dove i paesaggi
erano meravigliosi
visti con occhi
innocenti ed incantati.
Un sogno che finisce
dove la realtà
riprende il suo corso.
Ma dentro i sogni
e le fantasie rimangono
se si vorrà...
Per sempre.

Giampaolo Azule DS

martedì 6 dicembre 2016

NATALE


NATALE
Che strana festa
quella del Natale.
Un lontano antico
Dio Sole dicembrino,
venerato osannato
per la sua rinascita
quando riprendendo
lentamente il cammino,
saliva verso lo zenit
del suo semestrale viaggio.
Un antico Dio Sole
divenuto poi sacro,
annuncio di gioia,
e nascita di un nuovo
giovane Dio sacrificale,
per la nuova religione
piena di dogmi
proibizioni e sensi di colpa.
Di quale annuncio
di gioia si parla?
Quella di chi sta bene
quella di chi ha vita agiata
quella di chi ha cibo
e beni in abbondanza.
O è la gioia interiore
scambiata o dettata
per fede, per carattere
od altre supposizioni
per accontentare
e per illudere chi
la gioia non sa cosa sia?
E per chi non ha nulla?
Non ha lucine ed addobbi
non ha regali sotto
un albero luminoso
di origini nordiche?
Per chi non ha un letto,
casa, calore, famiglia?
Quale tipo di Natale
e di gioia saranno?
Eppure un'immagine
di un bambino povero
che corre sorridendo
felice con un albero
che forse decorerà
con semplici ninnoli,
suscita un senso
si dolcezza e tenerezza.
Nella sua innocenza
forse felice lo è davvero.
Senza regali ed addobbi,
senza lucine e dolci
ma con un cuore
pieno di gioia e speranza.
Che festa strana
è il Natale.
Giampaolo DS

sabato 3 dicembre 2016

NEVE BIANCA, NEVE D'ARGENTO



NEVE BIANCA, NEVE D'ARGENTO

La solitudine non è brutta, non è bella è solitudine. A volte interiore quando sei con tante persone attorno, a volte è davvero il destino della propria vita, spesso siamo noi stessi ad isolarci vuoi per carattere, vuoi per scelta.
Ho più di ottant'anni e tutta la mia vita è scivolata velocemente tra i meandri del tempo, quasi senza accorgermi di tutto questo, nonostante ora mi rendo conto che non è stata proprio così.
Il viaggio è stato lungo, l'ago della bilancia di questa mia vita si è spostato materialmente verso il basso nei dolori e nelle sofferenze, mentre spiritualmente per fortuna, questi dolori, hanno spinto questo ago verso il basso fin quasi a toccare la base, portandomi ad una conoscenza interiore enorme e speciale che solo le esperienze forti sanno fare.
Sono davanti alla finestra per guardare la neve scendere copiosa sulla panchina davanti al parco di fronte a casa mia, le mie valigie sono pronte per partire in luoghi più caldi dove passerò almeno altri sei mesi della mia vita, dove il freddo ed il buio non ci saranno... Eppure... 
Eppure mi dispiace lasciare questo paesaggio ma la salute lo richiede, per me ora questa neve è d'argento come i miei capelli ed il mio cuore: brillante, bello, giovane anche se sono negli ultimi mesi o forse anni della mia esistenza.
Con la mente mi rivedo bimbo, giovinetto, ragazzo poi adulto dove la neve da piccolo era divertente, bianca, portatrice di sogni, poi crescendo con i dolori e sofferenze diventava ogni anno, d'inverno, sempre più grigia, brutta e gelida... Fastidiosa.
Da bambino correvo nel cortile della mia casa di campagna, in quello della scuola e dell'oratorio con gli amichetti, lanciandoci palle di neve o costruire buffi pupazzi di neve dove non si trovavano mai una carota per il naso e qualche buffo cappello o sciarpa per addobbarlo...
Poi da ragazzo e da adulto, la neve era diventata fredda e fastidiosa, dove per andare al liceo e poi più tardi nel tempo al lavoro, fare il tragitto si era quasi congelati e arrabbiati, tra persone che sbuffavano e inveivano contro il mal tempo.
Ricordo le automobili che ti buttavano addosso quel misto di neve scura, fango ed acqua sui vestiti, passando veloce sulla strada, incuranti di chi era sui marciapiedi e veniva sporcato tra le maledizioni imprecate.
Poi quando tutte le fatiche della prima "gioventù" erano passate, ritrovando un equilibrio con l'età che avanzava velocemente la neve bianca poi sporca, divenne argentea come le luci di gioielli antichi lavorati a mano, divenne argentea come lo ero diventato io.
Qualcuno ora mi distoglie dai pensieri e dalla visione della panchina davanti a casa che si stava coprendo di quella meravigliosa pioggia densa e candida, è ora di partire di fare il viaggio dove il sole scalderà le mie ossa malate...
Mi dispiace, mi dispiace dentro nel cuore e nella mente perché qui, nel tepore di casa, la visione fuori dalla finestra è una magia da cui non vorrei staccarmi e quel paesaggio fatato ormai fa parte di me, di come sono diventato, felicemente d'argento come una cosa preziosa.
Neve bianca, neve d'argento per sempre nella mia anima.

Giampaolo Daccoò Stella
03 dicembre 2016

domenica 20 novembre 2016

ALLA FINESTRA




ALLA FINESTRA

Guardavo da piccolo.
attraverso la finestra
come in un sogno
le speranze del futuro.
Immaginavo una vita,
un'esistenza luminosa
fatta di esperienze
incredibili e meravigliose,
dove vivevo felice e sereno
Il cielo era sempre azzurro
nonostante vicine a me,
le nuvole erano oscure
ed ero troppo piccolo
per capirle e vederle.
Ma come tutti i bimbi
i sogni sono future realtà
piene di speranze,
piene d'amore e felicità.
Guardando attraverso
i vetri limpidi e chiari
della finestra davanti sognavo.


Ora i miei occhi osservano,
guardano attraverso
la finestra davanti a me.
Sono passati tanti anni,
il cielo non è più azzurro
e come allora nonostante
i sogni di un futuro sereno,
questo manto sopra la testa
è pieno di colori diversi,
ma predomina il grigio.
Quel grigio delle nuvole
che un tempo erano accanto
a me quando ero bambino,
quando i miei desideri
erano tanti e tutti colorati
di un celeste infinito
e che non potevo vederle.
Eppure tra quel grigio
eppure tra la disillusione 
che vedo davanti a me, 
si è aperto uno spiraglio.
Una luce azzurra si affaccia
si allarga sempre di più,
la vedo con la mente
in modo chiaro ed indelebile.
Forse ancora la speranza
di un futuro pieno
di incognite, di sorprese
di progetti e realtà
è proprio lì davanti 
a questa finestra chiara,
dove i miei occhi fissano 
quel cielo che si apre
 piano e dentro nel cuore
la speranza e la serenità
di un lontano futuro
sono tornate vive come allora,
come quando da bambino
guardavo da una finestra
il mio futuro meraviglioso,
ed un sorriso nel mio cuore
si apre scaldando la mia essenza.

GpDS



                            
        

martedì 15 novembre 2016

UNA VECCHIA STORIA DI AMICIZIA ED AFFETTO






"UNA VECCHIA STORIA DI AMICIZIA ED AFFETTO"
Enzo e Paolo, amici fin da piccoli, stessa erre moscia, stessa altezza, stesso massa di capelli, stessi occhi da furbetti, stessi amici, stessa età, ma...
Uno viveva nel Bronx (Enzo) e Paolo viveva vicino al Muro di Berlino (per chi conosce il posto sa cosa intendo). 
Quindi due quartieri diversi, persone diverse, lotte diverse, modi di vivere diversi.
Uno scapestrato, vivace, indomabile, irriverente, selvaggio.
L'altro educato, solitario, artista, sentimentale, raffinato.
Difetti e pregi che non sarebbero mai andati d'accordo tra due persone così... Eppure loro due amici lo sono stati e tanto, Enzo del Bronx e Paolo del Confine. Entrambi avevano libero accesso per motivi differenti, sia nelle zone belle, sia nelle zone pericolose di Baraza City.
Provenivano da due famiglie abbastanza complicate, alle spalle esperienze difficili con due modi di vedere la vita, con due modi differenti di essere ma accumulati da un destino, quello di essere vitati da tanti per varie ragioni.
Crebbero insieme anche se non continuamente, poi la compagnia fatta da tanti ragazzi e ragazze di diverso ceto sociale tranne quello alto li unì ancor di più. Poi venne la musica in comune, le gite (anche se le chiamerei volate) in moto, le pizze alla sera, a 18 anni come un fulmine a ciel sereno in una sera d'estate, in un paese vicino a Milano, per colpa di qualcuno, le vite si dividono. Era stato forse il destino, il posto sbagliato, il momento sbagliato, le persone sbagliate. Non si videro più per 37 anni.
Enzo e Paolo ormai adulti, si erano ritrovati un paio di anni prima grazie a facebook, e si sono rivisti qualche mese dopo narrandosi le loro storie vissute dal giorno in cui si ruppe qualcosa.
Avevano scoperto che vissero molte cose in modo simile, ma le aspettative e i progetti di entrambi erano stati completamente diversi. Ognuno dei due aveva intrapreso una strada che mai si sarebbero aspettati e sono arrivati allo stesso punto... Punto che non racconterò in quanto la nostra vita privata è appunto privata.
Le persone di allora pensavano che Enzo poteva diventare qualsiasi cosa tranne che avere una carriera e una famiglia perfetta, sfortuna per loro, le previsioni erano state tradite.
Le persone di allora pensavano che Paolo sarebbe diventato un architetto o uno psicologo molto quotato, anche questa previsione è stata delusa questa volta sia da chi lo pensava, sia da Paolo.
Enzo e Paolo sono diventati uomini con le loro vicissitudini ed esperienze, arrivati ad un punto della vita dove si fanno i bilanci e dove ci sono ancora molte cose da fare e progettare.
La cosa più bella è che dopo 37 anni in cui si sono persi (e non contate l'età per favore), ritrovatisi per caso su facebook e poi rivisti di persona... Sono rimasti gli stessi "sciocchi" ragazzi di allora, ma con un grande senso di responsabilità portato avanti nel tempo, una presa coscienza di se stessi, e posso no essere definiti: "Uomini di coraggio" e loro due sanno cosa vuol dire questa frase. 
Un abbraccio Enzo, felice di riaverti nuovamente come amico.
Paolino

domenica 6 novembre 2016

ME STESSO, IN UN GIORNO DI PIOGGIA A NOVEMBRE



ME STESSO,
IN UN GIORNO DI PIOGGIA
A NOVEMBRE

Com'è difficile nascondere i propri pensieri, non sentire nel cuore quella malinconia ed infinita tristezza, quando vedi la pioggia cadere da un cielo grigio e plumbeo.
Com'è difficile cercare di non ricordare o farsi travolgere dalle emozioni e dai ricordi di chi non è più con noi.
Sembra che Novembre, un mese pieno di colori caldi e di romanticismo, faccia di tutto per far riaffiorare nella mente i fantasmi crudeli del nostro passato, far rivivere nel cuore il dolore di perdite, di delusioni, di rancori e di torti.
Oggi mi sono ritornate nella mente molte cose: persone, volti, pensieri, situazioni che purtroppo questa pioggia fredda non vuole farli annegare nell'oblio, in qualche camera oscura o in meandri nascosti della mia memoria.
Non capisco se la mia è una voglia inconscia di soffrire oppure, se davvero questo tempo sia così sadico da far del male per nulla; "I pensieri vanno e vengono e si possono cancellare sempre se tu lo desideri... Non ha senso rinvangare per poi starci male" mi dicono spesso chi forse pensieri e passato difficile non ha mai avuto oppure è talmente bravo da riuscire a farlo e nascondere tutto.
Personalmente, sarà una mia debolezza ma non ci riesco.
Eccomi qui, davanti alla finestra ad osservare rigagnoli di pioggia scendere dai vetri, a guardare nuvole grigie che corrono da qualche parte nel cielo. 
Foglie rosse e gialle sono tappeti nel giardino sottostante e i rami scuri delle piante ormai nude sono quadri malinconici davanti ai miei occhi, l'istinto mi ha "aiutato" a non ascoltare la musica, sono sicuro che avrei scelto canzoni sbagliate, che avrebbero incupito ancor di più la giornata.
Ora stanno passando sotto casa dei bambini allegri, vestiti con colori vivaci, mi scappa un sorriso... Loro si che vivono bene la loro età spensierata, mi volto istintivamente verso l'ingresso di casa, guardo il mio cappotto e l'ombrello appesi, la voglia di indossarli e uscire è tanta, forse facendo così... Tutto passerà. 

GpDS

mercoledì 2 novembre 2016

UN NOVEMBRE DA RICORDARE



UN NOVEMBRE DA RICORDARE

Profumi di caldarroste
Aromi di spezie intense
Sapori acri di cibi sul fuoco
Odore forte della nebbia umida
I crepitii della legna nel fuoco del camino

Un novembre da ricordare
Mamma che girava lentamente
 Un cucchiaio di legno spesso
La polenta sul fuoco del camino
Tra lo scoppiettio delle braci

Nonna seduta sul divano morbido
Intrecciava tra sorrisi e parole
L'uncinetto e la lana con abilità
Presto un'altra coperta calda
Sarà posta sul lettone in camera

Guardavo dalla finestra il buio
La sera arrivava sempre prima
Sembrava coprisse la vista delle case
Sembrava volesse nascondere tutto
Tranne le stelle lassù brillare

Le due zie vicino al forno a carbone
Cucinavano in una padella bucata
Castagne tagliate, castagne marroni
Mentre dalla sedia vicino alla finestra
Feci un salto ed aprii la porta al gatto

Piccoli ricordi e gesti di un mese
Quello di novembre, così intenso
Nei suoi profumi, nei suoi colori
Nei suoi alberi spogli e foglie cadute
Un novembre come tanti da ricordare

GpDS

UNA NUOVA STRADA... FORSE UNA NUOVA VITA?



UNA NUOVA STRADA...
FORSE UNA NUOVA VITA?

   Da quanto tempo Pablo stava cercando una strada? La propria strada?
Forse una nuova vita? Una vita da spendere in maniera diversa da quanto aveva vissuto fin'ora?
   Si era sempre sentito dire: 
"Ognuno è artefice del proprio destino" - 
"Non esiste la fortuna se non te la crei tu" - 
"Siamo noi che provochiamo le situazioni sia negative che positive" -
e via dicendo.
   No, lui sapeva che la sua esistenza non era così, non era mai stata così, non dipendeva dalle sue scelte o almeno non sempre, ma aveva passato metà della sua vita ad occuparsi degli altri, pur non avendo scelto questo.
   Prima viveva con la nonna malata ed una zia tutta casa e chiesa, l'una gli insegnava cose prive di sensi di colpa e di libertà mentali, l'altra invece l'opposto: pregiudizi religiosi, dogmi assurdi, sensi di impotenza.
   Eppure aveva passato molti anni con loro, ma tenne per se le proprie esperienze interiori che si affinavano sempre di più, perché vivere con due donne così non era facile.
   Poi alla loro scomparsa era tornato in famiglia dai suoi, dopo poco tempo, il padre era sparito con una ventenne straniera in chissà quale posto con i loro risparmi e le loro vite distrutte.
   Poi si era ammalata di tumore la madre ed il fratello minore morì pochi anni dopo in un incidente stradale, facendo rimanere da solo Pablo.
 "Ma è questo il mio destino?"
   Pablo se lo chiedeva continuamente. Quello di amare le persone care e vederle andare via per sempre dalla propria vita?
   Poi sposò Ines, una coetanea molto carina e dolce, sperando che le perdite subite fossero colmate da questo amore dolce e unico, ma ancora il suo destino era in agguato. Ines perse tre bimbi in gravidanze difficili e nel giro di pochi anni, era caduta in una depressione che non la fece più guarire.
   Pablo la curò, aveva venduto la casa vicino a Granada per trasferirsi a Siviglia vicino all'ospedale dove era ricoverata Ines, ma ben presto lei divenne come una bambola inerte. Pablo nella sua disperazione aveva dovuto lasciarla lì per sempre.
   Dopo qualche mese era tornato a Granada e da lì per lavoro si era trasferito vicino a Barcellona, si sentiva svuotato, inerte. Ogni volta che tornava a casa ed apriva quella porta, vedeva il vuoto nelle stanze.
   Pochi amici ogni tanto, molte letture e tanta solitudine, accettò la compagnia e la convivenza di un amico, questi lo amava, gli aveva dato affetto e anche qualche notte calda, ma la strada di Pablo era diversa.
   Luis lo capì quel mattino quando aveva trovato la lettera di addio di Pablo sul tavolo, dentro c'erano scritte la sua vita, tutti i suoi dolori e le sue mancanze... Luis aveva capito, lo aveva cercato per qualche tempo ma era stato inutile. Pablo scomparve da tutti.
   Portogallo maggio, una primavera splendida, una strada fiorita e un albero in lontananza stagliato in un cielo azzurro da favola, Pablo vedeva le sue scarpe camminare leggere su quell'asfalto caldo, il vento caldo proveniente da sud, donava a lui un calore non solo sulla pelle ma anche nel cuore.
  Un tepore strano che quasi si diffondeva nel suo corpo, nella sua anima. La cartelletta con dei fogli e la piccola borsa che si portava appresso non pesavano anzi, sentiva che dentro c'erano molte soluzioni per chi aveva bisogno.
   Sono già tre anni che da quando scomparve da Barcellona, Pablo era finito in quella cittadina portoghese a due passi dall'oceano, il suo lavoro era quello di supportare i disagi psichici e fisici di persone che ne avevano bisogno.
   La piccola clinica era là davanti a lui a pochi chilometri e tutte le mattine e poi il ritorno la sera a casa, camminava a piedi verso il suo lavoro. Ora era felice.
   Aveva capito che il destino non si può cambiare ma solo modificare al meglio quelle che potevano essere le sofferenze oppure le esperienze avute, aveva compreso che la sua strada la nuova strada... Forse la sua nuova vita era lì o in qualche altro posto ma, sempre da vivere per aiutare gli altri.
   Si era fermato a poca distanza dall'albero verde sul ciglio della strada, aveva respirato l'aria a pieni polmoni, tutto il dolore per le persone perse si era affievolito e trasformato in una strana energia, energia che ora adoperava per alleviare le sofferenze altrui.
   "Ora sono felice" aveva pensato mentre stava proseguendo verso la piccola clinica, questa sera a casa lo avrebbe aspettato qualcuno, qualcuno che gli stava dedicando amore e devozione senza chiedere nulla in cambio: un cane meticcio dolcissimo dal nome buffo di Pablito.
   Il cielo chiaro illuminava l'uomo ed i suoi passi mentre nuvole bianche sopra di lui, passavano veloci verso l'oceano. Pablo aveva ritrovato una nuova strada, una nuova vita.

GpDS


giovedì 13 ottobre 2016

UN VOLTO, UNA STORIA SCONOSCIUTA


UN VOLTO, UNA STORIA SCONOSCIUTA


UNA DONNA


UNA DONNA SOLA


UNA DONNA SOLA NELLA VIA

UN VOLTO,
UNA STORIA  SCONOSCIUTA

   Ti ho vista, ho visto la tua figura piccola e malandata in un freddo mattino di ottobre, dove il grigio incorniciava il paesaggio di una città semi deserta.
   Ho visto il tuo volto, triste, pensieroso, con le rughe di chi ha passato tanti anni cercando di vivere una vita.
   Ti ho vista con i vestiti rovinati e sporchi dal tempo, camminare in modo sgraziato trascinando i piedi ed una valigia con le ruote, logora, spellata, di un colore verdastro sbiadito e con qualche sacchetto di plastica, pieni di chissà cosa, legati al manico.
   Ti ho vista e mi si è stretto il cuore, una piccola donna solitaria, una senza tetto, sicuramente italiana, un viso scuro con due occhi grigi e i capelli bianchi, i cui ricci erano puntati sulla nuca da mollettoni colorati, come un buffo clown che non aveva battute per far ridere qualcuno.
   Non so quale sia stata la tua vita: forse eri una principessa fuggita da un re odioso e cattivo finendo in mano a qualche cacciatore senza cuore.
   Forse eri una famosa cantante d'opera che aveva speso tutti i suoi averi per vanità ed esibizionismo, finendo miseramente nel dimenticatoio con l'età.
   Oppure probabilmente eri una ricca ereditiera incontentabile, giravi il mondo in cerca di un improbabile viveur che ti togliesse dalle etichette di una società noiosa ed antipatica.
   Forse eri una donna in carriera che aveva sacrificato l'amore ed una vita privata per raggiungere il successo finanziario e lavorativo, caduta poi all'arrivo della giovane ambiziosa di turno ed il tuo orgoglio ferito, ha fatto si che tu diventassi sempre più chiusa finendo in chissà quale baratro infelice.
    Invece potresti essere solo una donna semplice e normale che ha avuto una vita difficile, prima nella tua famiglia di origine, povera e con molti fratelli da sfamare, poi vittima di un marito egoista e di nuovo l'annullarsi per tenere in piedi una tua famiglia dalle fondamenta fragili.
   Magari con figli egoisti che nel tempo si sono dimenticati di te e ti hanno lasciata sola, cosicché la tua mente piano piano si è annebbiata, finendo in un mondo fantastico dove solo tu sogni, dove solo tu riesci a vivere una vita fantastica e piena di gioia, dove nessuno potrà mai farti soffrire.
    Eppure quando ti ho vista, i tuoi occhi erano tristi, il tuo sguardo era lucido, avevi abbassato la testa e piano sei andata lontano per la tua strada col capo chino trascinando le tue poche e logore cose.
   Il freddo di ottobre probabilmente sarà penetrato nelle tue ossa attraverso quei vestiti ormai consumati dal tempo, come è penetrato nel mio cuore nel vederti così.
   Ti ho vista e non so chi tu sia, povera figura dolce e malinconica, ti ho seguita con lo sguardo fino al punto in cui sei sparita.
   Vorrei solo immaginare di essermi sbagliato, vorrei che invece tu fossi solamente una persona trascurata e solitaria ma con una sua casa ed una storia forse banale, ma una donna con una vita, magari sconosciuta, ma una vita alle spalle.
   Ti ho vista e non sono riuscito a pensare ad altro in quel mattino freddo di ottobre, mentre la mia mente fantasticava sulle tue varie vite avventurose, il mio cuore era triste e malinconico e ricordava di un'altra vita già conosciuta tempo fa.
    Spero solo che... No, non è la frase giusta, non ci sono altre parole da aggiungere e sarebbero troppo banali, non basta incontrare volto ed una vita sconosciuta e sperare chissà cosa.
   Lei andrà per la sua strada, con la vita che si è scelta oppure è stata in qualche modo obbligata a viverla, nessuno potrà fare nulla.

GpDS

(foto e testo Giampaolo Daccò)

martedì 4 ottobre 2016

Riflessioni: DAVANTI AL MARE - LE NOSTRE ISOLE



"DAVANTI AL MARE"

Guardare l'orizzonte blu
davanti a noi..
Quel magnifico oceano
pieno di incognite,
di sorprese per...
Aspettare cosa?
Una vita fatta di gioie?
Un'esistenza piena di dolore?
Il venire di un amore mai vissuto?
Una maturità di spirito?

Un dono da parte di chi abbiamo aiutato?
Eppure molti aspettano,
i loro occhi sono puntati
verso la fine di quella distesa
senza agire
senza muoversi.
Eppure tutto potrebbe 
essere davanti a noi,
basta un gesto e la tua vita
riprenderà il cammino.


photo Giampaolo DS)
GpDS 




"LE NOSTRE ISOLE"

Immaginare
immaginare un'isola
immaginare la nostra isola.
Ognuno di noi ha la propria
un posto bellissimo
dove vivono
i nostri sogni
i nostri desideri
le nostre speranze.
Isole piene di colori
isole piene di profumi
isole piene di amore.
Di quanti desideri
di quante speranze
di quante gioie
sono colme queste
nostre belle isole.
Le raggiungeremo
solo quando avremo
nel cuore e nell'anima
la purezza e la libertà.
Perché come tutti sanno
l'isola è dentro di noi.

GpDS

sabato 1 ottobre 2016

DUE PICCOLI PENSIERI: FANTASIA E REALTA'


FANTASIA


"Fingere di essere leggero,

sognare di volare nel cielo,
immaginare spazi immensi,
sapere che mete lontane,
e mille luoghi solitari,
sono il mio paradiso."




REALTA'

Uomini che bevono té

Uomini che sanno gustare
Uomini che hanno un cuore
Uomini che sanno vivere
Uomini che danno calore
Non siamo in tanti
noi uomini sensibili
a volte bistrattati
dai nostri simili
a volte denigrati
per saper donare
piangere e abbracciare.
Eppure ci siamo
siamo qui per tutti
per una parola
per un consiglio
per un aiuto
e questo grazie
alla tazza di tè
che solo le donne
ne conoscono il significato.
Ed è per questo 
che le amiamo 
per così come sono.