giovedì 31 ottobre 2019

UN SOFFIO LEGGERO




UN SOFFIO LEGGERO

Ero disteso sull'erba con gli occhi chiusi, sentivo il profumo dell'autunno arrivare nonostante fossimo ai primi di settembre. Ero lì in quel prato disteso su una coperta sopra l'erba, avevamo appena stuzzicato qualcosa quando avevo sentito il bisogno di distendermi e godermi l'azzurro tenue del cielo solcato di nuvole bianche, il profumo di alcuni fiori giungevano alle mie narici ed avevo sorriso a quella sensazione. all'improvviso un soffio leggero, un alito di qualcosa aveva colpito il mio volto.
Avevo aperto gli occhi ed una nuvoletta di semi di quel fiore così delicato, mi avevano colpito il volto.
Il sorriso di Mauro era su di me, aveva preso il fiore e soffiato davanti alla mia faccia, forse la mia espressione di sorpresa lo aveva fatto divertire.
Due giorni prima avevamo deciso, lui ed io di passare una giornata nella campagna poco distante, un po' per trascorrere il tempo insieme in un posto non stressante come la grande città, un po' perché Mauro aveva bisogno di parlare ancora della fine della sua storia con Silvia.
Con la moto eravamo giunti un paio d'ore prima in questa radura stupenda da dove si poteva vedere la città da lontano, il laghetto dei pescatori poco più sotto e quel bosco di betulle dietro di noi. Il profumo di fiori e di erba, qualche insetto svolazzante qua e là, un nitrito lontano e quel cielo azzurro incredibile erano la nostra cornice.
Avevamo parlato di Silvia mentre preparavamo il posto in cui volevamo stare, una storia sofferta durata cinque anni, dove lei ambiziosa, troppo, aveva scelto alla fine la carriera in una metropoli straniera indipendentemente dall'amore che provava per lui.
Certo Mauro l'aveva presa molto male e per giorni era stato da me sfogando tutta la sua rabbia, amore, tristezza e gioia del suo tempo passato con lei.
Non so perché più ascoltavo le sue parole, più vedevo il suo volto soffrire, più stavo male anche io, come se mi fossi immedesimato troppo in lui ed era stato difficile essere obiettivo e dare consigli giusti provando la stessa rabbia, ma ci ero riuscito.
Ero riuscito a fargli comprendere come siamo diversi, come ognuno mette al primo posto la propria esigenza anche facendo del male all'altro. Che ognuno di noi ama a modo suo e che l'amore significa rinuncia e comprensione molte volte.
Mauro sembrava più sollevato nel corso dei giorni e la nostra amicizia più rinforzata. 
Ecco lui aveva preso di nuovo un altro soffione e con il fiato fece volare nuovamente i suoi semi verso di me.
"Ehi..." gli avevo detto ridendo "Cos'è una provocazione o non hai niente di meglio da fare?"
La sua risata era davvero divertita "Dai Stefano, è un po' come tornare bambini, non lo facevi anche tu?"
Avevo annuito "Si certo ma non a ventotto anni, rovinando la vita di quei piccoli fiori."
Si era girato di spalle mettendosi seduto sull'erba con le ginocchia chiuse tra le braccia, l'avevo guardato fisso, aveva i capelli ondulati al vento leggero e lo sguardo lontano, prima che io potessi dire qualcosa, mi aveva preceduto.
"Non sto pensando a lei ora Stefano, sto guardando quell'orizzonte e come le cose possano cambiare da un momento all'altro. Come se un giorno si aprisse una porta verso un cielo diverso, dove magari prima vedevi un'alba rosa ed ora vedi un tramonto di fuoco..."
Si era girato verso di me guardando la mia faccia stupida da quelle parole quasi poetiche, non era da lui esprimersi così. Mauro era sempre stato un ragazzo molto concreto, poco romantico almeno apparentemente.
I suoi occhi mi avevano guardato per un attimo in un modo strano, mi ero alzato anche io sedendomi accanto per guardare l'orizzonte che stava fissando, poi aveva girato il viso verso lontano.
"Ecco vedi quei colori, quei paesaggi davanti a noi?" annuivo senza capire "Avevo soffiato su quei fiori pensando alla vita, basta un alito di vento e le cose si muovono in tante direzioni, si aprono nuove strade, tante strade da poter scegliere in cui dirigersi o prendere decisioni."
"Stai diventando saggio Mauro." gli avevo detto mettendogli una mano sulla spalla "Il dolore fa cre..." non mi aveva fatto finire la frase.
"Non è solo il dolore, ma anche una presa di coscienza di ciò che vuoi, di ciò che sei diventato, di ciò che un amico ti ha dato in questo periodo." 
Ora mi stava guardando nuovamente, nei suoi occhi c'era qualcosa di strano.
"Hai visto come volavano leggeri i semi del soffione prima? Sopra il tuo viso, sopra l'erba, nel cielo come parole, come poesie, come aliti colorati d'argento in freddi inverni oppure come farfalle sui prati... Non capisci vero? Ti stai chiedendo cosa mi sta succedendo? Di come sono diventato dolce e romantico?" il mio silenzio era eloquente "Eppure sei stato tu! E' merito tuo, mi hai fatto capire tante cose, aperto gli occhi, mi hai fatto comprendere che l'uscita di Silvia dalla mia vita non era il dolore più grande... Stefano tu... Tu mi hai fatto crescere, davvero."
Mi ero sentito bene ed imbarazzato, dopo tutto avevo solo aiutato il mio migliore amico a uscire da una situazione di sofferenza, di dolore.
Un vento leggero in quel momento si era alzato tra noi, eravamo come fuscelli d'erba che vibravano a quel tiepido alito. Mauro di colpo si era voltato ancora una volta verso di me e il suo viso dopo un sorriso caldo si faceva sempre più vicino al mio e dolcemente mi aveva preso la testa baciandomi prima dolcemente a fior di labbra poi in modo appassionato.
Non so il perché ma senza divincolarmi da lui come se una calamita mi aveva bloccato tra le sue braccia, in quel momento avevo capito tutto. 
I semi di quel fiore si erano liberati anche nella mia mente.

Un tramonto rosso fuoco è davanti ai miei occhi, sono sul terrazzo di casa che spazia verso il fiume e le ville del mio quartiere. Sono passati tre anni da quel giorno e Mauro è seduto alla scrivania nella stanza dietro di me, finendo una pratica del suo lavoro, sento il battito delle sue dita sulla tastiera del computer e sorrido tra me.
Quel sole che stava sparendo alla vista ed il caldo della sera estiva mi ha fatto tornare indietro nel tempo a quel ricordo che ha cambiato le nostre vite, vite che ancora erano celate nel nostro cuore e nella nostra mente.
Una cosa è certa il legame profondo con Mauro che si è rivelato come un sogno pieno di felicità, da quel giorno dove tutta la nostra esistenza era cambiata.
Non era stato solo un soffio leggero posato su un delicato fiore.

(Dedicata a due amici miei)

Giampaolo Daccò Dos Lerèn



venerdì 4 ottobre 2019

UOMINI




UOMINI


Non parlo di maschi come genere ma di uomini come anima.

Se ne parla troppo e male di questi (noi) poveri uomini a volte troppo e a sproposito.
Mi permetto di poter fare una divisione tra questo genere:
1. Il maschio visto soprattutto dal lato femminile e spesso con ragione, ha la colpa di essere violento, incapace di sentimenti, prevaricatore, razzista, despota, ambizioso, infantile, incapace di rispetto verso la donna, incapace di autosufficienza e molto altro.
La cosa mi ha fatto riflettere su tutto ciò e non mi riconosco come non riconosco molti miei amici e conoscenti in questa descrizione. Mi ha colpito molto una signora stamattina che ha detto "Gliuomini non valgono nulla (ovvio che la signora in questionie avrebbe dovuto tacere conoscendola e confermando la sua ipocrisia ma questo è un altro discorso), che siamo superflui e che le donne hanno tutto in più.
Certo, probabilmente o forse sicuramente sarà così. Evitando un mio commento istintivo, lascio posto invece alla mia anima e forse intelligenza dicendo che esiste anche:
2. L'uomo, l'uomo in cui mi riconosco, quello che ha prestato, presta, presterà attenzione, amore, aiuto alla donna, alle persone. Quello che fin da piccolo è stato abituato a cavarsela da solo, ad affrontare molte difficoltà senza il bisogno di battere i piedi e fare capricci con la madre o la donna di turno. Quello che usa i sentimenti, la testa e sopratutto il cuore nella vita, l'uomo che c'è, che ci sarà sempre, che collabora, che sa giocare con i bambini e aiutare gli anziani o malati, l'uomo che prova amore, pietà, tenerezza per i deboli, quello che non guarda le differenze di ogni tipo verso gli altri.
No donne, non siamo tutti bruti come pensiate e noi quelli diversi dai maschi siamo molto di più di quello che si crede, ci sono tanti uomini che sanno donare senza bisogno di ricevere e che si vergognano dei prori simili che usano violenze ed altro nella loro squallida vita...
Provate tutti a guardarvi attorno, certo sono più visibili i maschi dagli uomini, perché si mettono in mostra, urlano, sono egoisti e come capre e pecore fanno le stesse cose ma... Osservate bene gli altri, il bravo padre, figlio sensibile, il medico gentile, l'autista disponibile, il volontario che aiuta negli ospizi, il fidanzato che dona un fiore alla propria ragazza. Tanti poeti e romantici, tanti che camminano per strada per mano con la sua compagna ma anche con il compagno, si è uomini anche se si ama un altro uomo, il maschio è un'altra cosa.
Lo stesso discorso varrebbe per le donne che sono diverse dalle femmine ma stiamo parlando del mio genre e non c'entra in questo discorso.
Sono orgoglioso di essere uomo ma anche di avere amici e di vedere uomini con la U maiuscola attorno a me... I maschi, quelli che assomigliano tanto al burattino di latta lasciamoli andare per la loro strada si sono già distrutti da soli.
Vediamo davvero come stanno le cose, e se metteremo a frutto questa consapevolezza noi uomini e donne, forse davvero sarà la volta buona che nessuna "guerra" perpetuerà.
Un uomo saggio mi disse un tempo: "Non esiste uomo più intelligente di una donna e non esiste una donna più intelligente dell'uomo nonostante la diversa sensibilità. Esistono persone che possono essere belle crature di questa terra o bestie fino alla fine dei loro giorni."

Con sentimento
Giampaolo Daccò Dos Lerèn

mercoledì 2 ottobre 2019

LI GUIDERO' VERSO LA FELICITA'




LI GUIDERO' VERSO LA FELICITA'

"Li sto guardando da un po' di tempo di nascosto,  dietro il vetro della porta che divide le scale che accedono al nostro appartamento dal nostro negozio. Luca sta sistemando dei gioielli in vetrina, Luca è il figlio di mezzo, quello che si occupa di gestire il negozio di gioielleria che nel corso degli anni, grazie a mio nonno e poi a mio padre, insieme abbiamo creato un piccolo impero a Torino.
Sono orgoglioso di questo lavoro fatto sempre con onestà ed abnegazione e di tutto questo siamo stati sempre ripagati. Luca si gira un attimo ed ecco che mi vede dietro i vetri (mi saluta con la mano sorridendo ed io faccio altrettanto) e pensare che dieci anni fa quando aveva solo 18 anni voleva farsi prete.
Certo la mia famiglia è molto religiosa e credo che questo abbia contribuito a fare dei miei figli, ragazzi onesti senza grilli per la testa, mai un dispiacere o scorrettezza, mia moglie Lorenza è stata in gamba a gestire tutto durante i miei viaggi all'estero per la compra-vendita di pietre preziose e vari metalli.
Eccola con due clienti a mostrare gli ultimi lavori fatti da Mauro il mio primogenito, lui trentadue anni, una moglie stupenda e un bimbo di cinque che sembra un diavoletto dai capelli ricci. Che amore di nipote.
Mauro che riesce a trasformare dei progetti in realtà, due anni fa aveva vinto un premio mondiale ad Anversa per le migliori creazioni: "Bright Dawn", una serie di parure inspirate all'alba luminosa. Ho pianto davvero come tutti per questa soddisfazione.
Poi c'è Stefano venticinque anni, laureato, conosce tre lingue ed ha preso il mio posto nei viaggi intorno al mondo alla ricerca di nuove pietre, è in gamba, il massimo dei voti a scuola e la laurea con cento dieci e lode.
Che cosa avrei voluto di più da tutti loro? Ho avuto il meglio e anni di felicità e serenità, benessere, allegria e certo momenti bui ci sono stati come capita a tutti ma devo dire che sono soddisfatto della mia vita, il loro attaccamento alla religione senza sfociare in bigottismo li ha sempre aiutati a procedere davanti alle difficoltà.
Spero che lo faranno ancora dopo che...
Eccoli tutti e quattro, no c'e anche Valentina mia nuora ad aiutare Lorenza, che dolce, mi sto quasi commovendo ma non devo, oggi devo sorridere a loro e fare una sorpresa, una settimana di vacanza insieme al mare nella Puglia con un'escursione in Grecia, saranno felici ne sono più che sicuro.
Cercherò di fare di tutto per rendere le cose più belle, più serene e più facili, ma quella cosa gliel'ha dirò al ritorno, prima avrò un lavoro importante da fare su loro, guidarli verso il sentiero della serenità e non so se sarà facile o ci riuscirò.

Due giorni prima:

"Mi dispiace Claudio, davvero io non so..."
"Capisco Mattia, sei il mio dottore ed amico da quando eravamo all'università, questo è un bel colpo." guardo il mio amico professore di ematologia in un grande ospedale della città.
"Però adesso ci sono tante nuove tecniche di cura e si può trovare una soluzione anche se... Vedendo le analisi..." noto che si sta commuovendo il mio caro Mattia "Sembrerebbero solo sei mesi di vita ma..."
"Ma sono sei mesi di vita. Senti Mattia, il problema principale è la mia famiglia, dovrò prepararli e so già come fare, mentre tu mi stavi confermando la leucemia mieloide acuta, la peggiore del genere, subito ho dovuto trovare una soluzione per far si che loro accettino e non cadano in un dolore insopportabile e tu sai come mi... Ci amiamo."
"Lo so Claudio, senti dovrai fare esami e un ricovero prestissimo."
"No per ora no, dammi due o tre settimane."
" Ma potresti peggiorare in breve e..."
"Saprò inventare una scusa tipo esaurimento o stanchezza, vedrai, ma davvero mi farò ricoverare più avanti, ma niente chemio-terapia, ti prego." mi alzo in piedi e guardo verso la finestra, Mattia mi si avvicina e mi mette la mano sulla spalla.
"Sei sempre stato così coraggioso ed altruista ma io ti sarò sempre vicino."
"Grazie." e ci siamo abbracciati.

"Eccoli tutti nel nostro bellissimo negozio ai loro posti, devo sorridere non appena varcherò la porta verso di loro, sorridere e dar loro la notizia del viaggio ed in quel viaggio, troverò le parole per prepararli. Per aiutarli a capire il mio futuro cammino verso un altro posto, per aiutarli a capire che la vita è anche questa, non si parte solo a ottant'anni ma anche a cinquantasette come me. Ecco la mia mano è sulla maniglia della porta, so che sto sorridendo felicemente, sono riuscito a ricacciare l'emozione e la tenerezza per loro e per la mia malattia e sono pronto ad andare incontro alle persone che amo di più."

La porta si apre, Claudio felice va incontro alla moglie Lorenza vicino alla nuora ed alle due clienti sorridendo.

"Buongiorno a tutti..."

Giampaolo Daccò

mercoledì 11 settembre 2019

UN RICORDO LONTANO NEL TEMPO





















2055, 11 settembre. Un nonno racconta ad un nipotino: "C'era una volta tantissimi anni fa quando ero piccolo come te, due belle torri, alte, luminose, enormi in una città grandissima ... come quella che vedi lontano. Poi un giorno ..." Il bambino, ascolta assorto tutta la storia ma proprio non riesce ad immaginare come sia accaduto tutto questo, eppure, confonta le due foto alla fine del racconto. "Ma nonno, ora le due torri sono diventate angeli? Sono luminose, trasparenti ma senza ali." Il nonno sorride e accarezza la testa bionda del bambino accanto a se. "No tesoro, le torri non sono diventate angeli, ma le ali le hanno messe 2.999 persone che erano sia nelle torri che negli altri posti, dove delle persone cattive le hanno uccise, così gli angeli sono diventate loro". Il bambino guarda il nonno ma l'uomo volge lo sguardo lontano, vedeva le due torri cadere e dentro c'era suo padre. Distoglie gli occhi da quella visione, prende per mano il suo nipote e si avvia verso casa. Dietro di lui il tramonto illumina una città all'orizzonte, una città piena di grattacieli.

2055, 11 September. A grandfather tells a grandson: "Once upon a time there were many years ago when I was little like you, two beautiful towers, tall, bright, huge in a huge city ... like the one you see far away. Then one day ..." The child listens absorbed throughout the story but just can't imagine how all this could have happened, yet, he reconciles the two photos at the end of the story. "But grandfather, now the two towers have become angels? They are bright, transparent but without wings." The grandfather smiles and caresses the blond head of the child next to him. "No darling, the towers did not become angels, but the wings gave them 2,999 people who were both in the towers and in other places, where bad people killed them, so the angels became them". The child looks his grandfather but the man looks away, he saw the two towers fall and his father was inside. He looks away from that vision, takes his nephew by the hand and heads home. Behind him the sunset illuminates a city on the horizon, a city full of skyscrapers. Giampaolo Dos Lerèn



martedì 3 settembre 2019

NESSUN ESAME DI COSCIENZA, SOLO REALTA'





NESSUN ESAME DI COSCIENZA, SOLO REALTA'

Ho sognato una realtà diversa, ho immaginato un vita diversa, 
ho pensato che il mio futuro avrebbe avuto un destino diverso.
No, non è un esame di coscienza e neanche una biografia,
non è neppure una somma di anni ed esperienze passate.
Ma è una presa di coscienza che penso pochi sanno fare,
che molti forse non se ne rendono conto di poterla fare.
Ho vissuto molte esperienze in questa mia vita tant'è che
mi sembra di avere più degli anni che ho realmente.
Molte cose sono cambiate, molte cose sono andate via,
molte cose hanno cambiato il mio percorso anche deviandolo.
Non saprei proprio come definire quest'esistenza vissuta,
ho perso il conto delle migliaia di persone conosciute,
ho perso il conto delle delusioni e delle gioie avute,
 ma il ricordare tutto, avere una una memoria d'acciaio 
 a volte può essere un'arma a doppio taglio: carezze o ferite.
Fortunatamente posso ringraziare solo due o tre persone
per il vero aiuto che ho aricevuto durante questo percorso.
Non dire grazie e non sentirsi in debito è una cosa splendida,
perchè è in quel momento che ti rendi conto del tuo valore,
nonostante gli errori e nonostante i pochi successi avuti.
Non so se sia stato giusto sacrificare tutto per chi amavo,
non so se è stato sbagliato dimenticarmi delle mie priorità,
ma penso che tutto ciò è stato deciso da me e dal destino,
senza via di uscita da entrambe le parti, nel bene e nel male.
Eppure credo, penso di aver seminato qualcosa di buono,
di aver danneggiato il meno possibile e se fatto ho chiesto scusa.
Forse non è così, con questo racconto iniziare un nuovo anno,
un nuovo capitolo su questo mio blog pieno di tante cose,
perché per me il nuovo anno, inizia sempre a settembre, 
dove i bilanci e i progetti sono stati fatti ma messi da parte.
Inizio sempre questo "nuovo anno" cercando di trovare qualcosa,
e quel qualcosa l'ho trovato in questi giorni di meditazione e
non a caso ho pubblicato questa foto un po' struggente,
una foto scattata dalla mia ex vecchia casa di campagna,
dove rappresenta un infuocato tramonto pieno di incognite.
Ed è così che ho scoperto chi e cosa sono io in questo periodo,
un uomo che è arrivato al tramonto, all'età che precede la notte,
che precede la vecchiaia, che può essere bella, brutta o entrambe.
Un uomo che ha lottato, ha combattuto, ha amato ed odiato,
che non ha mai rinunciato a se stesso tranne per qualche ragione
ma esclusisamente per amore e per il bene di chi ho accanto.
Non sono felice ma neanche triste, ciò che ho dato e ricevuto
ormai fanno parte del passato e che hanno disegnato il presente.
Amo il tramonto della natura ma ancora non sto accettando il mio,
forse perché ho ancora molte cose da fare, idee da realizzare,
progetti ancora da definire, la mia strada non è più lunga
come un tempo ma sarà più cosciente, più intensa, più vera.
Perché nonostante tutto, nonostante ciò che è capitato,
non posso e non voglio rinunciare a ciò che sono diventato ora,
dentro di me ho stima per ciò che ho "regalato" e ho fatto,
non sarà facile affrontare gli anni del tramonto in previsione della notte
oppure dell'inverno come molti chiamano l'età della vecchiaia,
però sarò qui a lottare, a perdere, a vincere, a gioire, a piangere
per tutto ciò che verrà sia dal destino sia dalle mie azioni ma
di una cosa sono sicuro, la voglia di vivere la propria vita,
la voglia di essere presente per chi merita il mio amore,
la voglia di continuare a credere ed aiutare è fortissima.
Ecco io sono e sarò qui in ogni momento finche potrò aiutare,
in ogni momento in cui avranno ed avrò bisogno di qualcosa,
di qualcuno, di donare un abbraccio ed il mio appoggio.
Ecco io sarò qui, sempre.

Giampaolo Daccò Dos  Lerèn
(photo J.P. Dos Lerèn)




venerdì 16 agosto 2019

UN MATTINO DI ESAMI INTERIORI


UN MATTINO DI ESAMI INTERIORI

Mentre mi rasavo la barba questa mattina, spontaneamente ho fatto una riflessione: ho visto nello specchio un uomo che non riconosco più o meglio, un uomo che sta cambiando fisicamente, com'è giusto che sia.
Rughe attorno agli occhi, sulla fronte, il mento con i suoi segni, i capelli un poco più sottili e più radi, le palpebre che cadono... Al momento mi è venuto il panico e poi da ridere.
Non sono certo contento di questo e non sono ancora pronto ad accettare il decadimento fisico ma la legge naturale lo impone ed è inutile guardare con invidia i giovani pieni di bellezza ed energia, lo ero stato anch'io.
Ora mi vedo davvero invecchiato anche se le foto possono ingannare, ma è naturale anche se in un certo senso ingiusto e sorprendentemente, fisicamente mi ritrovo ad assomigliare sempre di più a mamma in questa età, mentre fino ai trent'anni lo ero di papà.
Si cambia ovvio ma è anche difficile accetarlo soprattutto anche colpa di questo mondo così effimero in cui viviamo e che solo l'apparenza sembra che conti anche se poi non è così davvero.
In tutti questi anni ho lavorato molto dentro me stesso, non so se sono diventato un'ottima anima ma ho cercato di seminare il meglio ed ho sacrificato la mia vita in aiuti di cui non me la sento di parlarne e se anche su facebok sembra che abbia vissuto una vita ed esperienze notevoli tra viaggi, libri e pittura, la mia vita, quella vera, quella che ho vissuto dentro ma anche esteriormente, non è stata facile davvero ma sono contento di come io sia diventato. 
Ho tre pregi innegabili (evito di dire i difetti): senso di responsabilità, lealtà e fantasia che non cambierei mai nonostante possano diventare un'arma a doppio taglio.
Perché questa specie di esame di coscienza pubblico? Non lo so, non cerco complimenti o chissà che altro, oggi è così ed è bastata la mia immaigne riflessa nello specchio stamane per rendermi conto degli anni che sono andati e forse quasi volati (anche se non è proprio così).
Mi sono mancate molte cose sia da bambino, da ragazzo, sia da giovane uomo, ma nonostante tutto questo, il lavoro interiore è stato immenso e difficile, credo di aver quasi raggiunto la piena coscienza di me stesso anche se molto avrò da imparare ancora.
Però ancora accettare la decadenza fisica non è ancora pienamente accettata ma come dicevo prima è naturale e lo deve essere.


Giampaolo Daccò Dos Lerèn

lunedì 22 luglio 2019

IL CORTILE



IL CORTILE

"La vita di tutti i giorni è
varcare il portone di un cortile.
Davanti ti puoi trovare
vasi di fiori profumati,
aiuole verdi e farfalle,
una fontana zampillante
di acqua fresca.
Il profumo del pane sfornato,
l'aroma di un caffè,
un musica leggera da una finestra.
E ti senti pronto
ad affrontare il giorno
con il sorriso sulle labbra.
Ma nel cortile a volte
puoi trovare anche
rami secchi ed appassiti,
aiuole di terra incolta,
cesti di vimini rotti per terra,
l'urlo di chi è arrabbiato,
un passerotto morto su una pietra,
odore nauseante di rifiuti
gettati per caso a terra.
Ed è qui che il giorno
ti sta mettendo alla prova,
è qui che dovrai avere
quel sorriso che non arriva.
Solo così potrai affrontare
il difficile giorno che la vita
ti offre sempre.
Non è ciò che vedi
che crea quel giorno ma
ciò che farai tu
per vincere o gioire
davanti a ciò che vedi.
Sorridi anche se il cuore
o la tua mente soffre.
E sarà l'inizio di un fantastico giorno."

Giampaolo Daccò Dos Lerèn
(photo Unknow)

lunedì 8 luglio 2019

UN SOGNO DA REALIZZARE




UN SOGNO DA REALIZZARE


Una foto di 11 anni fa ma il sogno era iniziato quand'ero piccolo e continuerà finché non lo avrò realizzato.

Mare mare mare
la mia fonte di vita
la mia gioia e serenità.
Grandi distese azzurre
davanti agli occhi e
profumi intensi di salsedine.
Se potessi vivere
vivrei con il mare davanti
ai miei occhi e nel mio cuore.
Un giorno, ne sono sicuro
sarò lì a vivere il sogno
a guardare la distesa blu.
Mentre un vento caldo
mi sfiorerà la pelle e i vestiti,
gli occhi guarderanno lontano.
Lontano come sono stati
gli anni vissuti senza il mare,
dove mi portava il sogno.
E quando sarò vecchio
e l'acqua toccherà i miei piedi,
potrò dire finalmente sono qui.

(place Sitges)
(model Giampaolo Daccò .D.L.)
(photo E.M.S.)

domenica 7 luglio 2019

ASPETTARE UN FUTURO





ASPETTARE UN FUTURO

Non ho mai creduto molto nel realizzare progetti,
non ho mai pensato al futuro... No non è vero questo,
Ci sono stati giorni in anni lontani in cui pianificavo,
giorni in cui progetti prendevano forma nella mente.
Ci volevano mesi e anni per poter vederne la realizzazione,
ma quando arrivava il momento, ciò non accadeva mai.
Forse per colpa mia, forse per degli errori di valutazione ma...
alla fine qualcosa c'era, qualcosa che accadeva d'improvviso,
quasi sempre tragica o di responsabilità in cui tutto svaniva
e mi ritrovavo tra la dita il nulla e nella mente il vuoto.
Avevo capito, allora, quando successe un evento tragico,
che non avrei mai più fatto progetti futuri o meglio,
avrei si magari ideato qualcosa ma a breve scadenza,
oppure delineato una traccia per il mio futuro ma,
mai più una cosa definita, una cosa precisa e concreta.
Perché questo? Perché questa specie di confessione?
A dire la verità non saprei dirlo, forse a me stesso,
forse a chi spera e crede nel futuro e nella realizzazione,
io so, personalmente che non esiste una riuscita 
come la si vorrebbe e come la si era sognata...
No personalmente ripeto, per me non lo sarà mai,
mai più così però, creandomi a breve distanza,
lavori, speranze, progetti di ogni tipo ho scoperto
di non vivere più ansie e paure che tutto si frantumi.
E così ora mi ritrovo sempre su un binario in attesa,
con un biglietto in mano, un biglietto scritto o disegnato
di cose che devono compiersi nel giro di poco tempo.
Ecco ogni tanto salgo sul piccolo treno che arriva,
che mi porta a destinazione e che quando scendo,
trovo pronto ciò che avevo preparato poco tempo prima.
No, non è pessimismo o mancanza di coraggio
oppure paura di affrontare le delusioni o non avere
ambizioni da poterti far salire in "cielo" e vincere.
Non è tutto questo anche se qualcuno lo potrà pensare,
ma la vita che ognuno di noi porta con se,
che ha vissuto con le proprie esperienze personali,
da la capacità di esser coscienti e concreti sul proprio futuro.
Ecco sta arrivando un trenino piccolo che aspettavo,
so che quando arriverò tra pochi giorni ci sarà pronto
un oggetto, una cosa, un desiderio, un sogno realizzato.
Presto mi metterò su un'altra banchina di un altro treno 
che forse mi porterà ad una destinazione più lontana
sperando che anche questa stazione, dove scenderò
abbia ciò che pochi giorni prima avevo creato.

Giampaolo Daccò Dos Lerèn
(photo G. Daccò Dos Lerèn)
(Milano Porta Nuova)



mercoledì 26 giugno 2019

BAMBINI




BAMBINI

Avrei voluto essere un bambino come gli altri,
avrei voluto giocare e stare con altri ragazzini,
avrei voluto un'infanzia e giovinezza felice,
avrei voluto che qualcuno s'occupasse di me.

Avevo passato giorni ad osservare alla finestra,
avevo passato giorni a curare la nonna malata,
avevo passato sere da solo in camera fantasticando,
avevo passato quegli anni senza "luce".

Avevo cercato amicizia ho trovato rifiuti,
avevo cercato affetto da lui ed ho trovato il gelo,
avevo cercato qualcuno ma ho trovato nulla,
avevo cercato di essere diverso per piacere.

Non sono mai stato un bambino facile,
non sono mai stato coraggioso ma timido,
non sono mai stato ciò che tutti si aspettavano,
Non sono mai stato quello che sono adesso.

I bambini difficili, i bambini indaci, i bambini "strani",
hanno più bisogno di amore e di attenzione,
i primi cinque anni della vita di un fanciullo,
sono la base di ciò che sarà un domani, anche
se quel bambino avrà la fortuna di cambiare se stesso.
Se non li si amano o non si è in grado di farlo,
date questo compito a chi o sa fare e sa donare
tutto ciò che un bambino ha bisogno per crescere.
Le ferite rimangono profonde dentro anche invisibili,
per tutta la vita anche se rilegate in un angolo,
loro stanno lì a ricordatrti chi eri e cosa hai passato.
Gli altri, quelli che ti hanno fatto del male,
fingono di non ricordarsi o pensano di non averlo fatto,
ma l'uomo di adesso lo sa benissimo e ciò che gli altri
rammentano, non è mai quello che ricordi tu.
Ora ai loro occhi sei una grande persona, 
un uomo dal cuore d'oro e piacevole da frequentare
ma solo tu sai che non è questa la verità.
Allora si recita un ruolo o ci si allontana
da quelle bugie perché quella è la loro vita,
la tua è tagliata a pezzi da quei ricordi e
mai sarà diverso e solo con una nuova vita,
potrai essere ciò che sei davvero e per sempre.
I bambini vanno amati e compresi e guidati,
sia dalla famiglia sia da chi non ne appartiene,
ma è tanto difficile tutto questo, davvero
è un compito che ogni essere umano deve svolgere
verso quell'innocenza che si perderà nel tempo.
L'abbandono è fatto di tante maniere ed ognuna
è terribile quanto l'altra.


Giampaolo Daccò Dos Lerèn

martedì 25 giugno 2019

ATROLOGIA: ELELEMENTI:






E L E M E N T I A S T R O L O G I C I
________________________________________________________________________


F U O C O    T E R R A      A R I A     A C Q U A



E L E M E N T I
_____________________________


Gli antichi dicevano che tutti i corpi esistenti, erano composti dalla combinazione di quattro elementi semplici:

FUOCO
:
Materia Radiante

TERRA
:
Materia Solida
ARIA
:
Materia Gassosa

ACQUA
:
Materia Liquida

L’adattamento di questa teoria alla medicina, ha dato luogo alla teoria dei quattro UMORI, costituenti l’organismo umano (sempre secondo gli antichi):

BILE
ATRABILE
SANGUE
LINFA




Sono i nomi di questi quattro umori che del resto, continuano ad essere accettati da diversi medici, sia pure modernizzati.
L’associazione dei quattro elementi, dà luogo alle diversità dei corpi e degli esseri, ripartiti nei quattro regni.
In maniera analoga, la fusione dei quattro umori nell’organismo umano, costituisce il TEMPERAMENTO FISIOLOGICO.
Ogni elemento, secondo la stessa teoria, è a sua volta la manifestazione della combinazione di due aspetti dell’energia.
All’inverso, la disintegrazione d’ogni elemento, libera e manifesta le due modalità energetiche, che li costituiscono.
La corrispondenza tra gli elementi e le modalità dell’energia, è la seguente:

L’elemento
FUOCO
è una combinazione di
CALDO e SECCO
L’elemento
TERRA
è una combinazione di
SECCO e FREDDO
L’elemento
ARIA
è una combinazione di
UMIDO e CALDO
L’elemento
ACQUA
è una combinazione di
FREDDO e UMIDO



In ogni combinazione la proporzione èdi 5 a 4 nell'ordine (esempio: FIOCO: Caldo 5 e Secco 4).


Un elemento domina, in un Tema di Nascita (e per conseguenza, nel temperamento del soggetto), quando la maggioranza dei pianeti occupano i Segni dello Zodiaco appartenenti a quell’elemento (per esempio, se 6 pianeti su 9 sono nel segno dell’ARIETE, del LEONE e del SAGITTARIO, è l’elemento FUOCO che predomina nettamente ed il temperamento sarà BILIOSO).
L’elemento predominante c’informa:

  1. In FISIOLOGIA, sulla dominante umorale, cioè:

FUOCO
:
Bile

TERRA
:
Atrabile
ARIA
:
Sangue

ACQUA
:
Linfa

  1. In BIOLOGIA, sul predominio d’una modalità energetica, cioè:

FUOCO
:
Forza

TERRA
:
Resistenza realizzatrice
ARIA
:
Movimento

ACQUA
:
Passività, ricettività, riposo

  1. In PSICOLOGIA, dove le corrispondenze sono le seguenti:

FUOCO
:
Volontà, azione, espansione
TERRA
:
Realismo, senso pratico, perseveranza
ARIA
:
Immaginazione, intelligenza, agilità
ACQUA
:
Memoria, avidità, sensibilità

  1. Nel DESTINO, per cui le relazioni sono:

FUOCO
:
Lotta, sforzo, guida

TERRA
:
stabilità, durata
ARIA
:
instabilità, cambiamento

ACQUA
:
sottomissione, imitazione

Per determinare l’importanza d’ogni elemento, si può procedere nella maniera seguente ed accordare un certo numero di punti, ai differenti fattori dell’oroscopo:

al
SOLE, LUNA, AS
:
3
punti
a
MERCURIO, VENERE, MARTE, GIOVE, SATURNO
:
2
punti
a
URANO, NETTUNO, PLUTONE
:
1
punto
al
MAESTRO DEL MC E DELL’ AS, IN AGGIUNTA
:
1
punto
al
SEGNO CHE SI TROVA AL MC
:
1
punto

Quando un elemento predomina in un oroscopo, si può immediatamente trarne alcune deduzioni concernenti la fisiologia, la psicologia ed il destino. Le interpretazioni sommarie verranno indicate nei capitoli dedicati ad ogni elemento.