martedì 9 dicembre 2014

Astronomia 54: SATURNO



Saturno


Saturno
Saturn (planet) large.jpg
Stella madreSole
ClassificazioneGigante gassoso
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore1 426 725 413 km
9,53707032 UA
Perielio1 349 467 375 km
9,02063224 UA
Afelio1 503 983 449 km
10,05350840 UA
Circonf. orbitale8 958 000 000 km
59,879 UA
Periodo orbitale29,45 anni
(10 756,1995giorni)
Periodo sinodico378,10 giorni
Velocità orbitale
9,137 km/s (min)
9,639 km/s(media)
10,183 km/s (max)
Inclinazione
sull'eclittica
2,48446°
Inclinazione rispetto
all'equat. del Sole
5,51°
Eccentricità0,05415060
Longitudine del
nodo ascendente
113,71504°
Argom. del perielio338,71690°
Satelliti62
Anelli16
Dati fisici
Diametro equat.120 536 km
Diametro polare108 728 km
Schiacciamento0,09796
Superficie4,27 × 1016 
Volume8,27 × 1023 
Massa5,6846 × 1026 kg
Densità media0,70 × 103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie8,96 m/s²
(0,914 g)
Velocità di fuga35 490 m/s
Periodo di rotazione0,449375 giorni
(10 h 47 min 6 s)
Velocità di rotazione
(all'equatore)
9 870 m/s
Inclinazione assiale26,73°
A.R. polo nord40,59° (2 h 42 min 21 s)
Declinazione83,54°
Temperatura alla
sommità delle nubi
93 K (media)
Temperatura
superficiale
82 K (min)
143 K (media)
Pressione atm.140 000 Pa
Albedo0,47
Dati osservativi
Magnitudine app.
0,7 (media)
0,43 (max)
Diametro
apparente
14,5" (min)
20,1" (max)
Saturno è il sesto pianeta del Sistema solare in ordine di distanza dal Sole ed il secondo pianeta più massiccio dopo Giove. Saturno, con Giove, Urano e Nettuno, è classificato come gigante gassoso, con un raggio medio 9,5 volte quello della Terra e una massa 95 volte superiore a quella terrestre. Il nome deriva dall'omonimo dio della mitologia romana, omologo del titano greco Crono. Il suo simbolo astronomico è una rappresentazione stilizzata della falce del dio dell'agricoltura e dello scorrere del tempo (in greco, Kronos) (Saturn symbol.svg).
Saturno è composto per il 95% da idrogeno e per il 3% da elio a cui seguono gli altri elementi. Il nucleo, consistente in silicati e ghiacci, è circondato da uno spesso strato di idrogeno metallico e quindi di uno strato esterno gassoso.
Le velocità dei venti nell'atmosfera di Saturno può raggiungere i 1 800 km/h, significativamente più veloci di quelli su Giove, anche se leggermente meno veloci di quelli che spirano nell'atmosfera di Nettuno.
Saturno ha un esteso e vistoso sistema di anelli che consiste principalmente in particelle di ghiacci e polveri di silicati. Della sessantina di lune conosciute che orbitano intorno al pianeta, Titano è la maggiore e l'unica luna del sistema solare ad avere un'atmosfera significativa.

Osservazione


Il momento migliore per osservare Saturno e i suoi anelli è l'opposizione (quando l'elongazione del pianeta è di 180º, e si trova quindi nella parte di cielo opposta al Sole). Saturno appare ad occhio nudonel cielo notturno come un luminoso punto giallastro con una magnitudine apparente solitamente compresa tra 1 e 0. Il diametro di Saturno è troppo piccolo per poterlo percepire e a occhio nudo il pianeta apparirà sempre come un punto. È necessario un telescopio o un potente binocolo (almeno 30 ingrandimenti) per poter distinguere il disco del pianeta e gli anelli. Saturno ha un periodo di rivoluzione di 29,5 anni e ogni circa 15 anni, quando si trova in determinati punti della sua orbita, gli anelli scompaiono brevemente dalla vista, in quanto vengono a trovarsi perfettamente di taglio visti dalla Terra.
Oltre che dalla distanza dalla Terra, la luminosità di Saturno dipende anche dalla posizione degli anelli; se essi sono orientati in modo favorevole, come avvenne ad esempio nel 2002, sono maggiormente visibili e contribuiscono ad aumentare sensibilmente la luminosità apparente di Saturno.
Talvolta Saturno, come altri corpi del sistema solare che giacciono nei pressi dell'eclittica, può venire occultato dalla Luna. Nel caso di Saturno il fenomeno ha luogo con determinati cicli: ad un periodo di dodici mesi, durante i quali il pianeta viene occultato dodici volte dalla Luna, si sussegue un periodo di circa cinque anni, durante il quale non si verificano occultazioni. Questo succede perché l'orbita della Luna intorno alla Terra è inclinata rispetto all'orbita della Terra attorno al Sole, e solo quando Saturno si trova vicino al punto dove l'orbita della Luna attraversa il "piano dell'eclittica" possono avvenire le occultazioni.

Storia delle osservazioni

Saturno è l'ultimo dei pianeti visibili a occhio nudo ed era conosciuto sin dall'antichità. Gli astronomi babilonesi osservavano e registravano regolarmente i movimenti di Saturno. Nell'antica mitologia romana, il dio Saturno, da cui il pianeta prende il nome, era il dio dell'agricoltura ed era considerato l'equivalente del dio greco Crono. Lo scienziato greco Tolomeo basò i suoi calcoli dell'orbita di Saturno su osservazioni fatte mentre il pianeta era all'opposizione.
Il primo astronomo a osservarne la forma peculiare fu Galileo che nel 1610 non riuscì a risolvere completamente la figura del pianeta circondato dai suoi anelli. Inizialmente il pianeta gli apparve accompagnato da altri due corpi sui lati, e pertanto lo definì "tricorporeo". Con le osservazioni successive e l'uso di strumenti più sofisticati la variazione dell'angolo visuale degli anelli gli mostrò via via aspetti diversi, che lo spinsero a chiamare bizzarro il pianeta. Galileo nei suoi schizzi ipotizzò varie soluzioni per la forma di Saturno, fra cui anche possibili anelli che tuttavia erano tangenti la superficie del corpo celeste.[19] Nei secoli successivi Saturno fu oggetto di studi approfonditi. Nel 1649 un costruttore di telescopi marchigiano Eustachio Divini pubblicò per la prima volta una illustrazione dettagliata degli anelli di Saturno; il teologo cattolico Leone Allacci verso la metà del XVII secolo teorizzò fantasiosamente che gli anelli fossero stati originati dal Santo Prepuzio, ma successivamente nel 1655 l'astronomo olandese Christiaan Huygens fu il primo a intuire la natura anulare dei corpi visti da Galileo attorno al pianeta e scoprì anche il satellite TitanoGiandomenico Cassini nel 1675 fu il primo a ipotizzare la natura degli anelli e vi individuò la primasuddivisione o lacuna che ancora oggi porta il suo nome. Inoltre scoprì altre quattro lune saturniane: nel 1671 ReaGiapeto nel 1672 e DioneTeti nel 1684. La natura "granulare" degli anelli fu dimostrata per via teorica nel 1859 dal fisico scozzese James Clerk Maxwell.
Nel 1899 William Henry Pickering scoprì Febe, un satellite irregolare che non ruota in sincronia con Saturno come le altre lune maggiori. Febe è stato il primo satellite scoperto in un'orbita retrograda.[21] Nel corso del XX secolo, studi su Titano portarono alla conferma che esso era circondato da una spessa atmosfera, caratteristica unica tra i satelliti naturali del sistema solare.

Esplorazione spaziale

Pioneer 11

Il Pioneer 11 fu la prima sonda spaziale ad effettuare un flyby di Saturno nel settembre 1979, quando passò a 20 mila chilometri dalla sommità delle nubi del pianeta. Furono scattate immagini del pianeta e di alcune delle sue lune, anche se la bassa risoluzione non consentì di rilevare dettagli della superficie. La sonda studiò anche gli anelli del pianeta, scoprendo il sottile anello F e il fatto che le lacune oscure appaiono brillanti se osservate ad elevati angoli di fase rispetto al Sole, indicando che contengono sottili particelle in grado di diffondere la luce. Pioneer 11 misurò anche la temperatura di Titano.

Le sonde Voyager

La sonda Voyager 1 visitò il sistema di Saturno nel novembre 1980, inviando le prime immagini ad alta risoluzione del pianeta, dei suoi anelli e delle principali lune, effettuando anche un flyby con Titano, aumentando la conoscenza della sua atmosfera e confermando l'impenetrabilità della stessa alle lunghezze d'onda del visibile, impedendo la visione della superficie.
Nell'agosto 1981, quasi un anno dopo, la Voyager 2 continuò lo studio del sistema di Saturno. Acquisì diverse altre immagini ravvicinate delle lune di Saturno mostrando prove di alcuni cambiamenti dell'atmosfera e degli anelli. Purtroppo durante il flyby la piattaforma girevole della telecamera si bloccò per un paio di giorni e alcune immagini pianificate andarono perse. La gravità di Saturno fu poi usata per dirigere la sonda verso Urano.
Le sonde scoprirono alcuni nuovi satelliti in orbita nei pressi o all'interno degli anelli del pianeta, così come scoprirono alcuni spazi vuoti tra gli anelli stessi, come la Divisione di Maxwell, tra l'anello B e l'anello C, e la Divisione di Keeler, all'interno dell'anello A.

Cassini-Huygens

Lanciata il 15 ottobre 1997, la sonda spaziale Cassini-Huygens entrò in orbita attorno a Saturno il 1º luglio 2004, con lo scopo di studiare il sistema saturniano e inviare successivamente un lander sulla misteriosa superficie di Titano, fino ad allora sconosciuta a causa della spessa coltre atmosferica che avvolge la principale luna di Saturno.
Dall'inizio del 2005, la Cassini rivelò fulmini nell'atmosfera di Saturno, circa 1.000 volte più potenti dei fulmini terrestri. Nel 2006, la NASA comunicò che la Cassini aveva trovato la prova di acqua liquida su Encelado, che fuoriesce da sotto la superficie ghiacciata tramite dei geyser. Le immagini della Cassini mostrarono getti di particelle ghiacciate che dalla regione polare sud della luna finivano in orbita attorno a Saturno. Secondo alcuni scienziati altre lune del sistema solare potrebbero avere oceani di acqua liquida sotto la superficie, tuttavia nel caso di Encelado questi potrebbero trovarsi appena poche decine di metri sotto la superficie ghiacciata. Nel maggio 2011, gli scienziati della NASA affermarono che Encelado potrebbe essere il luogo più abitabile del sistema solare per la vita per come è conosciuta dall'uomo.
Numerose sono state le scoperte della Cassini nel corso degli anni: tra il 2006 e il 2007 sono stati scoperti laghi e mari di idrocarburi su Titano, il più grande dei quali ha le dimensioni del Mar Caspio. Nell'ottobre del 2006 la sonda ha anche registrato una enorme tempesta nel polo sud di Saturno.
Dopo aver scoperto otto nuovi satelliti la missione principale della Cassini si è conclusa nel 2008, tuttavia essa è stata prima estesa fino al 2010 e successivamente prorogata fino al 2017.
Nell'aprile 2013 la Cassini inviò le immagini di un enorme uragano sul polo nord del pianeta, 20 volte più grande di quelli che si osservano sulla Terra, con venti che soffiavano a oltre 530 km/h.
Il 19 luglio 2013, per la prima volta la NASA ha annunciato in anticipo che sarebbe stata scattata una serie di foto dal sistema solare esterno verso la Terra: la Cassini, dietro al disco di Saturno per evitare il bagliore del Sole, immortalò la Terra e la Luna dalla distanza di 1,5 miliardi di km. Da quella distanza la Terra appariva un piccolo puntino blu con un ancor più piccolo puntino bianco accanto (la Luna).

Parametri orbitali e rotazione

Saturno orbita attorno al Sole ad una distanza media di 1,427 × 109 km, percorrendo una rivoluzione completa in 29,458 anni terrestri. La sua orbita è inclinata di 2,488º rispetto all'eclittica ed è eccentrica di un fattore 0,0560. Alla sua distanza, la luce del Sole appare 100 volte meno intensa rispetto alle misure effettuate da Terra.
L'asse di rotazione è inclinato di 26,731°, regalando al pianeta un ciclo di stagioni più o meno analogo a quello terrestre e marziano, ma assai più lungo. Il periodo di rotazione di Saturno sul proprio asse varia a seconda della quota; gli strati superiori, nelle regioni equatoriali, impiegano 10,23378 ore a compiere un giro completo, mentre nucleo e mantello ruotano in 10,67597 ore.
Nel marzo 2007, è stato rilevato che la variazione delle emissioni radio del pianeta non corrisponde alla velocità di rotazione di Saturno. Tale variazione potrebbe essere causata dall'attività dei geyser sulla superficie della luna Encelado. Il vapore acqueo emesso in orbita attorno a Saturno da questa attività crea un ostacolo al campo magnetico del pianeta, rallentando la sua rotazione rispetto alla rotazione del pianeta.
L'ultima stima del periodo di rotazione di Saturno, basato su una media di varie misure effettuate dalle sonde Cassini, Voyager e Pioneer è stato segnalata nel settembre 2007, ed equivale a 10 ore, 32 minuti e 35 ± 13 secondi.

Caratteristiche chimico-fisiche

Con una massa pari a 95,181 volte e un volume pari a 744 volte quello terrestre, Saturno è il secondo pianeta più grande del sistema solare dopo Giove. È classificato come gigante gassoso poiché gli strati esterni sono costituiti prevalentemente da gas e manca di una superficie definita, anche se potrebbe avere un nucleo solido. Saturno appare visibilmente schiacciato ai poli, con i suoi diametri equatoriale e polare (120 536 km e 108 728 km rispettivamente) che differiscono di quasi il 10%. Questa forma è il risultato della sua rapida rotazione e della sua composizione chimica, con la densità più bassa del Sistema solare, facile a deformarsi. Anche gli altri pianeti, e i giganti gassosi in particolare, sono deformati in maniera analoga, ma in modo molto meno evidente. Saturno è anche l'unico pianeta del sistema solare con una densità media inferiore a quella dell'acqua: solo 0,69 g/cm³. In realtà il valore medio è una combinazione di densità molto basse nell'atmosfera del pianeta e densità più elevate all'interno, sicuramente maggiori di quella dell'acqua. Per questi valori si presuppone che il pianeta abbia un nucleo di rocce e metalli non particolarmente massiccio. Saturno ha una massa 95 volte quella terrestre, e assieme a Giove compone il 92% della massa planetaria totale del sistema solare.

Struttura interna

Saturno possiede una struttura interna molto simile a quella di Giove e presenta una composizione affine a quella del Sole, essendo costituito per il 75% di idrogeno ed il 25% di elio, con tracce d'acqua, metano ed ammoniaca. Nello strato esterno è presente un'atmosfera dove si alternano fasce chiare e scure parallele all'equatore con perturbazioni cicloniche e formazioni di nubi; il tutto degrada nella zona sottostante, dove a densità superiori a 0,01 g/cm3 l'idrogeno diviene liquido. La temperatura, la pressione e la densità all'interno del pianeta aumentano costantemente spostandosi verso il nucleo, e negli strati più profondi del pianeta, l'idrogeno diviene metallico.
Al centro del pianeta, è presente il nucleo. I modelli planetari standard suggeriscono che all'interno di Saturno esista un piccolo nucleo roccioso simile nella composizione al nucleo terrestre, ma più denso. Gli astronomi francesi Didier Saumon e Tristan Guillot hanno stimato nel 2004 che il nucleo di Saturno possiede una massa compresa tra 9-22 volte la massa terrestre, che corrisponde ad un diametro di circa 25.000 chilometri e dove si raggiunge una temperatura di quasi 12 000 °C ed una pressione di 10 milioni di atmosfere. Il nucleo è circondato da un spesso strato di idrogeno liquido metallico, seguito da uno strato liquido di idrogeno molecolare ed elio che si trasformano in gas all'aumentare dell'altitudine. Lo strato più esterno si estende su 1.000 km e consiste in una atmosfera gassosa.
Saturno, al pari di Giove, irradia, nell'infrarosso una energia più che doppia rispetto a quella che riceve dal Sole, e anche se in parte si pensa che ciò avvenga tramite il meccanismo di Kelvin-Helmholtz, questo non basta a spiegare tale produzione di calore dall'interno. Un ulteriore meccanismo che spiegherebbe il calore generato è quello di una "pioggia di elio" al suo interno: goccioline d'elio, più pesante dell'idrogeno, sprofondano nell'oceano liquido sottostante e comprimendosi, liberano calore che per convezione migra verso l'alto fino all'atmosfera, dove può sfuggire nello spazio esterno.

Atmosfera

L'atmosfera esterna di Saturno è composta per il 96,3% da idrogeno molecolare dal 3,25% di elio. La percentuale di elio è notevolmente minore rispetto all'abbondanza di questo elemento nel Sole. Le quantità di elementi più pesanti dell'elio non sono note con precisione; la massa degli elementi pesanti è stata dedotta dal modello della formazione del sistema solare ed è stata stimata, nel caso di Saturno, in 19-31 volte la massa della Terra, con una percentuale significativa situata nella regione del nucleo planetario.
Nell'atmosfera di Saturno sono state rilevate anche tracce di ammoniacaacetileneetanopropanofosfina e metano. Le nubi superiori sono costituite da cristalli di ammoniaca, che gli conferisce il tipico aspetto giallognolo, mentre quelle degli strati inferiori sembrano essere composte daidrosolfuro di ammonio (NH4SH) o acqua. La radiazione ultravioletta del Sole provoca la fotolisi del metano negli strati superiori dell'atmosfera, causando una serie di reazioni chimiche degli idrocarburi con i prodotti risultanti trasportati verso il basso dai vortici atmosferici. Questo ciclo fotochimico è regolato dal ciclo annuale stagionale di Saturno.

Le bande

L'atmosfera di Saturno mostra bande simili a quelle di Giove, ma molto più deboli e più larghe vicino all'equatore. Le formazioni atmosferiche (macchie, nubi) sono così deboli da non essere mai state osservate prima dell'arrivo delle sonde Voyager. Da allora i telescopi a terra e in orbita sono migliorati al punto da poter condurre regolari osservazioni delle caratteristiche atmosferiche di Saturno. Sono state trovate tempeste di forma ovale dalla lunga vita e molto simili a quelle di Giove. Nel 1990 il Telescopio Spaziale Hubble osservò un'enorme nube bianca vicino all'equatore del pianeta, e un'altra fu osservata nel 1994.
La composizione delle nuvole varia con la profondità e l'aumentare della pressione. Negli strati superiori, con una temperatura compresa tra 100-160 K e pressioni tra 0,5 e 2 bar, le nuvole sono costituite da ammoniaca ghiacciata. Scendendo nell'atmosfera di Saturno si trovano le nubi di ghiaccio d'acqua, dove la pressione è compresa tra 2,5 bar e 9,5 bar e le temperature tra i 185 e 270 K. Più in basso si trova uno strato di idrosolfuro di ammonio ghiacciato, a pressioni tra 3-6 bar e temperature comprese tra 290 e 235 K. Infine, negli strati inferiori, dove le pressioni sono di circa 10-20 bar e le temperature di 270-330 K, è presente una zona composta da gocce d'acqua mista ad ammoniaca in soluzione acquosa.
Una sostanziale differenza fra le atmosfere di Giove e Saturno è la presenza di bande chiare e scure, specialmente presso l'equatore, molto evidenti nel primo ma estremamente soffuse e poco contrastate nell'altro. Il motivo è un più spesso strato di foschia che sovrasta la parte dell'alta astmosfera di Saturno, probabilmente causata dalla minore temperatura (130 K nell'alta atmosfera), che favorisce la formazione di nubi ad una profondità maggiore rispetto a Giove. Ciò nonostante l'atmosfera saturniana è percorsa da venti fortissimi, che soffiano fino a 1800 km/h presso l'equatore.[6]Sono inoltre presenti cicloni, soprattutto alle alte latitudini, dalla durata relativamente breve, come quello ripreso dal Telescopio spaziale Hubble nel 1990, tipico esempio di Grande Macchia Bianca, tempeste temporanee che si formano durante le estati saturniane nell'emisfero nord, e osservate anche nel 1876, 1903, 1933 e 1960, non presenti durante il passaggio delle sonde Voyager.

Esagono di Saturno

Negli anni ottanta le due sonde del Programma Voyager fotografarono una struttura esagonale presente nei pressi del polo nord del pianeta, alla latitudine 78° N, che è stata osservata anche dalla sonda Cassini. I lati dell'esagono misurano ciascuno circa 13800 km, maggiore del diametro della Terra. L'intera struttura, unica nel sistema solare, ruota in un periodo di 10 ore 39 minuti e 23 secondi, equivalente al periodo di rotazione del campo di emissioni radio, che si presume essere pari al periodo di rotazione delle parti interne di Saturno. La struttura esagonale non si muove in longitudine come invece fanno le altre nubi nell'atmosfera visibile e sembra essere piuttosto stabile nel tempo.
Non si conoscono ancora le cause della presenza di questa forma geometrica regolare, ma sembra che non ci sia un collegamento con la radio-emissione di Saturno e con la sua attività delle aurore polari.

Ciclone del polo sud

Il Telescopio spaziale Hubble tra il 1997 e il 2002 osservò nei pressi del polo sud una corrente a getto, ma nessuna struttura paragonabile all'esagono del polo nord. Nel novembre 2006 la NASA ha però riferito che tramite immagini della sonda Cassini, è stato osservato un uragano centrato nel polo sud, con un occhio del ciclone ben definito. La scoperta ha rivestito una notevole importanza perché non erano mai stati osservati nel sistema solare, Terra a parte, cicloni con l'"occhio" così definito, nemmeno quando la sonda Galileo osservò da vicino la Grande Macchia Rossa di Giove. Il ciclone potrebbe esistere da miliardi di anni, ha la grandezza circa della Terra e al suo interno i venti soffiano a 550 km/h, vale a dire a velocità doppia rispetto ad un uragano terrestre di categoria 5.

Campo magnetico

L'esistenza della magnetosfera di Saturno è stata accertata dalla sonda Pioneer 11 nel 1979. Di semplice forma simmetrica la sua intensità all'equatore è di 0,2 gauss (20 µT) circa un ventesimo di quello di Giove, e anche leggermente più debole del campo magnetico terrestre. Quando la Voyager 2 entrò nella magnetosfera di Saturno, l'intensità del vento solare era alta e la magnetosfera si estendeva solo fino a 19 raggi saturniani, o 1,1 milioni di chilometri.
La sua origine, come per il pianeta Giove, è dovuta allo strato di idrogeno liquido all'interno del pianeta, ove si producono frequenti scariche elettriche, ed alla elevata velocità di rotazione. Un altro fattore che spiega la sua debole magnetosfera deriva dall' orientamento della stessa, che è quasi coincidente con l'asse di rotazione del pianeta, con uno scarto di solo 1° (contro i 10° di Giove).
La magnetosfera è composta da fasce di radiazione a forma di toroide nelle quali si ritrovano elettroni e nuclei atomici ionizzati. Il tutto si estende per oltre 2 milioni di km e anche oltre nella direzione opposta a quella del Sole. L'interazione tra la magnetosfera e la ionosfera provoca aurore polari che circondano i poli. Queste aurore sono state fotografate anche dal telescopio spaziale Hubble.
Altre interazioni dovute al campo magnetico sono state osservate tra i suoi satelliti: una nube composta da atomi di idrogeno che va dall'orbita di Titano fino all'orbita di Rea e un disco di plasma, anche questo formato da idrogeno e ioni di ossigeno, che si estende dall'orbita di Teti fino quasi all'orbita di Titano.

Anelli

Saturno possiede un magnifico sistema di anelli planetari, composti da milioni di piccoli oggetti ghiacciati, della grandezza che varia dal micrometro al metro, orbitanti attorno al pianeta sul suo piano equatoriale, e organizzati in un anello piatto. Poiché l'asse di rotazione di Saturno è inclinato rispetto al suo piano orbitale, anche gli anelli risultano inclinati. Questa natura "granulare" degli anelli fu dimostrata per via teorica fin dal 1859 dal fisico scozzese James Clerk Maxwell.
Gli anelli iniziano ad un'altezza di circa 6600 km dalla sommità delle nubi di Saturno e si estendono fino a 120 000 km, poco meno di un terzo della distanza Terra-Luna. Il loro spessore è mediamente pari ad appena 10 metri.
La loro scoperta è dovuta a Christiaan Huygens, nel 1655; in precedenza già Galileo Galilei aveva notato delle insolite protuberanze ai lati del pianeta, ma la scarsa potenza del suo telescopio e la particolare posizione di Saturno all'epoca - con gli anelli disposti di taglio per un osservatore terrestre, e quindi difficilmente visibili - non gli avevano permesso di distinguerne la forma con chiarezza.
Gli anelli sono divisi in sette fasce, separate da divisioni quasi vuote. L'organizzazione in fasce e divisioni risulta da una complessa dinamica ancora non ben compresa, ma nella quale giocano sicuramente un ruolo i cosiddetti satelliti pastori, lune di Saturno che orbitano all'interno o subito fuori dell'anello.
L'origine degli anelli è sconosciuta. Ci sono due ipotesi principali a riguardo: che siano il risultato della distruzione di un satellite di Saturno, ad opera di una collisione con una cometa o con un altro satellite, oppure che siano un "avanzo" del materiale da cui si formò Saturno che non è riuscito ad assemblarsi in un corpo unico. Parte del ghiaccio della parte centrale degli anelli proviene dalle eruzioni dei vulcani-geyser di Encelado. In passato, gli astronomi pensavano che gli anelli si fossero formati assieme al pianeta miliardi di anni fa, tuttavia studi più recenti sembrano suggerire che l'età degli anelli sia probabilmente solo di alcune centinaia di milioni di anni.
Nell'ottobre del 2009 grazie al telescopio spaziale Spitzer, è stato scoperto il più grande anello di Saturno mai osservato in precedenza. Questo enorme anello si trova alla periferia del sistema di Saturno, in un'orbita inclinata di 27º rispetto al piano del sistema dei sette anelli principali. Il nuovo anello, che si ritiene sia originato da Febe, è composto di ghiaccio e di polvere allo stato di particelle alla temperatura di -157 °C. Pur essendo molto esteso questo anello è rilevabile solo nello spettro infrarosso, perché non riflette la luce visibile. La massa dell'anello comincia ad una distanza di circa 6 milioni di chilometri dal pianeta e si estende fino a 11,9 milioni di chilometri. La scoperta potrebbe essere decisiva per risolvere il problema legato alla colorazione del satellite Giapeto: gli astronomi ritengono che le particelle dell'anello, che orbitano intorno a Saturno in modo retrogrado (proprio come Febe), vadano a collidere contro la superficie di Giapeto quando esso, durante il suo moto orbitale, attraversa l'anello.

Satelliti naturali

Saturno possiede un elevato numero di satelliti naturali, 62. 12 dei quali scoperti solo nel 2005 grazie altelescopio giapponese Subaru ed altri 15 scoperti tra il 2006 e il 2009. Solo 53 di essi hanno attualmente (maggio 2014) un nome proprio. È difficile quantificare con precisione il loro numero, perché tecnicamente tutti i minuscoli corpi ghiacciati che compongono gli anelli di Saturno sono da considerarsi satelliti. Molte delle lune sono piuttosto piccole: 34 di esse hanno un diametro minore di 10 km, mentre 14 hanno diametro inferiore ai 50 km. Tradizionalmente, la maggior parte delle lune di Saturno portano i nomi dei Titani della mitologia greca. Quando nel XX secolo i nomi dei Titani furono esauriti, le lune presero il nome da personaggi della mitologia greca e romana o da giganti di altre mitologie. Tutte le lune irregolari (eccetto Febe) hanno nomi di divinità della mitologia inuit, di quella celtica e di giganti di ghiaccio della mitologia norrena.
Il satellite saturniano di gran lunga più interessante è Titano, l'unico satellite del sistema solare a possedere una densa atmosfera e che da solo costituisce oltre il 95% della massa orbitante attorno a Saturno, anelli compresi. Titano fu anche il primo satellite saturniano scoperto, nel 1655 da Christiaan Huygens. Seguirono, tra il 1671 e il 1684, le scoperte di TetiDioneRea e Giapeto da parte di Giovanni Domenico Cassini.[88] Passò poi più di un secolo prima della scoperta, nel 1789, di Mimas e Encelado da parte di William Herschel, mentre Iperione fu scoperto nel 1848 da W.C. BondG.P. Bond e William Lassell., e fu l'ultimo scoperto con l'osservazione diretta tramite telescopi ottici. Già Febe, nel 1899, fu scoperto daWilliam Henry Pickering mediante l'uso di lastre fotografiche a lunga esposizione. L'unica altra luna poi scoperta prima dell'arrivo delle sonde Voyager nel 1980 fu, nel 1966, Giano.
Il gran numero di satelliti e la presenza degli anelli rende molto complessa la dinamica del sistema di Saturno. Gli anelli sono influenzati dai movimenti dei satelliti, che causano marcate divisioni o lacune, e l'interazione mareale con Saturno porta effetti perturbanti sulle orbite dei satelliti minori.[93] I satelliti di Saturno possono essere divisi a grandi linee in dieci gruppi a seconda delle orbite attorno al pianeta. Oltre alle piccole lune degli anelli, aisatelliti pastori, alle lune co-orbitali e alle lune irregolari, i grandi satelliti sono sostanzialmente divisi in "interni" ed "esterni": i satelliti interni orbitano all'interno del tenue Anello E e tra questi sono compresi Mimas, Encelado, Teti e Dione, le cui orbite sono contraddistinte da una bassa eccentricità orbitale e un'inclinazione orbitale inferiore a 1,5°, con l'eccezione di Giapeto, che ha un'inclinazione di 7,57°. Le grandi lune esterne, Rea, Titano, Iperione e Giapeto, orbitano al di là dell'Anello E e in genere hanno un'inclinazione e un'eccentricità orbitale decisamente più elevata.
Tra le lune irregolari la più grande è Febe, che ha un diametro di 220 km, un semiasse maggiore di quasi 1,3 milioni di km e un periodo orbitale di 18 mesi. Per oltre un secolo, fino al 2000, è stata creduta essere la luna più distante da Saturno, fino a quando furono scoperte nel 2000 diverse altre piccole lune più esterne. Pensato essere in passato un asteroide, la sua natura è tuttavia stata svelata dalla sonda Cassini: esso è un corpo composto da ghiaccio misto a roccia, simile a Plutone e Tritone, e faceva probabilmente parte di quella massa di corpi ghiacciati che ora formano la Fascia di Kuiper. Febe rimase intrappolato nel campo gravitazionale di Saturno quando le interazioni gravitazionali dei giganti gassosi, e in particolare di Giove, espulsero la maggior parte dei planetesimi ghiacciati verso il sistema solare esterno.

Saturno nella cultura umana

Il nome Saturno deriva dal dio romano dell'agricoltura, corrispondente del dio greco Kronos. Saturno, come gli altri pianeti ben visibili a occhio nudo, era comunque noto fin dai tempi più antichi: nella mitologia mesopotamica era conosciuto come Ninib, o Ninurta, discendente del "Dio Sole" e guardiano della giustizia Šamaš. Come i "successori" Crono e Saturno di greci e romani era un dio contadino, inoltre era il protettore degli uomini dalle malattie causate dai demoni.
In ebraico antico, Saturno è conosciuto come Shabbathai e il suo angelo è Cassiel. La sua intelligenza o benefico spirito è Agiel (layga) e il suo spirito (l'aspetto più oscuro) è Zazel (lzaz). In turco ottomanourdu e malese, il suo nome è 'Zuhal', derivato dall'arabo زحل.
Sabato, il giorno della settimana, era associato a Saturno già ai tempi degli antichi romani (Saturni dies), che lo consideravano il primo giorno della settimana planetaria, tradizione derivata probabilmente da quella ebraica. Il pianeta, tradizionalmente considerato come "freddo" perché il più lontano di quelli allora conosciuti, era associato anche alla tradizione ebraica di consumare pasti freddi il sabato. Anche nell'era moderna nei paesi dilingua inglese, riprendendo la tradizione romana, Saturno è associato al sabato (Saturday).

Nell'astrologia

Nell'astrologia medica Saturno regola i meccanismi fisiologici e cellulari. Simboleggia il freddo e pertanto rallenta le funzioni dell'organismo conferendo longevità ai suoi nativi.
Nell'astrologia occidentale Saturno è associato alla privazione, alla perseveranza, alla logica, alla serietà, alla vecchiaia, e regola le responsabilità dell'individuo e il suo rapportarsi con equilibrio al mondo esterno. Apparentemente severo e negativo esso tuttavia aiuta la crescita interiore aiutando a superare i momenti di crisi con l'autocontrollo. Esso è domiciliato nel Aquario (domicilio diurno) e nel Capricorno (domicilio notturno), inesaltazione nella Bilancia, in esilio nel Cancro e nel Leone, in caduta nell'Ariete.
Nell'astrologia indù, ci sono nove oggetti astrologici, conosciuti come Navagrahas. Saturno, uno di loro, è noto come "Shani", colui che giudica le persone in base alle azioni compiute nella loro vita.
Nelle culture cinese e giapponese antiche Saturno era la "stella terra" (土星). Questa classificazione si basa sui cinque elementi che sono stati tradizionalmente utilizzati per classificare gli elementi naturali.

Nelle opere di fantascienza

Conosciuto fin dai tempi antichi, Saturno è stato spesso citato in opere letterarie, anche se in passato è stato menzionato sovente più per il suo significato astrologico che in opere di fantascienza. Il pianeta compare nella Divina Commedia, e in particolare nel Canto ventunesimo del Paradiso, dove rappresenta il settimo Cielo, caratterizzato dalla meditazione e dalla contemplazione.
Nel 1752 Voltaire, nel racconto Micromega l'omonimo protagonista, proveniente da Sirio, arriva prima su Saturno e fa amicizia con i suoi abitanti, che hanno 72 sensi e vivono 15.000 anni, dopodiché prosegue il viaggio con uno di loro verso la Terra. In Le avventure di Ettore Servadac (Hector Servadac, Voyages et Aventures à Travers le Monde Solaire1877), Jules Verne descrive un viaggio nel sistema solare a bordo di una cometa che si spinge fino a Saturno. Le illustrazioni del romanzo lo presentano come un pianeta dalla superficie rocciosa e deserta, provvisto di 8 satelliti e 3 anelli. In A Journey in Other Worlds del 1894 di John Jacob Astor IV, esploratori dalla Terra raggiungono Saturno provenienti da Giove (che è un mondo di giungla tropicale, molto simile all'antica Terra) e trovano che il pianeta è scuro, secco e morente. Gli unici abitanti di Saturno sono creature gigantesche simili a fantasmi che comunicano telepaticamente e possono prevedere il futuro.
Quando nel XX secolo la scienza moderna confermò che Saturno è un pianeta senza superficie solida, con un'atmosfera ostile alla vita, l'attenzione degli autori di opere fantascientifiche si spostò maggiormente sulle sue lune, e Saturno non venne praticamente più preso in considerazione come scenario di storie di fantascienza. Isaac Asimov ad esempio, in Lucky Starr e gli anelli di Saturno, cita ampiamente gli anelli, ambientando però il seguito sui satelliti Mimas e Titano. Il romanzo 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey1968), di Arthur C. Clarke, termina nel sistema di Saturno (a differenza del film e dei seguiti del libro, ambientati nel sistema di Giove), e precisamente sul satellite Giapeto. Un'opera che pone Saturno come scenario principale in tempi recenti è Saturn Rukh (1997), romanzo di Robert L. Forward, dove una spedizione umana su Saturno cerca di entrare in contatto con enormi esseri, detti "Rukh", che vivono galleggiando nell'atmosfera del pianeta.
Anche al cinema, di Saturno viene citato più il suo sistema di lune che il pianeta stesso, come in Saturno 3, film del 1980 diretto da Stanley Donen, ambientato sulla terza luna. Il nome del satellite non viene citato e dovrebbe trattasi di (Teti), anche se qualche recensione cita Titano come scenario.

giovedì 4 dicembre 2014

TIRED

Photo: ALMA VIVA


I'm really tired. Tired of hearing every day, violence, harassment, killings. I'm sick of reading and hearing words against homosexuals, women, minorities. 
See that any excuse is ready to attack and "punish" what for others is not "normal". 
And then you see horrible things, made by our political and religious terms, that in the name of morality, foment hatred and contempt in the name of God that are tailored. 
It 's amazing when you speak, many people misunderstand, write and misinterpret your words. is also stupid, blame yourself or seek excuses, when others are not having understood.
 Anyway that's okay. Everyone must choose his way, too bad that we always think the others to intrude ... Patience. perhaps it would be advisable not to give too much importance...


Giampaolo

giovedì 27 novembre 2014

QUAND'ERO PICCOLO

QUAND'ERO PICCOLO

Nuvole bianche in un cielo azzurro, stelle splendenti in notti buie, distese di campi di grano con piccoli papaveri rossi disseminati qua e la, la neve bianca ed i ghiaccioli appesi ai cornicioni delle vecchie case di mattoni, l'orto pieno di verdure e miriadi di fiorellini bianchi nel piccolo prato dietro casa. Le campane delle chiese che suonavano di mattina e di sera, in autunno nel cielo, decine di uccelli migratori solcavano nella perfetta forma a V la distesa celeste, l'odore delle castagne al fuoco nel camino, il rumore dei ruscelli in primavera mentre nei campi attorno germogliavano fiori di ogni colore e nell'aria il cinguettio di nuove nidiate sugli alberi.
Quand'ero piccolo era tutto ciò che sentivo, vedevo attorno a me. La memoria non mi ha mai ingannato nel corso degli anni e ricordo tutto precisamente.
Vivevo nella casa della nona materna in campagna dove tutto aveva il sapore di antico, dove si potevano vedere cavalli che trainavano carri pieni di fieno ed il fumo del camino uscire dai comignoli nelle giornate fredde d'inverno. Il fiume che passava poco lontano scorreva lento tra gli alberi che cambiavano colore ad ogni stagione, quando ancora le stagioni c'erano. Ogni mese aveva il suo "profumo", quelli che mi piacevano di più erano dicembre e gennaio dove le luci e i colori degli addobbi natalizi davano un'atmosfera magica ai miei occhi, dove le castagne al fuoco
creavano qualcosa di arcano nelle giornate buie del primo mese dell'anno e poi giugno, con il suo calore, i suoi colori nitidi, i campi coltivati appena fuori paese e le prime feste dove la gente ballava in piazza. Allora potevo uscire nei cortili attigui, cortili uniti da passaggi nascosti dietro le case confinanti, e giocare fino a sera con gli amichetti fingendosi a volte cowboy, a volte indiani, spesso spie o guerriglieri sempre alla ricerca di tesori nascosti, ovviamente ai luoghi davamo nomi inventati. La cantina dove c'erano le botti di vino, erano le segrete, il solaio poteva diventare sia la base del capo delle spie sia il castello dei fantasmi. La guerra ovviamente la si faceva tra i vari cortili, il mio era quello inglese, quello vicino il tedesco e via di questo passo. Poi la merenda, immancabile alle quattro e mezza del pomeriggio, ogni giorno e poteva essere, tea con biscotti, naturalmente fatti in casa, pane burro e zucchero oppure pane burro e marmellata e una spremuta, non certo le sofisticate merendine così pubblicizzate ai giorni nostri.
Ero felice, o almeno pensavo di esserlo ma vivevo in bilico tra la famiglia tradizionale e quella moderna, la nonna era fin troppo all'avanguardia e molto attiva, leggeva molto anche i grandi classici e poesie, sua figlia, mia zia andava già in vacanza da sola negli anni 50 con le amiche, quindi donna indipendente, la prozia, sua sorella timorosa di Dio, mi portava quasi tutte i pomeriggi a messa e cercava di convincermi, in futuro, di farmi prete, mancava in quella famiglia. Io dicevo di si e lei era contenta, ma ancora non capivo perché mi piacesse andare con lei in chiesa, poi da grande capii che fosse l'arte ad attrarmi. Ricordo dipinti, statue, oggetti intarsiati e stavo quei tre quarti d'ora a osservarli mentre un brusio di preghiere provenivano da lontano alle mie orecchie. Poi c'era l'asilo e tutti quei bambini del boom anagrafico dei primi anni sessanta, non ho mai capito bene come facessero tre suore, un''inserviente e la superiora più due cuoche a contenere centinaia di piccoli pesti, solo nella mia classe eravamo una quarantina. Eppure quell'asilo mi sembrava un regno, dal giardino delle rose dove c'era la statua di una madonna in preghiera, il pollaio e dietro un campo selvatico da dove si intravvedevano fiorellini selvatici gialli e rossi e delle fragoline piccole. Cera il grande albero nel cortile opposto, cortile ghiaioso diviso da una passaggio al coperto che portava dalla casa principale dove avevano le camere le suore, la direzione, la sala ed il refettorio alle aule di scuola e i gabinetti. Un albero che ci vedeva giocare in attesa dell'arrivo dei genitori dopo aver fatto il piccolo pisolino pomeridiano delle quindici.
Ero proprio un sognatore, allora mi sembrava tutto bello, colorato, profumato. vivevo di sensazioni, di atmosfere, di giochi e il sabato e la domenica stavo con la mamma, che lavorando molto, poteva (turni permettendo), venire a farmi visita la sera o il mattino quando ero dalla nonna. Papà tanto non c'era quasi mai, non mi chiedevo il perché era naturale stare con chi mi amava e vedevo tutti i giorni.  Persone che ho amato molto e che mi hanno insegnato tanto, come i nonni paterni, persi troppo presto anche loro, conobbi pure i bisnonni paterni, infatti eravamo tutti nati a breve distanza come generazioni. Ricordo che non dormivo finché la prozia mi raccontava qualche favola, spesso inventate perché le solite mi annoiavano e infine cadevo nel sonno abbracciato al mio orsacchiotto preferito, orsacchiotto che visse con me fino ai 25 anni.
Poi un giorno, il vento cambiò, la nonna non stava più bene, la zia si sposava, la casa era troppo vecchia e mamma aspettava un bambino... Mi trasferii a casa dei miei definitivamente e la nonna con prozia al piano di sotto... Nella mia mente, nella mia fantasia quel vento sentivo che non mi avrebbe più regalato le magie a cui ero abituato, che mai più avrei rivisto i vecchi amici e l'orto con i fiori bianchi nel prato e così. Ma capii un giorno guardando negli occhi azzurri e gelidi di mio padre fissi su di me, che io non sarei mai più stato il bambino di allora... E così fu.
 

mercoledì 5 novembre 2014

Piccolo pensiero, piccola poesia

Si vive in un mondo vero o in un mondo colorato?
Un vissuto col tempo diventa ricordo
Il ricordo si colora di fantasia
La fantasia diventa un sogno
Il sogno è la realtà di un tempo vissuto
Giampaolo.

venerdì 31 ottobre 2014

LA MIA TERRA, un legame d'amore



Quando ero piccolo passavo le giornate, le ore a guardare tra la natura, il cambiamento delle stagioni, il cielo con i suoi colori in base al tempo. La bellezza di aver passato infanzia e gioventù in campagna credo sia stata una fortuna. Una grande campagna naturale, spesso bistrattata da chi non ci ha mai abitato o anche da chi ci vive e ci ha vissuto nonostante non riuscisse a trasferirsi altrove.
Una immensa campagna chiamata Pianura Padana, dove a scuola ti insegnavano i fiumi, le città, i laghi che la solcavano, attraversavano e tanto altro.

Nei viaggi in auto o in treno con i miei, quando passavamo per queste rigogliose, paludose, nebbiose, soleggiate terre, mi immaginavo posti incantati e mi meravigliavo dei colori, dei profumi, dei tetti rossi delle città e degli alti campanili, dei castelli e dei grandi cascinali immersi nel verde, tutto sembrava stupendo.
E' vero tutta l'Italia è bellissima ed ognuno "campanilisticamente" (perdonatemi la parola) preferisce il proprio luogo, chi la Cociaria, chi il Campidano, chi le Murge e così via... Ed io ho amato ed amo tuttora la pianura padana.
Le sue cascine, i suoi boschi, i suoi torrenti e fiumi, i suoi laghi e persino le albe ed i tramonti che finivano dietro le alte Alpi  piemontesi avevano qualcosa di magico, però sentivo che stava cambiando qualcosa.
La città di Milano s'ingrandiva a dismisura nel corso degli anni, la campagna veniva sempre di più invasa, deturpata, poi nel corso dei decenni l'erba, le coltivazioni fecero posto a palazzi a grandi magazzini e fabbriche che formano così un complesso urbano attorno alla metropoli, di otto milioni di abitanti, uno dei più grandi europei e mondiali. Ma pur non vedendo le campagne di prima qualcosa era rimasto, la naturalezza non trasformata di alcuni luoghi, l'arte che veniva conservata insieme ad un piano sull'ecologia dopo anni di costruzioni e brutture.
Mi dissi forse è finita qui, forse ritorneremo alla normalità, alla terra che amavo molto e che fece dei miei anni infantili felicità e gioia assoluta.
Ma come sempre non tutto prosegue come dovrebbe, un giorno una persona mi disse "Sai la nostra Padania..." e quel nome mi mise in allerta, al che risposi "Vorrai dire valle padana".
Dall'altra parte un no secco, la Padania, un futuro stato formato da regioni produttive che mantengono l'Italia che ruba... Cercai di capire cosa fosse.
Iniziai a comprendere che un nuovo vento politico voleva fare di quella terra di tutti e di nessuno, così bella, uno stato. Un luogo con confini, dove dovrebbero esserci nuove leggi e tanto altro...
Cercai di capire tra tv, giornali, interviste a chi fondò quella nuova cosa, devo dire che mi inquietai parecchio e molte cose non mi piacquero. anche io non sono d'accordo che la locomotiva del nord traini tutto lo stato ma pensandoci bene non traina  l'Italia delle persone e regioni, ma chi governa mentre le regioni del sud rimangono "povere" per chissà quale programma ed intenzioni. In effetti tutto sparisce al governo, non dico Roma perché è troppo bella per accusarla di tutto ciò.
Io pensavo ai tempi in cui la pianura padana era solo pianura amata o odiata quanto vuoi, ora sembra diventata una terra che vuole l'indipendenza e spesso con parole dure ed inconciliabili, anzi non è lei che sembra diventata, lei è sempre la stessa... Sono gli esseri umani che vorrebbero cambiasse. Ho letto cose incredibili per il secolo in cui viviamo e sentito cose che potevano appartenere all'ottocento se non al medio evo.
Questi esseri umani che nel corso degli anni hanno commesso errori in quel programma, che solo al pensiero ci sarebbe da rinunciare a questo sogno, a questa Padania.
Tutto ciò potrebbe ora essere intrapreso come uno sfogo politico il mio, lo potrà anche essere sotto alcuni aspetti, però io non voglio che la mia pianura diventi terra di confine, terra dove la gente che nei secoli e decenni scorsi hanno prodotto ed aiutato a far crescere tutto, dove la gente viveva semplicemente e anche serenamente in paesi e città storiche, bellissime con tradizioni e tanto altro.
Non mi piace l'idea di una cittadinanza diversa, di una divisione così drastica, "perderei" molti amici di regioni lontane, vorrei invece che ci sia collaborazione ed uguaglianza e giustizia quella vera. Sono state fatte lotte enormi per unire un Paese che non è mai stato unito, oggi ne abbiamo continuamente prove, ed ora dovrebbe esserci uno stato nuovo chiamato Padania...
Eppure io mi ritrovo coi pensieri a tornare piccolo dove tutto sembrava semplice, dove le albe e i tramonti erano fantastici in ogni stagione, dove campi di grano e mais facevano gara con quelli dell risaie a chi produceva di più, dove il sole cocente dell'estate afosa litigava con le nebbie e il gelo dell'inverno per far si che le persone non vedessero l'ora dell'arrivo della primavera con i suoi fiori o dell'autunno con i suoi colori intensi. 
Vorrei solo che la pianura padana restasse pianura e non Padania, ma soprattutto che restasse italiana.


giovedì 16 ottobre 2014

16 OTTOBRE



16 Ottobre 2014
16 Ottobre 1991

Quanto possono essere importanti le date nei ricordi? Molto? Poco? In maniera insignificante oppure sono fondamentali? Eppure oggi 16 ottobre guardando il cielo ed il viale vicino a casa mia, un ricordo improvviso si fa strada nella mente. 
Poco fa camminavo in questo viale coperto di foglie rosse e gialle cadute dagli ippocastani che ne seguono il corso, come giganti protettori di quella strada importante e vidi per terra ricci e castagne "matte" (come le chiamava la mia nonna materna), castagne che se le metti in un sacchettino, in borsa oppure in tasca e spesso in qualche ninnolo in casa, portano fortuna e salute.

Lodi
16 ottobre 1991, ore 11.35

"Paolo guarda due castagne matte!" la voce di Francesca mi fece distogliere lo sguardo dalla stupenda villa in uno dei viali alberati di Lodi, vedo lei chinarsi e raccoglierle porgendomene una sorridendo. 
"Ecco tienila, io tengo questa, mettila in tasca della giacca porterà fortuna e salute... Basta crederci."
La guardai e sorrisi, era bellissima quel mattino di primo autunno non tanto freddo con il cielo leggermente coperto, esattamente come ora. I capelli finalmente cresciuti dopo periodi di chemioterapia, erano sulle spalle, i riflessi ramati facevano risaltare i suoi grandi occhi verdi ed il maglione rosa con camicia bianca, facevano risplendere il volto colorito pieno di lentiggini.
"Certo che oggi si sta proprio bene..." dissi prendendola per mano per attraversare quasi di corsa l'incrocio col semaforo giallo "Qualche nuvola, temperatura tiepida e questi colori, non sembra neanche autunno."
Eravamo andati a Lodi per alcuni documenti e dopo aver espletato tutte le incombenze necessarie, avevamo deciso di prenderci qualcosa di caldo e di fare una bella passeggiata in attesa del nostro autobus che ci riportasse a casa.
"Hai visto che ho corso senza fiatone?" mi disse improvvisamente, non so se il mio sguardo tradisse allora qualche segno di preoccupazione o di gioia "Bene sono contenta, vuol dire che tutto sta migliorando e che tra un po' quando tutto sarà pronto, potremo fare quella cosa..."
"Aspetta guarda là che meraviglia quel negozio d'antiquariato." cambiai discorso cercando di non pensare a quello che aveva detto poc'anzi "Vieni a vedere, ci sono quelle lampade art-noveau che mi piacciono tanto."
Sentivo che mi stava osservando e quasi le leggevo nel pensiero, ma continuavo a parlare dando notizie e pareri sui bellissimi mobili in quelle vetrine illuminate.
"Perché cambi continuamente discorso ogni volta che..."
"Non cambio discorso." dissi mentendo "Sarebbe la solita tiritera da tre anni a questa parte. Anzi io sono seccato per averci fatto aspettare tutto questo tempo. Si poteva fare tutto prima..."
Lei per un attimo si era zittita, poi la sua voce calma parlò nuovamente "Certo, ma si vede che non era il momento... No so che cosa stai dicendo e che sei arrabbiato, fossimo in altre condizioni economiche ed il viaggio a Parigi due anni fa avrebbe risolto tutto molto prima... Ma ora ci siamo e poi..."
"Poi?..." chiesi guardando l'orologio e si era fatto pure tardi, affrettammo il passo verso la fermata degli autobus.
"Beh poi abbiamo queste ora..." rispose mostrando nella mano una delle due castagne "Lo sai che portano fortuna..."
Più tardi un leggero sole spuntato da qualche nuvola grigia, illuminava il nostro pullman che si stava avviando verso casa.

Milano
16 Ottobre 2014, ore 11.35

Tornato al posto di lavoro dieci minuti fa e seduto davanti alla mia scrivania, davanti al computer mentre curiosavo tra facebook ed internet avevo visto in fotografia un viale e delle castagne e subito istintivamente guardai il calendario alla mia sinistra, 16 ottobre...
Che coincidenza, forse la fortuna di avere una memoria formidabile, forse di vivere le proprie emozioni, la propria vita intensamente anche nelle cose banali, spesso mi ritrovo a ricordare cose vissute che per alcuni sono normali ma per chi e vive sono tutt'altro. 

Penso ora alle due castagne di quel giorno che sono le stesse, chiuse in una barattolo colorato a casa mia, quando lei se ne andò dodici giorni dopo, vidi in camera sua appoggiata sul comodino la castagna che avevamo colto insieme pochi giorni prima e la presi.
Ora tutte e due sono insieme ma sono sicuro che quando andrò via anch'io, gliele porterò, dicendole non appena sarà davanti ai miei occhi "Ecco le ricordi? Sono le castagne della fortuna e della salute. La tua l'avevi dimenticata tantissimo tempo fa, ma ora è di nuovo con te."
Sarà suggestione, ma in questo momento alle mie spalle dalla finestra, è spuntato un pallido sole come quello che apparve mentre eravamo sull'autobus di ritorno, l'autobus delle 12.30, proprio come ora.
Che sia un suo modo di farmi capire che lo sapeva già?



lunedì 13 ottobre 2014

Ricordo di un'estate lontana

Una canzone ascolta per caso e subito un ricordo bellissimo di un'estate ormai lontana






(La foto ritrae mia madre, io e dietro la mia prozia che ci accompagnava in quella vacanza a Lavagna nel 1964)

Lavagna, Agosto 1964.

I juke box imperversavano dai bar lungo le strade illuminate di quell'estate calda, piena di colori e profumi ed in pieno boom economico. Le persone in abiti colorati camminavano per queste vie soffermandosi davanti a locali e vetrine. Io ero piccolissimo e mi ricordo dal passeggino una marea di gambe e tante voci di cui non capivo nulla, poi infine a passi frettolosi, con i miei girammo in una via e finalmente da lontano il mare, il dancing "Chez Vous" e le rotaie del treno  che dividevano la strada dalla spiaggia ghiaiosa.
Ricordo vagamente poi un profumo forte di fiori, in braccio a mamma che aveva di fianco papà, nonna, zia e prozia. Ricordo molte persone che ascoltavano una musica in quella piazza all'aperto vicino al mare, il cielo pieno di stelle ed una luna incredibile. 
Guardavo una coppia ballare questa canzone che, ricordo perfettamente cantata da un gruppo su un palco vicino a delle palme: lei aveva una scollatura dietro la schiena che mostrava un'abbronzatura invidiabile 
su quel vestito blu notte e lui con camicia chiara e pantaloni neri con i capelli impomatati. 
Ricordo che girai il visino verso la nonna che sorrideva e mi mandava un bacio e dietro di lei una bellissima ragazza che mi colpì talmente, da vederne ancora oggi il volto nella mente. Pensavo che fosse cinese e quando lo chiesi alla nonna, mi rispose che era olandese e il fatto di sembrare cinese era dovuto solo al trucco, un riga fatta con la matita nera, una riga rivolta all'insù sulle palpebre che le conferivano un'aria vagamente orientale.
Era bello vedere le signore tutte agghindate ed ognuna con un vestito diverso, un'acconciatura molto spesso cotonata che la differenziava dalle altre e i colori di quegli abiti estivi così alla moda e spesso strani. Solo gli uomini si concedevano al massimo pantaloni bianchi o azzurri e camicie chiare, ma sempre solo d'estate ed in vacanza.
Che anni furono i '60, li ho vissuti da piccolo ma per me furono indimenticabili, ricordarli ora come un sogno o una nostalgia è strano però, se ancora ci fosse quell'atmosfera e la positività di quegli anni, forse, staremmo di nuovo tutti bene.

mercoledì 8 ottobre 2014

UNA SERA SENZA STELLE



QUELLA SERA SENZA STELLE





(Oggi si parla di mobbing molto più apertamente, se ne discute, forse qualcosa si sta facendo ma non è mai abbastanza. Quando lo si subisce da grandi o da adulti, si ha la capacità se non di difendersi, almeno di provvedere per chiedere un supporto o aiuto. Quando si è piccoli è diverso, subentra paura, orrore e incapacità di comprendere, ed è qui che "dentro" nel proprio io un ragazzino o ragazzina pensa di essere sbagliato e non capisce che è solo colpa degli altri. L'accanimento contro persone è originato da cattiveria, da senso di superiorità, da una possibile diversità di ogni tipo, chi l'ha subito se lo porta dietro per tutta la vita, vincendolo o rilegandolo in una parte della propria mente fingendo che non sia mai esistito oppure lo subisce ancora fino alla fine, generando paure e voglia di morire... In alcuni casi è stata l'unica - sbagliata e non capita - soluzione possibile. Perché sto scrivendo tutto questo? Perché ho letto per caso una storia poco fa, una storia vera di una bambina vessata da persone orribili e che ora, adulta, sta pagando ancora le conseguenze di quell'odio, di quell'astio inconcepibile e nei suoi pensieri c'è ancor oggi la voglia di morire. La storia che racconterò ora è vera ed è mia, alcuni diranno ma quante cose gli sono capitate a questo? Io solo posso dire che ognuno di noi ha vissuto, vive e vivrà esperienze che nessun altra persona farà, certo potranno essere simili queste vicende ma mai uguali, soprattutto mai vissute psicologicamente in maniera identica. Non starò a mettere in discussione il come, il perché e chi ha contribuito ai fatti che sono successi allora, ma vorrei far capire a chi sta subendo le stesse esperienze anche in maniera diversa, che con forza, abnegazione e coraggio tutto si può se non risolvere almeno vincere in parte e ritrovare se stessi ed una serenità rubata. Non è facile raccontare tutto questo per me, la decisione di farlo è stata tormentata e lunga ma trovo sia giusto e forse anche dare un aiuto per chi non ce la fa a sopportare il male che viene fatto loro, soprattutto se giovanissimi.

SENZA CUORE
SENZA AMORE
SENZA STELLE

Di nascosto dietro alla porta della mia cameretta sentire la voce di tuo padre che dice: "Non vado a seguire quello di là (cioè io) alle gare di quello sport da femminucce." mentre stavo reparando la mia borsa con la divisa della mia squadra, era stato davvero doloroso, avevo ricacciato le lacrime in gola piuttosto che farmi vedere piangere.
"Fare atletica e corpo libero non è da femminucce..." gli aveva risposto arrabbiata mia madre mentre stava dando la pappa alla mia sorellina nel seggiolone "Ci sarei andata anche io ma con la piccola come faccio?"
Era stata quella frase detta dall'uomo che mi ha generato a farmi capire quando non si è accettati e da quel momento avevo ripensato a ciò che mi aveva fatto subire fin da piccolo, fin da quando avevo avuto i primi ricordi. 
Mi domandavo, mentre cercavo di dare il massimo dell'impegno nella gara, arrivando a prendere una modesta medaglia di bronzo, se tuo padre non ti vuole, ti detesta solo perché sei nato ed in quel momento non ti voleva, non ti ama, chi altro avrebbe potuto amarti?
Cercavo nelle tribune qualcuno dei miei ma c'erano solo i genitori e parenti degli altri ragazzi, dei miei amici che gareggiavano con me e mi sentivo solo, ma poi avevo deciso di concentrarmi su quello che stavo facendo.
Più tardi ero tornato a casa con due amichetti: Marco e Pierfrancesco, una volta entrato nel nostro appartamento, solo la mamma mi aveva chiesto com'era andata e tutto finì lì, sotto lo sguardo gelido dell'uomo seduto sulla poltrona con in mano un quotidiano.
A scuola era una tragedia che pochi ricordano o meglio, molti fingono di non ricordarsi, la colpa? Solo per il fatto di avere avuto un aspetto dolce, un bel bambino un po' strano che invece di giocare al pallone, a fare la lotta, diventare cow boy o indiano preferiva leggere, dipingere, girare in bicicletta e peggio ancora cantare nel coro dell'oratorio. 
Le vessazioni subite erano all'ordine del giorno, ricordo i nomi di quelli che mi facevano dispetti, insulti, fino ad arrivare alle mani... 
"La difesa è l'unica cosa che può farti vincere, non permetterlo a nessuno di piegarti... Se la parola non vince, vince la mano.." diceva mia nonna materna e presi in parola tutto.
Tornavo a casa con il labbro gonfio per un calcio, oppure un occhio pesto per un pugno, la maestra a volte interveniva quando vedeva i litigi nel cortile della scuola Morzenti, ma più spesso succedeva fuori dall'orario di scuola o in giro per strada, dove incontravo per caso le solite piccole bande di ragazzini asociali.
Da mio padre nessuna difesa o commento, dalla mamma si... Certo avevo amici e soprattutto molte amiche con cui mi trovavo bene ma spesso dovevo fare strade secondarie per non farmi vedere per la paura di trovare la solita banda e da solo contro loro, non ce l'avrei mai fatta.
Le parolacce più divertenti al mio indirizzo erano "Faccia da culo" (ovvio mica avevo il viso di terminator e poi non giocavo al pallone quindi davano per scontato chissà cosa, a otto o nove anni???), oppure nel gruppo di ricerche scolastiche, il "maschiaccio", il "figo" della classe o dei giochi in strada diceva sempre "Io quello non ce lo voglio vicino"... 
Gli altri insulti li lascio alla vostra immaginazione, esagerando pure.
Un giorno mi ero slogato sun piede per un'aggressione, un'altra volta il labbro tagliato all'interno da un pugno, poi un calcio negli stinchi mentre stavo passando vicino a dei ragazzi che ridevano fino a che un pomeriggio, in una zona popolare della città dove vivevo, non avevo visto due della "banda" uscire da un angolo della strada. 
Botte e provocazioni fatte così come se per loro fosse acqua fresca da bere, ma per me no. Ogni volta era una lama che tagliava un pezzo del cuore.
Piangevo? Si spesso, poi non più e chiuso nella mia cameretta pensavo a come poter morire senza soffrire troppo, confesso che mi vien da ridere a pensarci: 
mi vedevo gettarmi dal ponte dentro al fiume, appeso alla pianta di ciliege dello zio Peppino in fattoria, oppure dopo aver bevuto 100 pillole per il cuore della nonna o magari con la lametta tagliarmi le vene e via di seguito... 
Ed intanto il tempo passava e le cose non cambiavano. Non riuscivo a capire il perché di questo odio da una parte di alcuni e tanta amicizia da parte di quei pochissimi amici più grandi di me ma soprattutto quella di  tante ragazzine.
La banda era cresciuta con me, alcuni di loro superavano i quindici anni mentre io ne avevo solo tredici quando un giorno passando (sempre per non farmi vedere) nelle strade secondarie, soprattutto quelle situate dietro al castello, mi ero trovato di fronte tre di loro.
"Questo è il nostro territorio ora, se passi ancora una volta di qui ti spezziamo le gambe"... 
Spaventato avevo accelarato il passo e quasi fuggendo avevo avuto modo di sentire le loro risate alle mie spalle ed un sasso sfiorarmi la testa. 
Perché lo avevano fatto? Ora anche nell'unica zona in cui potevo passare tranquillamente ora non potevo più farlo. Non avevo detto nulla  a nessuno ma non ero più passato da quelle parti se non con i miei.
Un mattino in bagno mentre mi facevo la doccia, era arrivato improvvisamente quel pensiero: "Io ci passo, succeda quel che succeda ora basta..." avevo deciso che quel giorno avrei preso la mia bicicletta e di fare la "provocazione" passando dalle vie proibite, volevo vincere ed ero sicuro di farcela.
Per puro caso mia madre proprio quel tardo pomeriggio, doveva portare delle camicie da sistemare ad una sarta che abitava in una di quelle vie e così avevo preso la palla al balzo, ci sarei andato io. 
Era sceso il buio presto, eravamo ancora in marzo e stranamente non faceva freddo, un cielo nuvoloso e grigio come la pietra su di me che con la bicicletta rossa e mi ero avviato sulla strada dietro il castello, fatta poi la mia commissione, avevo voglia di fare un giro in centro e mi sono immesso sulla salita chiamata pontino, non c'era nessuno.
Non riuscivo a capire se ne ero felice oppure no, se comunque si fossero presentati li avrei affrontati e in quel momento mi era venuto un coraggio, apparente, da leone finché un rumore sordo aveva colpito il mio udito, i miei sensi  verso la mia destra.
Mi ero fermato e voltata la faccia forse senza sorpresa avevo visto loro. erano li fermi in piedi con un sorriso terribile sulle labbra.
Erano in sei, li ricordo tutti uno ad uno, viso per viso... Il più grande mi guardava come fossi una bestia da schiacciare, dentro mi tremava tutto.
"Che ti avevamo detto tempo fa?" aveva detto con una strana voce con lo sguardo di un gatto selvatico ed io zitto, si era avvicinato... troppo, mi sovrastava di almeno quindici centimetri, avevo la sua bocca davanti agli occhi e mi vera venuto da vomitare. 
"Allora? Stronzetto di merda dalla faccia da culo che fai qui?." non avevo detto nulla, ma sentiva il mio tremore e la mia paura, mi aveva preso per il maglione e giacca:
"Ti do due secondi per sparire, la merda come te qui non la vogliamo vedere, capito stronzetto?" mi aveva lasciato di colpo ma in tempo a reggermi al manubrio per non cadere mentre gli altri ridevano.
Non so con che sguardo lo avevo fissato e lui strinse di più gli occhi, volevo dire qualcosa ma avevo girato il volto verso la salita, sedutomi sulla bicicletta avevo iniziato a pedalare ma dalla mia bocca uscì "Vaffanculo"... 
Tremavo e non pensavo mi che avessero sentito, non andavo veloce tant'è che di nuovo qualcosa si era mosso alle spalle, avevo girato la faccia all'indietro pur pedalando e me li ero ritrovati di fianco a pochi centimetri.
Lui, il capo aveva fatto un cenno due altri che si erano messi subito davanti a me impedendomi di proseguire. Mi si era avvicinato sempre di più, nessuna mossa da parte mia, mi aspettavo di tutto ormai fino a quando arrivò quel pugno. 
Un pugno violento sulla schiena che mi aveva piegato in due facendomi sbattere lo sterno sul manubrio cadendo per terra.
"Questo è per il vaffanculo..." poi non mezzo intontito non avevo compreso le altre parole anche perché stavano scappando via, forse anche impauriti vedendomi per terra fermo, scomparendo dietro ad una curva.
Non so quanti minuti erano passati o forse erano secondi, in quel momento mi mancava il fiato, non avevo più il respiro per la botta contro il manubrio e mi faceva male pure la schiena. 
Rialzandomi vedevo i miei pantaloni sporchi di terra umda e mi bruciava il ginocchio destro. Con la bici per mano mi ero avviato piano verso la strada che costeggiava il fiume... 
Sentivo il sangue colare dal ginocchio nel calzone... Quando mi ero ritrovato vicino ad una delle piante di sambuco che costeggiavano la via davanti a quell'acqua... Osservavo come ipnotizzato quel fiume scuro ed  invitante, se mi fossi buttato avrei risolto tutto.
Invece ero scoppiato in lacrime scivolando per terra appoggiato al muro dell'ultima officina prima delle rive di erba rasate che portano giù al Lambro. 
Avevo pianto non so quanto con la testa tra le mani... Non erano lacrime di dolore per il pugno, la botta allo sterno oppure per il ginocchio, ma piangevo per il male che avevo dentro, per i perché di queste cose che non capivo, per i miei tredici anni buttati al vento per colpa di altri ragazzi cattivi.
Il cielo mi sembrava sempre più buio, non c'era una stella, solo la luce di un lampione poco distante sopra la mia testa, avevo messo il capo sulle ginocchia ed ero rimasto li a pensare, mia madre mi aspettava sicuramente spaventata per il ritardo.
Poi un auto si era fermata vicino a me, una voce che mi chiamava, quando avevo alzato lo sguardo con gli occhi rossi mi era apparso dal finestrino un volto quasi spaventato, conoscevo quella persona.
"Dio mio che è successo? Paolo rispondi..." la mamma di un amico di scuola era scesa dall'auto in fretta, per aiutarmi.
Voleva portarmi a casa mia, a pochi passi da quel luogo isolato, ma io le avevo detto di no, dovevo riprendermi ancora ne avevo bisogno. Mi aveva fatto salire in macchina dopo aver legato la mia bicicletta al palo della luce e ci eravamo avviati verso la sua villa più avanti.
Nel tragitto la donna aveva ascoltato tutta la storia e siccome conosceva bene i miei, aveva deciso di raccontare tramite una telefonata a mia madre, una storiella inventata lì per lì, non appena saremmo arrivati a casa sua, per non spaventarla ulteriormente.
Ero rimasto a casa sua fino alle sette di sera e guardavo la tv con suo figlio, sentivo lei al telefono con la mamma e quindi tutto era a posto almeno esteriormente. 
Da donna intellgente mi aveva di nuovo fatto raccontare la storia e mi aveva aiutato a capire, a comprendere che purtroppo ci sono persone con grossi problemi nel relazionarsi con gli altri e sfogano la loro mancanza e frustrazione con atteggiamenti di superiorità e cattiveria per poi agire in gruppo dove si sentono più forti, attaccando chi, secondo loro erano deboli mentre sono proprio loro i meno forti. 
Quando fissandomi negli occhi mi aveva detto: "Farò qualcosa contro loro perché conosco i genitori di uno di quei bulli..." l'avevo implorata di no.
Lei aveva insistito ma io ero riuscito a siegarle il perche: mi ero reso conto di aver trovato il coraggio di vincere le paure e le persone cattive affrontandole a qualsiasi costo.
Più tardi mentre tornavo a casa da solo, dopo averla dissuasa nell'accompagnarmi, avevo deciso che mai più sarebbe stato come prima. 
E così fu.

Giampaolo Daccò Dos Lerèn

giovedì 2 ottobre 2014

Un mattino di primo Ottobre nella mia MILANO





















MILANO 2014

Svegliarsi presto in un mattino d'autunno, per poi immergersi nelle strade della grande città ancora quasi dormiente e percorrere il breve tratto del viale che divide la propria casa dal posto di lavoro.

In quel momento, vedendo le luci soffuse dei lampioni, l'alba rosata che illumina il cielo dal colore incerto e le poche auto che corrono veloci chissà dove, ti assale la voglia di immortalare quell'immagine quasi romantica, dal sapore vagamente retrò, una old-fashiond melody quasi come tornare negli anni sessanta da bambino e subito parte il clic.

La voglia di immaginare questo scatto in mille modi, mi ha subito costretto non appena sono arrivato in ufficio, a modificare quello che ho immortalato, in varie fotografie dal sapore diverso, seppur con la medesima immagine. 

Mentre le osservavo sullo schermo, con la mente immaginavo gli anni passati e di come poteva essere in quel momento la via fotografata da un normale telefonino: anni cinquanta? Un ritratto quasi impressionista? Una giornata piovosa d'autunno oppure moderna ed attuale? E perché no? Magari tutt'e quattro insieme per dare un'immagine diversa alla stessa città.

Ogni foto un'emozione, un pensiero ed un ricordo:
Quella colorata e moderna degli anni 80, dove tutto sembrava spensierato, dove l'apparenza regnava sovrana e la superficialità non mostrava ciò che sarebbe successo poi, ma era la Milano da bere, della moda, della bellezza, dei paninari, dei capelli alla punk, spalle larghe ed imbottite e pantaloni ascellari, dove tutti facevano a gara nel farsi notare e vivere alla grande, spesso a dispetto di ciò che nascondevano in realtà nella vita privata.

Magari quella con la pioggia tipica degli anni 70 dove si andava a scuola in eskimo, jeans, maglione e capelli lunghi se eri di sinistra o col giubbotto trapuntato e nero possibilmente, con i capelli rasati o ben pettinati, se eri destra, i "sanbabilini" dovevano ancora arrivare.
Oppure quando percorrevi i viali per andare a scuola e la pioggia batteva forte sui tetti, sulle auto e tu un giorno si ed un giorno no in piazza a protestare, chi con la bandiera rossa ed il Che disegnato in prima linea, chi con la bandiera nera con la croce nel cerchio... Spesso finiva a scazzottate, molte volte soltanto scontri con la polizia e poi le bombe che cambiarono tutto, ma questa è un'altra storia.

Oppure la foto retrò in stile anni cinquanta, con i colori sul mattone (chissà perché quando si pensa al passato le immagini scorrono o in bianco e nero oppure in colori sul rosso mattone con punte di giallo scuro come fossero ricordi sbiaditi o ingialliti dal tempo), 
dove quando si entrava nei negozi o in qualche locale si salutava, dove su un marciapiede stretto l'uomo lasciava il passo alla donna che proveniva di fronte magari salutandola alzando il cappello.
Il periodo dove il per favore, il grazie ed il prego regnavano sovrani ed i bambini, temendo punizioni dai grandi, cercavano di non commettere (almeno quando non erano soli) le cosiddette allora marachelle.
Dove gli anziani avevano posti garantiti sui mezzi pubblici e non si sentivano schiamazzi ed urla nelle orecchie come oggi. E soprattutto non c'erano gli squilli continui dei cellulari e gente che chiedeva carità (anche quando non ne avrebbero davvero bisogno) in ogni angolo delle strade e chi c'era su quei marciapiedi grigi, allora povero lo era davvero.

O per finire la Milano in bianco e nero degli anni sessanta, dove i Beatles, Rolling Stone, mini gonna, beat generation e balli sfrenati hanno conquistato tutti? Era il boom tanto decantato.

Ricordo bellissime ragazze con minigonne vertiginose e gli occhi bistrati, i ragazzi con pantaloni colorati a zampa d'elefante, capelli lunghi per tutti. Ricordo qualche matusa vestito seriamente dove il grigio, il blu ed il nero col marrone erano gli unici colori che potevano indossare contestando i giovani che osavano di più (allora a quarant'anni eri matusa-vecchio-stantio, mentre attualmente gli ottantenni si fidanzano, si amano e vanno a ballare a discapito dei ragazzini che girano in branco vestiti tutti uguali e chiusi nelle loro camere a chattare con gli altri con il proprio computer). 

Anni di rivolte studentesche, dove il vecchio veniva spazzato via senza pietà, dove i lavoratori urlavano ed ottenevano i loro diritti e così le donne, le femministe con i loro slogan che scandalizzavano i benpensanti, ma anche anni dove la Chiesa si era modernizzata, inserendo durante le messe, complessi e band che cantavano si inni al Signore ma inni moderni nuovi (tutto perso con l'arrivo del nuovo papa alla fine degli anni 70, portando tutto indietro come decine di anni prima).
 Anni lontani che non tornano più.

Perché ho scritto tutto questo? Non lo saprei dire, non è neanche nostalgia (negli anni cinquanta non ero ancora nato) o voler a tutti costi ricordare il bel tempo che fu, difetto tipicamente italiano dove siamo ancorati ai vecchi ricordi ed alle vecchie usanze, perdendo spesso treni che altri Paesi prendono al volo, migliorando e avanzando a dispetto del povero Paese nostro. 

O meglio lo so il perché l'ho scritto: colpa di questa foto anzi di queste foto realizzate da me, un po' per gioco, un po' per curiosità ed alla fine hanno innestato nella mia mente una serie di ricordi e fotografie di una Milano che non c'è più ma che ora, con la nuova area metropolitana si sta proiettando verso il futuro (anche se solo tecnologicamente come tutte le metropoli mondiali occidentali che nonostante si sta avvicinando la decadenza, continuano a mostrarsi giovani, forti e belle, come le ragazze di Miss Italia, altre vittime del progresso). 

Una Milano che tra poco "senza confini comunali" avrà più di tre milioni e mezzo di abitanti, dove con l'hinterland ne supera già gli undici milioni inglobando città partendo da Novara fino alle cittadine del lago di Garda da ovest ad est, 
da Lodi-Pavia fino a Lugano e Varese da nord a sud, formando una megalopoli tra le più cementificate del mondo.
Ma che importa è il progresso, è il futuro, è ciò che stanno creando per "noi" ed i nostri figli. 

Mi chiedo quale futuro mentre guardo di nuovo queste immagini così semplici di un viale immerso nelle luci del primo mattino di un autunno qualsiasi, semplici ma intense come dovrebbe essere la vita di ognuno di noi.

Giampaolo Daccò Dos Lerèn