venerdì 16 gennaio 2015

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista ANTONIO MORRA




ANTONIO MORRA, 
un uomo dagli occhi di cielo e dal cuore d'oro



Antonio è nato a Tolfa il 3 febbraio 1973, sotto il segno volitivo dell'Acquario,
Iniziò a lavorare alla Lancio dal 1998 e da allora ha interpretato circa 150 fotoromanzi, dei quali solo 22 da "non" protagonista. 
Quando tempo fa gli proposi l'intervista, Antonio  accettò subito ma siccome in quel periodo era all'estero, mi promise che non appena fosse tornato in Italia, avremmo fatto quest'intervista... Intanto il tempo passava... passava... ogni tanto un suo messaggio di non preoccuparmi, era impegnatissimo ed intanto il tempo passava...
Mi vennero in mente alcuni aggettivi per definirlo:
Introvabile... No imprendibile... Sperduto in qualche giungla... Ma esiste veramente?... Forse impegnatissimo davvero?. 
Ora con l'intervista sul tavolo e la sua immagine sorridente davanti ai miei occhi, non saprei che definizione dare ad uno dei più begli attori Lancio, uno dei “divi” meno divi ma espressivamente eccezionale in ogni ruolo e che con quegli occhi magnetici è stato capace di attirare le fans ed i fans nella fantasia dei suoi ruoli  conquistandoli anche con quel sorriso disarmante e gioioso. Io credo che la sua interpretazione più bella è stata “Certi amori” dove ha incarnato  il classico uomo etero tutto di un pezzo, conquistatore che nonostante abbia un amico del “cuore” gay, si ritrova a fare i conti con i pregiudizi verso l'altro dopo la sua confessione e che mai avrebbe pensato di avere. Ovvio questo è uno dei tanti suoi ruoli e storie fantastiche interpretate.
   Antonio, nel corso degli anni ha fatto partecipe tutti i fans dei suoi viaggi in sud America, della sua famiglia e dei suoi figli, della sua Tolfa e di quanto è generoso il suo cuore ed animo, insomma una persona vera. Non è stato difficile farlo partecipe di quest'intervista e siccome lui è una persona molto alla mano e non un divo, abbiamo voluto impostare tutte le domande trasformandole in una lunga chiacchierata per far conoscere di più, quello che è in realtà Antonio Morra, il ragazzo dagli occhi di cielo.
        Inizio con un domanda forse banale e ovvia ma penso sia d'obbligo: che tipo era Antonio prima di arrivare alla Lancio, com'eri da piccolo, dove vivevi e cosa facevi, le tue esigenze, pregi e difetti  e le aspirazioni del futuro?

“Ma che dire Giampaolo, fino ai 27 anni ho sempre vissuto nel il mio paesino Tolfa, dove sono cresciuto semplicemente come molti bambini e ragazzi di cittadine e paesi piccoli d'Italia. Gli amici di una vita, la pesca con le mani, il bagno al fiume e le cene in campagna. Poi la pasisone per i  i cavalli, il motorino a 14 anni e poi le vacanze a tanto amore per il mare. Insomma sempre pronto a vivere ogni attimo di spensieratezza che ti offriva la della vita di paese, potrà sembrare banale ma è una vita bellissima che lascia molti ricordi più che piacevoli in età adulta. Poi svolgevo tanti lavoretti estivi quando chiudeva la scuola, ho lavorato com bagnino, ho fatto il muratore, andavo pure a raccogliere il fieno, poi il piastrellista e chi piu ne a piu ne metta, insomma ogni lavoro era il mio, era come il desiderio di imparare ogni cosa (praticamente impara l'arte e mettila da parte penso io) saper fare ogni mestiere.
Devo dire che da piccolo ero una peste ho combinato di tutto: non stavo mai fermo e i giochi più, come dire “pericolosi?” erano i miei, senza contare la disperazione dei miei genitori e parenti ma era più forte di me, praticamente ero un cliente fisso del pronto soccorso di Civitavecchia... Beh a pensarci bene non solo da piccolo.
Inoltre amo viaggiare, ho incominciato a “vagabondare” tra Australia,  India, Nepal, finendo persino in Ecuador: ho fatto piu di 13 anni lontano da casa e questi anni ed esperienze mi hanno insegnato tanto, molto di più che tanti libri di studio e altro.
    Il pregio piu grande che mi riconosco è il senso di dedizione agli altri, ho un intelligenza emotiva molto forte, vivere le emozioni e mettere in pratica l'esperienze verso gli altri è una cosa meravigliosa, impagabile.
Imentre per quanto riguarda il difetto più grande: sono pieno di difetti! O forse è un pregio anche questo!? Mah sembra un mistero nero. 
   Il futuro che vorrei invece quello di vedere crescere i miei figli, vivere la campagna e lavorare per  i miei ristoranti qui in Italia e in Ecuador, e se fosse possibile, contribuire a lasciare un mondo migliore, quello che si vede ora non è il massimo.”
   - Sei stato in tv, in teatro, hai fatto il ballerino e anche molto bene, visto che ci accomuna la stessa passione, io l'ho praticato per più di 25 anni e lavorato molto, ora come hai impostato le tue occupazioni? -
   “Il mio carattere mi porta a fare sempre tanti lavori insieme, ballare mi piaceva, bellissima esperienza la tv il teatro, mi sono divertito, quando poi mi sono stufato ho smesso, penso che nella vita non ci sia miglior cosa che scegliersi il lavoro, anche se riconosco che per molti non sia facile, io ho avuto la fortuna e la capacita di scegliermi i lavori che desideravo fare e quando mi sentivo realizzato lasciarli, e crearmene uno nuovo. Ho sempre aperto tante porte e un desiderio innato penso.”
   - Come ti capisco, sarebbe fantastico se tutti potessero fare le stesse cose, ma alla Lancio? Come ci sei arrivato? -
   “Alla Lancio mi portò Pascal Persiano dopo un lavoro fatto a Grand Hotel e la prima persona che mi fece il provino della Lancio fu proprio il grande Nando de Marro, in tutta sincerità mi aspettavo di divertirmi, di imparare, ed il tempo mi ha dato ragione: sono stati anni fantastici! 
   Ho imparato tanto professionalmente, tante storie erano scritte su misura per me nessuno mi ha mai obbligato a tagliarmi i capelli o imposto cose fuori dal mio modo di essere. Alla Lancio costruivano i personaggi che erano piu adatti a me era tutto naturale, mi piacevano ruoli d'azione con Marchetti che mi faceve saltare nel fiume anche in inverno, con Richelmy che facevo sempre arrabbiare con i miei ritardi (eccone beccato uno penso ridendo tra me, ricordando l'intervista fatta a Vittorio). Poi con Ivan che non lasciava trapelare le emozioni ma era la persona piu dolce del mondo, con Paolo Andreotti che durante la lavorazione stavamo sempre a ridere (mi vien da pensar ma lavoravate o no?).
Poi c'erano Mario, Renato, Davide, Marco, Sandro umanamente ho condiviso giornate con la troup indimenticabili, divertenti, dove è difficile trovare un anedddoto divertente tra tutti quelli che sono capitati e sono stati davvero tanti! Ricordo tutto il lavoro che si svolgeva seriamente, le scene da costruire, la preparazione, ma soprattutto i pranzi consumati insieme. Eravamo amici davvero!
   È strano però, ma quando è venuto a mancare Sandro è come se mi fosse venuto a mancare un fratello, di amici ne ho persi nella vita e in Ecuador ne ho vissute tante di cose tristi, ma sono poche le cose che mi hanno stretto il cuore come questo. Penso spesso a lui e Fernando M.
Posos solo dire che fra tutti i lavori che ho svolto nella mia vita, la Lancio è l’unico con cui non avrei mai voluto smettere, avrei fatto l'attore pure in vecchiaia!”
   - Antonio ha voluto finire così questa nostra conversazione ringraziandoci tutti per l'affetto che dimostriamo a lui tutt'ora, capisco anche la sua emozione e i suoi ricordi belli e meno belli legati alle persone con cui ha condiviso anni di lavoro come attore di fotoromanzi, è anche uno dei “divi” più ricordati ed amati e lo ètutt'ora. Antonio è una persona davvero amabile, disponibile, sincera ed immediata... E' ciò che appare ed è per quello che il suo seguito, le sue ammiratrici ed ammiratori gli vorranno sempre bene, dietro la sua innegabile bellezza, si vedono trasparire un cuore ed un anima tra le migliori. 
Grazie Antonio. 

- Giampaolo -


Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista GERMANA DI RENZO



GERMANA DI RENZO, signora dell'amore e sogni

Quanto leggevo i fotoromanzi, prima di iniziare, sbirciavo subito  il nome dello scrittore e sceneggiatore appena sotto il titolo della storia. Cercavo di dare un volto a ciascuno di loro ma ogni volta, mi apparivano lineamenti diversi e visi. Di Germana Di Renzo, che è stata tra le più brave a raccontare le “nostre storie d'amore”, mi ero fatto l'idea di una donna un po' naif, jeans, maglioni colorati e magari camicie a fiori, capelli corti, scuri, ricci e occhiali rotondi. E mentre scriveva le sue storie si soffermava davanti alla finestra con le tendine colorate ad osservare il verde di chissà quali colline lontane. Una sorta di donna romantica e semplice piena di fantasia e ricordi.
Mai più diversa invece è stata la realtà quando in questi giorni l'ho “conosciuta” tramite facebook. Ho visto il volto di una bella signora distinta, bionda, dallo sguardo forte e dolce allo stesso tempo, elegante ma anche con un pizzico di stravaganza e molto precisa nel rispondere, e su questo però non avevo dubbi, molto gentile e disponibile ma determinata nella sua coerenza. E in alcuni tratti specie di quando ero piccolo, mi sono riconosciuto nella creatività del gioco.
Con lei mi sembrava di essere troppo freddo e selettivo farle domande precise e solite, così ho dato l'opportunità a lei di descrivere chi è davvero Germana di Renzo, abile sceneggiatrice di storie fantastiche targate Lancio. Ho compreso che il suo timore era di non essere ricordata se non vagamente, invece tra i nostri fans e amici della pagina Fotoromanzi Lancio e del nostro gruppo, quasi tutti si ricordano di lei in maniera affettuosa.
Ma passiamo a Germana alla nostra protagonista di turno, alla signora del fotoromanzo, una donna sensibile, a tratti umile ma con un carattere forte, e come se scrivesse una delle sue bellissime storie inizia a raccontarsi:
Sono nata a Palermo tanti anni fa, ma ho ancora il cuore giovane, voglia di vivere e un aspetto giovanile, come si evince dalla foto del mio profilo scattata nell’agosto 2013. Sono minuta, dinamica e piena d’interessi. Sin da bambina ero sensibile e riservata e mi piaceva osservare gli altri profondamente, così da scoprirne pregi e difetti.  
   Preferivo giocare da sola e m’inventavo diversi giochi aiutandomi con la fantasia. Uno di questi era costruire casette di cartone e creare piccole città i cui abitanti erano o bottoni o faccine ritagliate dai giornali e infilate nel foro dei tubetti di dentifricio già consumati. Poi ci creavo storie fra di loro. Probabilmente nel mio subconscio sapevo che un giorno sarebbe stato il mio lavoro. Ma allora  non ci pensavo affatto, ero molto impegnata nello studio. Crescendo mi piaceva vedere film, soprattutto quelli “di contenuto impegnato” e discuterne con i miei amici in un circolo del cinema.
   Il mio approccio al fotoromanzo è avvenuto per caso, più o meno intorno ai trent’anni dopo essermi trasferita con la mia famiglia a Roma. All’inizio scrivevo insieme a mio marito, amante del cinema, soggetti e sceneggiature di film e, dopo averne realizzato uno, io come sceneggiatrice e lui come regista, conobbi sul set alcuni generici che arrotondavano le loro entrate lavorando nei fotoromanzi. 
   La curiosità di conoscere questo mondo per me nuovo,  dato che non avevo mai sfogliato riviste di questo genere e le mie letture di evasione erano costituite dai libri gialli, mi spinse a introdurmi in questo ambiente e a distaccarmi dal cinema che non portava molti frutti. Devo dire che non fu facile, ma animata  dalla  mia volontà e testardaggine nonché incoraggiata dai consensi che ricevevano le mie storie, alla fine ci riuscii.    
All’inizio lavorai per le case editrici francesi tramite Franco Angeli che ne gestiva i contatti. Successivamente  per quelle italiane, quali Cino Del Duca ,Universo e  Rizzoli. Ricordo che partivo per Milano con la mia cartella piena di soggetti e tornavo a Roma coll’accordo di sceneggiarli. Mi ero presentata anche alla Lancio nel frattempo, ma trovai le porte chiuse perché avevano dei collaboratori fissi e non ne accettavano nuovi. 
   Soprattutto trovai ostruzionismo da parte di Stelio Rizzo, ma poi dopo varie insistenze, pur essendo scorbutico mi concesse di scrivere un fotoromanzo.  Devo dire però che  in seguito, dopo tanti anni di collaborazione, scoprii che dietro la sua durezza nascondeva una grande stima per le  mie  capacità. Ne è la prova il fatto che passando dall’ufficio contabilità trovavo periodicamente  i miei compensi aumentati. E la precisa conferma che mi apprezzava, l'ebbi in occasione di una riunione indetta  da Bepy Marzulli, allora dirigente, quando seppi da due giovanissime e colleghe che Rizzo per perfezionarle nel mestiere aveva  indicato loro di prendere a modello i miei fotoromanzi. Fu una gioia per me, mi sentii ripagata per il mio lavoro che ho cercato di svolgere smepre ocn  semplicità e coerenza.
 Ma torniamo indietro a quando partito per la metropoli lombarda. Il mio obiettivo andando a Milano era sempre stato quello di prendere contatti  con la Mondadori e precisamente con Luciano Pedrocchi, direttore di Bolero teletutto ex Bolero film, e  persona altamente qualificata e lungimirante, dato che era stata sua l’idea di sostituire con attori reali i personaggi che inizialmente erano creati dal disegnatore. Purtroppo però non riuscivo a ottenere un appuntamento. 
   C’era una barriera attorno a lui. Io però non demordevo e colsi l’ occasione dell’uscita del mio primo fotoromanzo Lancio per chiedergli un ennesimo appuntamento attraverso la sua segretaria. Stavolta mi ricevette e rimasi sorpresa dalla sua professionalità perché, non solo aveva letto il mio fotoromanzo, ma vi aveva apportato delle correzioni per perfezionare il mio stile. Evidentemente aveva visto in me delle qualità e mi affidò un suo soggetto da sceneggiare. 
   Da quel momento entrai nel suo staff di collaboratori fissi. Nessuno degli sceneggiatori di Roma c’era riuscito, compreso Rizzo come mi confessò in un secondo tempo lui stesso. Questa preferenza accordatami da Pedrocchi mi spalancò le porte della Lancio al punto che, avendo perso il mio recapito telefonico, vennero a cercarmi fino a casa per propormi di lavorare in esclusiva per loro.
   Accettai perché nel frattempo  motivi di salute avevano costretto Pedrocchi ad andare  in pensione anticipatamente e a subentrare fu Sandro Mayer,  che,  com’è consuetudine sostituì tutto lo staff del suo predecessore. Da allora il mio rapporto di lavoro con la Lancio è durato venticinque anni.  Dopo la sua morte Rizzo fu sostituito da Barbara Mercurio e, poichè non aveva molta esperienza, fu affiancata a Mancuso, un veterano sceneggiatore che rese difficile la mia collaborazione. Ma già il fotoromanzo era in declino per l’avvento delle soap opere televisive e uscii dal giro. La passione di scrivere mi è rimasta, ho continuato e continuo a scrivere  libri al momento solo per me.
   Il mio lavoro come sceneggiatrice dei fotoromanzi è stato fantastico, anzi splendido e ben remunerato. Lo svolgevo a casa e ciò mi consentiva di occuparmi della mia famiglia e, cosa non trascurabile, mi piaceva. Mi divertiva  immaginare tante belle storie d’amore, quelle che avrei voluto vivere accorgendomi che il mondo esterno si trasformava e si perdevano i  veri valori dei sentimenti . Così sognare e far sognare era una dolce evasione sia per me che per gli altri, perché la vita purtroppo riserva a tutti tante delusioni e dolori.
 Un aneddoto da racocntare dell'esperienza alla Lancio? Ciò che mi commosse e che sicuramente mi spinse ad apprezzare il fotoromanzo e a dedicarmici fu quando, accompagnando mia figlia a far visita ad una sua amica ricoverata in ospedale per un incidente alla gamba, trovai nella sua corsia tante altre degenti che leggevano soltanto fotoromanzi. In quell’occasione capìi quanto conforto dessero a tante persone.
Per quanto rigurda i miei  fotoromanziquale potre essere il mio preferito? Direi tutti. Perché sarebbe come dire ad una mamma quale figli preferisci e se ogni figlio ha una caratteristica diversa e vita diversa, lo si ama intensamente nello stesso modo. 
Mentre epr quanto riguarda i miei hobbyes, oltre a scrivere: leggere, curare le piante, enigmistica, cucinare ( ogni primavera preparo i carciofini sott’olio ) e viaggiare quando posso. Non soffro di solitudine anche se sono vedova da 24 anni. Ho tutto un mio mondo interiore ricco di valori  che mi appaga e tre  figli già adulti che mi vogliono bene e più che mamma mi considerano un’amica e di questo ne sono molto orgogliosa.
Se devo proprio dire qualcosa su attori o personale dello staff Lancio che sono nel mio cuore e sempre con affetto sono innanzitutto, un particolare ricordo che mi è rimasto di Franco Gasparri, poi Sebastiano Somma.  Claudia Rivelli, per me la più bella e soprattutto di Sergio Loss  col quale per un lungo periodo ho lavorato in armonia, perché al contrario di Rizzo esternava la sua stima nei miei confronti. 
   Un caro abbraccio a tutti i lettori che mi ricordano e sono curiosi di conoscermi.
Ecco l'intervista è finita, possiamo solo dire che Germana è una donna affascinante, decisa, senza riserve, una signora che sa essere cristallina sempre senza mezzi giri di parole e che la sua sincerità traspare sempre in ogni frase. Noi la salutiamo ringraziandola per averci fatto sognare per tanti anni con le sue splendide storie e le mandiamo da parte di tutti noi un forte  abbraccio.
- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' con EFI RASSIMOV, raccontano IVAN RASSIMOV




IVAN RASSIMOV, il grande IVAN il TERRIBILE 
dal cuore d'oro.

Premetto che devo dire GRAZIE ad Efi Melessi, sua moglie, la donna che gli è stata vicino fino alla sua scomparsa e che gli ha dato una figlia straordinaria ed in gamba, grazie anche all'amore che lui aveva trasmesso loro, una donna gentilissima e molto disponibile che si è prestata a questa intervista, ricordando il suo meraviglioso compagno di vita, e com'era Ivan nella sua sfera privata. Facendo scoprire anche cose divertenti. Efi non essendo italiana ma greca si è scusata con me per il suo italiano non perfetto ma non è stato difficile  sistemare quelle poche parole straniere del suo racconto.
Efi inizia così a raccontare con emozione ciò che era Ivan per lei, Alessandra e tutti noi:

E' difficile descrivere la persona che si è amato tanto, ma con Ivan sarà facile perché era un uomo speciale, inizierò con una semplice didascalia come si fa con i personaggi famosi, ma poi racconterò ciò che era Ivan nella realtà, un uomo incredibile.
Il suo vero nome era  Ivan Djrassimovic, nato a Trieste il 7/5/1938, sotto il segno del Toro e purtroppo ci ha lasciate troppo presto nell'aprile 2003
799 fotoromanzi interpretati di cui 125 da protagonista col nome d'arte Gill Mayeron e 674 da non protagonista come Ivan Rassimov La sua carriera inizia nell'agosto 1964 col fotoromanzo "La ricchezza o l'amore dieci anni per dedicarsi al cinema, poi ritorna ai fotoromanzi attorno al 1980 in qualità di attore e di regista, fino alla fine.
Il mio Ivan era nato e cresciuto a Trieste, ma con la sorella Rada sono arrivati a Roma da giovanissimi per lavoro! Il padre era molto arrabbiato perché voleva che studiassero invece di intraprendere la carriera di attori. I due fratelli avevano un rapporto speciale e si volevano molto bene e Rada gli e stata vicino fino la fine!

Ivan alla Lancio veniva chiamato “Ivan il Terribile” per la serietà che metteva nel suo lavoro, ma in realtà faceva finta di essere duro per mettere “in riga” i suoi attori che invece amava tanto e ne era amico. Dietro a quel viso forte e duro si nascondeva un uomo dolcissimo affettuoso.
   Aveva anche una grande personalita', Ivan era un uomo molto intelligente, molto responsabile con un senso dell'umorismo molto particolare! Aveva pochissimi amici ma quelli erano davvero veri, come fossero fratelli! Riconosco che di carattere non era molto socievole, perché era anche una persona molto riservata e non amava le frivolezze e forse questo era il suo diffetto più grande, Per quanto riguarda altri difetti non ne ricordo uno in particolare, per me andava tutto bene così, amavo lui in tutto ciò che era.
.   Amava tantissimo il suo lavoro e cercava di farlo il meglio possibile, la precisione, la puntualità, la serietà che metteva era impressionante e tutti conoscevano questo, per lui era davvero importantissimo, non doveva essere preso alla leggera, ma questo lo faceva anche fuori dal suo lavoro, era di una lealtà mentale e pratica incredibile.
   Era un uomo che adorava la sua famiglia e tutto il suo tempo libero lo passava con noi. Abbiamo vissuto insieme per 20 anni e poi è nata la nostra Alessandra. Penso che da quel momento abbia perso completamente la testa per lei!!! Era diventato quasi irriconoscibile, un uomo pieno di amore ed un meraviglioso padre, come credo ce ne siano stati pochi come lui. Era attento e premuroso con Alessandra e devo dire che sembrata esser tornato ragazzino quando stava con lei.
   Ma con me è stato anche un perfetto compagno!, Mi ha donato tanto amore e sicurezza, avevamo tante cose in comune, si può dire che avevamo in comune tutto ciò che era possibile, Insieme passavamo il tempo a parlare, a ridere, a scherzare, si andava a fare le spese di casa insieme,  molte le passeggiate e le vacanze,  Senza contare lo sport e la passione per il cinema e tantissime risate. Insomma il compagno ideale per una donna come me e sono sicurissima di esserlo stata anche per lui. Mi trasmetteva tanta serenita! 

   Era un padre molto amorevole, con la bambina le preparava anche il mangiare fin da quando era piccolissima, le insegnava a comportarsi nel modo più educato quando incominciava a crescere, Le faceva capire gli errori e le insegnava anche ad essere gentile con il prossimo. Ecco perché oggi Alessandra (e non lo dico perché sono la sua mamma) è diventata una donna meravigliosa!
   Quando tornava da scuola, Ivan La aiutava ai compiti e quando era proprio in fasce,  tutte le sere le portava il biberon del latte a letto per la buona notte, sembrava quasi più lui la mamma che io. Sono felice perché queste, sono cose che Alessandra ricorda con molto affetto.
   Ivan ha cominciato facendo cinema negli anni d' oro! Amava tantissimo il suo lavoro  ed ha interpretato più di 50 film per grandi produzioni in Italia, negli Stati uniti ed in altre nazioni, soprattutto era bravissimo nei ruoli Western, il suo viso bello e a tratti duro era l'ideale per l'eroe di quei tempi.
   Aveva iniziato a lavorare alla lancio negli anni 60 poi c'era stata la parentesi del cinema ma la nostalgia è stata più forte così agli inizi degli anni 80, è ritornato al suo primo amore, la Lancio diventatone di nuovo attore e subito dopo regista, era ritornato nella sua seconda famiglia, anzi una grande famiglia!!! 
   Avevamo un bellissimo rapporto con la famiglia Mercurio fatto di stima e lealtà, inoltre con gli attori, era serio e preciso e pretendeva lo stesso da loro. Spesso li sgridava (anche se sotto sotto poteva sembrare duro, erano invece parole che nascondevano bonariamente i rimproveri di un padre).
    I suoi veri amici facevano parte della famiglia Lancio, a partire da Fernando del Marro un vero amico, un fratello e quante risate hanno fatto insieme. E qui racconterò qualcosa di divertente che pochi sanno:
   Nando e Ivan litigavano per le ricette di come si cucinava la pasta!!! Facevano la carbonara in modo diverso, ed ognuno era convinto che la propria fosse più buona ma chissà perché poi alla fine insieme ad Aldo Rossi altro amico sempre presente, si mangiavano 1 chilo di pasta, se non di più, in TRE!!! Che ridere a pensarci ancora adesso.
  Inoltre Ivan era un pantofolaio nonostante amava lo sport e muoversi, adorava la casa, leggeva moltissimo e guardava tantissimi film! Quello che a noi piaceva tantissimo era ascoltare le tantissime avventure che aveva vissuto durante i suoi  suoi viaggi per lavoro, Ha avuto una vita piena e molto interessante, dove ha imparato e conosciuto tutto, ma nonostante amasse molto stare a casa, come ho detto prima,  era anche un grande sportivo!! Mi ha insegnato a giocare a tennis e facevamo grandi partite, Ivan mi rendeva la vita facile, sicura serena e piena di amore ed affetto che contraccambiavo perché non si poteva non amare un uomo come lui, Un uomo che ci ha riempito la vita e che rimpiango con affetto e amore e per finire l'unica cosa che posso dire è questa: mi manca l'uomo Ivan Rassimov e a mia figlia il suo meraviglioso papa'. Un ssaluto a tutti quelli che hanno amato il nostro Ivan, il meraviglioso e “terribile”Ivan
Che dire, un meraviglioso grazie a questa donna speciale che è stata vicino al nostro Ivan per tanti anni e che ancora ora lo ricorda con tanto amore e affetto. Personalmente voglio ringraziarla per la pazienza e per il disturbo che le ho dato in questi giorni, ma Ivan doveva esserci tra noi e chi meglio di lei lo poteva raccontare nel migliore dei modi?
– Giampaolo -

Qui sotto c'è un link dove una fans di Ivan ha elencato tutta la sua filmografia. 

www.mondoculto.com/snakeyes/index.html

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista SILVANA GAY



SILVANA GAY, fantasia e fascino femminile

Non è stato molto facile convincere Silvana Gay, una delle più brave sceneggiatrici e soggettiste Lancio, a concedermi questa intervista, che intervista non è. E' un dialogo confidenziale di un'amica che senza mezzi termini, parole o gesti, è la donna genuina e vera che traspare dai suoi racconti. 
   Molti non amano parlare di se e basta loro, sapere di aver dato “molto”  in fatto di emozioni agli altri. Da buona piemontese (io sono sposato con una persona di quella bellissima terra e quindi la capisco benissimo), è discreta, riservata e poco propensa a prendersi o ad accettare confidenze così facilmente, e siccome l'amicizia è importante, ci si pensa più di una volta a “lasciarsi” andare, poi è come se ci si conoscesse da sempre.
   Ma passiamo ora a lei, alla nostra Silvana, che con le sue storie ha fatto sognare milioni di ragazze e ragazzi, portandoli nel magico mondo della fantasia ma anche della realtà con vicende indimenticabili che non vorrei citare qui ora, in questo momento, preferisco che sia lei a parlarne con questa bella chiacchierata, talmente piacevole che il tempo è praticamente volato. E con la voce e penna, che Silvana incomincia a raccontarsi tranquillamente iniziando così:
   Bene, comincerò da qui. Da quello che è il ruolo dello sceneggiatore, di fatto sempre un po’ oscurato, anche nei fotoromanzi così come nel teatro e nel cinema, dal ruolo degli interpreti, più d’impatto in quanto visibile e anche da quello del regista che è un po’ l’orchestratore della storia. 
    Dimenticando che il soggettista- sceneggiatore, in genere la stessa persona, è colui che crea la musica e la mette sullo spartito (io personalmente prima di ogni storia sbirciavo chi fosse l'autore e mi immaginavo un viso  pur senza conoscerlo). L’ho sempre trovato strano, questo. Forse perché sono stata una lettrice di libri fin da bambina. E leggendo una storia, in ogni parola, sentivo la voce narrante dell’autore. Pertanto ho sempre dato molto peso, anche nei fumetti e nei fotoromanzi, all’autore. 
   La storia innanzitutto. E com’è raccontata. Dunque la prima cosa che andavo a vedere aprendo un fotoromanzo è stata sempre il nome dell’autore. E c’erano nomi, alla Lancio che per me erano una garanzia. Mi anticipavano il fatto che la storia sarebbe stata bella, più o meno bella, ma sicuramente non banale. Detto questo vi racconto com’è nato il mio approccio con i fotoromanzi Lancio come autrice. Iniziando da come è nata la mia passione per la scrittura. 
   Nella mia prima infanzia. Sono nata a Torino, quartiere antonelliano, proprio sotto la Mole. Una grande, solida casa ottocentesca con un primo piano di ringhiera, dove mi mettevo in postazione ogni volta che mi era possibile, incantata dall’andirivieni del cortile. La Casa delle meraviglie per me, tanto allora quanto ora nel ricordo, in quanto su quel ballatoio si affacciavano appartamenti abitati da personaggi assolutamente speciali. 
   La “signora dei bottoni”innanzitutto, che confezionava bottoni per un gran numero di sarte, ogni giorno in pellegrinaggio da lei con stoffe d’ogni genere. Il laboratorio della signora dei bottoni era tutto concentrato su un tavolo accanto alla finestra affacciata al ballatoio: una macchinetta magica e una cassettiera contenente “le anime” metalliche dei bottoni, di vari tipi e dimensioni. Quando non aveva clienti lei mi prendeva sulle ginocchia e m’insegnava a fare i bottoni. M’incantavano i suoi gesti. 
   Come ritagliava le stoffe, spesso bellissime, sete e lane colorate, ricavandone delle forme tonde delle dimensioni giuste per farci i bottoni che le erano stati ordinati. E poi il rito magico, l’assemblaggio delle parti, un giro di manovella… e via! Ecco uscire il bottone confezionato! Ma non era tutto. Sul mondo del ballatoio si affacciava anche la stanza di Cesare, figlio della “signora dei bottoni” nonché suonatore di batteria. Ah il suono dei piatti e delle spazzole, e il rullare dei tamburi… e lui alto e biondo, come un divo del cinema! 
   M’incantavo ad ascoltarlo. E che dire dell’ultima porta, che dava nell’appartamento di Pina, cantante di night club? Bisognava vederla, quando usciva la sera, con quegli splendidi abiti anni ’50, le gonne a godet di velluto nero, o taffetà frusciante… le collane, le perle, gli strass. La mia fantasia galoppava a briglia sciolta. Il cortile, il ballatoio, erano come un film che scorreva sotto i miei occhi, magico e ininterrotto, immagini che si ripetevano, ma mai uguali. 
   E di quel film, la protagonista assoluta ed indiscussa era Elsa, bellissima con la sua chioma rosso fiamma, modella di tutti i pittori in voga a Torino in quegli anni ‘50. Bastava guardarla camminare ondeggiando sui tacchi a spillo, per immaginarla sul grande schermo o nella trama di un romanzo. E infatti mi sono ispirata a lei nel creare molti dei miei personaggi. Ecco, questo è stato l’inizio, l’ambiente in cui è maturata la mia passione per la lettura e per la scrittura. Prima dei vent’anni ebbi modo di sperimentare altri mondi, che avrebbero arricchito il mio bagaglio di esperienze, al quale in seguito avrei attinto per scrivere. 
   Il mondo della moda, dove lavorai per un breve periodo come indossatrice -allora le modelle si chiamavano così- presentando fra l’altro il campionario della Tricosa, settore maglieria di Lanvin Castillo; e poi il mondo vero e proprio, ovvero i viaggi in giro per l’Europa con la famiglia. Poi il primo matrimonio e i figli. Ma è nella prima metà degli anni ’70 che avvenne l’incontro determinante per quella che sarebbe poi stata la mia carriera di autrice: Agrippino Musso, autore di fumetti e, all’epoca, come me, poeta per passione come tanti a vent’anni. C’incontrammo per l’appunto nella redazione di una rivista di poesia, infatti. Scoprii che lui scriveva per il Monello, l’Intrepido ed altre testate che da bambina mi avevo fatto sognare. Perciò decisi di propormi come autrice. I soggetti incontrarono il favore del direttore delle testate e iniziai a collaborare con la casa editrice Universo.
   E poi anche con la Lancio. Lanciostory e Skorpio. Andai a Roma ad incontrare il direttore e scoprii così anche il mondo dei fotoromanzi al quale sarei approdata alcuni anni dopo. Ricordo ancora benissimo quel giorno fin nei minimi dettagli. Era una giornata di sole, il direttore Stelio Rizzo, un po’ scorbutico ma disponibile. Ricordo il via vai degli attori, una troupe in partenza per il mare dove presumibilmente sarebbe stato realizzato un fotoromanzo. Mi colpì e incuriosì quel mondo che non conoscevo. Tuttavia solo nell ’85, quando chiusero varie testate a fumetti, iniziai a scrivere fotoromanzi. Nel frattempo avevo collaborato anche a Il giornalino e ad altre riviste All’epoca avevamo creato lo Studio Musso e per motivi personali capitava che firmassimo a volte l’uno le storie dell’altro. 
   E si andò avanti così fino al ’91, quando iniziò ad occuparsi dei soggetti Barbara Mercurio. Con lei ebbi fin da subito un buon rapporto che andò approfondendosi nel tempo. Dal punto di vista lavorativo furono anni belli ed importanti. Ricordo il piacere con cui leggevo le storie degli altri autori e il piacere che provavo nel vedere realizzate le mie. A distinguere la Lancio è stata sempre la qualità sotto ogni aspetto: la professionalità di tutti i collaboratori, l’accuratezza nella realizzazione e quella della stampa, A volte suggerivo gli interpreti, specie per le storie a cui tenevo di più, quelle scritte con maggior passione, e quando era possibile venivo accontentata. 
   Ho sempre pensato ad Ornella Pacelli come all’interprete ideale per le storie che richiedevano una protagonista sexy e mi è sempre piaciuta particolarmente in coppia con Roberto Farnesi. Mentre sceneggiavo “Martedì dalle cinque alle sette” e “Per un uomo così” immaginavo loro nei panni dei protagonisti e infatti la loro interpretazione mi piacque moltissimo. Sebastiano Somma dava il meglio di sé nei ruoli drammatici, ma era bravissimo sempre e la sua carriera lo ha ampiamente dimostrato. Antonio Morra era un altro dei miei preferiti, come poi Fabio Bifulco, e fra le ragazze Alessandra Cellini e Francesca Filone. 
    Ma devo dire che gli attori Lancio erano tutti bravi e mi piacevano tutti. Specie, secondo me, in quegli anni ’90. Senza dimenticare i bravissimi non protagonisti, come Pascal Persiano, che tuttavia fu protagonista di una delle mie ultime storie “Il profumo del passato”. In quanto ai miei colleghi sceneggiatori, citerò soltanto Alice Rienzi che è stata sempre la mia preferita, per non far torto a nessuno. Mi piaceva per la sua cultura e la sua ironia. Mai sdolcinata o stucchevole. Tuttavia gli sceneggiatori di quegli anni erano tutti bravi. Invidia mai, fra noi, non credo proprio… Penso che tutti cercassimo di dare il meglio, di modernizzare le storie, di raccontare anche la realtà e non solo i sogni. 
   Penso anche che la Lancio sia stata un sogno meraviglioso, per me come per tutti coloro che hanno partecipato a renderla viva e indimenticabile. E così per tutte le lettrici che sfogliando i fotoromanzi hanno viaggiato con la fantasia in tante realtà diverse, ma tutte pervase dalla stessa magia.
Semplicemente Grazie Silvana. 
- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista DANIELA FORMICA




DANIELA FORMICA, gli occhi di fuoco mediterraneo

Che dire di Daniela Formica? Solamente un vulcano, come il suo vulcano l'Etna, quello della sua regione dove la gente è passionale, immediata, ed energica e lei è tutto questo anzi di più... Un ciclone della natura, per i suoi impegni personali non è stato facile creare un'intervista immediata e lei da vera siciliana molto riservata, ha preferito, come molti altri intervistati da me, fare una bella chiacchierata tra amici com'è di consuetudine quando gli attori non si sentono divi e non trattano i loro fans come fanno alcuni e che poi alla fine non sono neanche un gran che come personaggi.
Daniela, la ragazza con lo sguardo di fuoco e dall'innata eleganza che la faceva apparire, a volte, un po' distaccata, scontrosa e anche sofisticata, invece si rivela ora una donna piena di interessi ancora bellissima, raffinata e coraggiosa. Con un sorriso esordisce così parlando finalmente di se:
    Oggi ho 46 anni e non sono una che nasconde l'età, tanto i miei lavori e alcune interviste dichiarate nel periodo Lancio, le ricordano in molti e sarebbe sciocco mentire. Io mi vedo e mi sento in forma e in pieno possesso di tutte le mie facoltà, una donna come ce ne sono tante al giorno d'oggi, con i suoi impegni, problematiche e voglia di fare e di costruire un futuro sempre migliore.
Provengo a mio avviso, da una delle migliori generazioni, la mia fanciullezza è tutta negli anni 80, dove c'era vita, inventiva, colore e voglia di sognare.
L'Italia non era il paese di oggi, posso affermare che tutti stavano bene, in famiglia si stava bene. Infatti la mia è una di quelle, dove il padre lavorava e la madre cresceva i suoi figli (ho un fratello ed una sorella), seguendoli con amore ma anche con severità, insomma davano un'impronta di educazione, rispetto ed affetto come tutte le famiglie in teoria dovevano dare ai figli e qui sono stata fortunata.
La domenica si invitavano i nonni a pranzo (oggi succede il contrario) e le feste, le ricorrenze, le vacanze erano sentite; solo una di queste era musica per le orecchie di noi bambini che non vedevano l'ora che arrivasse.
Crescendo, sentivo dentro di me la vena artistica, ma non sapevo quale, e con me cresceva anche l'inquietudine, quando si è giovani spesso è difficile capire quale sarà la tua strada, si è sempre in completa trasformazione e ciò che andava bene oggi, dopo un mese era già al contrario. Appena diplomata cominciai a sbocciare, e tutto ebbe inizio da lì a poco terminatigli studi. 
Estate 1989, campeggio, località nel Trapanese, selezioni provinciali Miss Italia, la comitiva con cui ero mi iscrive, dicendomi, dai prova mal che vada ci divertiamo, da lì arrivai fino a Salso Maggiore Terme (una sorpresona per tutti ma soprattutto per me).
Frastornata e incredula di quello che stavo vivendo, arrivo a Roma, passando prima per Grand Hotel, poi come fosse una favola o un sogno, approdo alla LANCIO con un "Ti stavamo aspettando". Da non credere finii subito come protagonista ma nonostante il nuovo e sempre crescente successo, l'inquietudine non mi abbandonava, anzi cresceva nascosta dentro di me.
Per diversi anni mi fece apparire, scontrosa, incline ad allontanare chiunque e quindi sull'orlo dell'antipatia e mi dispiaceva perché dentro non ero così ma non riuscivo ad essere diversa (Devo dire che da lettore a volte Daniela aveva uno sguardo di ghiaccio o distaccato nonostante la bravura delle sue interpretazioni).
Nessuno si chiedeva il motivo... Ma per mia fortuna non fu sempre così. 
La vera “Me stessa” pian piano si affacciava e imparavo a disarmare il mio prossimo, credo che mi abbia aiutato anche il lavoro: interpretando vari personaggi scoprivo sempre qualcosa in più che in un certo senso mi aiutavano a capire ed infatti col tempo, capìi che in questo ambiente era meglio avere pochi amici.
 Oggi da donna matura, consapevole, ho capito che quella inquietudine era la mia incapacità di ambientarmi, di stare lontano da casa, dalla mia famiglia e il tutto pure da sola e per la prima volta in quella bellissima e troppo grande città che è Roma.
Certo, in quel "Ti stavamo aspettando" c'era un mondo dietro ed io solo molti anni dopo lo compresi, mi sembrava di vivere in un mondo parallelo diverso da come sono vissuta sempre.
Il pubblico dei fotoromanzi non vuol certo vedere scomparire dal giorno alla notte i suoi beniamini, ne tanto meno loro cedere il posto a qualcun altro, la fama è potente e difficile rinunciarne. Qui la bravura dei Direttori Artistici che mi hanno aiutata sempre.
Comunque con i miei e le mie partner ho sempre avuto rapporti di massima e rispettosa complicità reciproca.
Non dimenticherò mai il mio primo lavoro con Alessandro Inches, indossavo una divisa da collegiale, e lui, in una scena con bacio finto, mi baciò veramente!
Ora, non sto qui a raccontarvi il seguito, ma sappiate che feci scoppiare un'ecatombe. Quale affronto per una Siciliana... Un bacio da “un estraneo” anche se collega e bellissimo ragazzo (Era capitato anche a Michela con Max molti anni prima)... Poi le cose si misero a posto.
Devo dire senza falsa modestia o vanità, che l'effetto sugli uomini ancora oggi non è cambiato di molto, ma questa ahimè è un'altra storia (Beh è rimasta ancora bellissima e affascinante, capisco benissimo certe reazioni).
I lavori più belli a casa Lancio, erano quelli dove come attrice potevo innalzarmi, cioè dove l'ambientazione richiedeva luoghi trascorsi, per  esempio ne ricordo uno girato a Ferrara nei boschi in costume, io ero una contadina e ricordo quanto freddo patimmo (il titolo è “LA FOGLIA DEL GELSO, me lo ricordo io perché è tra i miei preferiti), ma mai dimenticato però poi  venne un bellissimo fotoromanzo. Ancora ne ricordo uno bellissimo per me, girato per le più belle piazze di Roma dove io indossavo un altrettanto bel vestito rosso (UN FIORE SBOCCIATO ALL'IMPROVVISO”), e poi ancora uno girato ad Amalfi (COMPLICE IL SOLE E L'INCANTO DEL MARE) e ancora uno naufragata  all'isola di Ponza (ASPETTANDO DUE PAROLE e qui lo confesso ho chiesto aiuto al prezzemolo della Lancio, il nostro mitico ANTONELLO MUSELLA), meravigliosi. Indimenticabili anche per me.
Il pubblico ha imparato con gli anni ad apprezzarmi, ed io ho capito che noi per loro siamo come un Patrimonio dell'umanità, si identificavano con noi e non volevamo deluderli anzi, sentivo molto affetto grazie a loro.
   Oggi, mi definisco simpaticamente una tardona (alla faccia ce ne fossero così), ho sempre tenuto fuori dalla mia vita la tecnologia e con essa l'informatica. Ci siamo sempre ignorati a lei non debbo nulla.
Ho una buona memoria, una bussola innata, capisco il vento e il mare di mio papà che è stato l'ultimo guardiano del faro dove è nato, prima che anche loro, purtroppo, diventassero automatici.
Inoltre amo leggere, scrivo, sono una sportiva e allo stesso tempo una pantofolaia.
La famiglia prima di tutto, e su queste solido pensiero e basi ho costruito la mia. Oggi ho un matrimonio felice coronato da due bellissimi figli, Alice 14, Sebastiano 5 anni, e loro sono stati il bivio di allora, di una scelta da fare: la Lancio o la famiglia e così ho scelto Loro, e oggi nessun rimpianto.
Ovviamente, c'è solo una lieve nostalgia, ma alla mia età è fisiologico, le nostalgie e i ricordi riaffiorano e non si può far finta di nulla, però devo dire che il tempo mi vuole bene, per questo io devo fare qualcosa per questo, e, così ho deciso di adeguarmi a lui.
Per il momento condividendo con i più nostalgici un'idea, che io stessa ho definito megalomane.
Si parla e si parla, ma che fine hanno fatto tutti gli attori Lancio?...Qualcuno li ho trovati, all'idea dicono ma... forse... vediamo, ecc ecc.
Forse meglio del silenzio di altri, capisco che oggi è diverso di allora, per molti il tempo è tanto quello passato, le paure, le incertezze prendono il sopravvento, ma quello si, che sarà un rimpianto per molti.
Cosa ci vuole a organizzare un vero unico grande raduno LANCIO? Io ho capito che basta un clic ma ci vuole il coraggio.
E per finire questa lunga chiacchierata con Giampaolo, posso dirvi che sono nata sotto il segno del Leone vi urlo il mio RUGGITO..... ciao Amici ben ritrovati... la vostra Daniela è qui forte e finalmente fiera di stare ancora con voi. Un abbraccio.
E ne siamo felici anche noi di averti ritrovata, un saluto da tutti i fans.
- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista MIRELLA FANUNZA



MIRELLA FANUNZA, donna romantica e moderna

E' impossibile tenerla a freno, vulcanica, attiva, sempre in gioco... Così è stato difficile porle le domande che avrei voluto ma, così di "comune accordo" (sapete come sono le femminucce), abbiamo deciso di fare la solita chiacchierata tra amici. Avrei voluto iniziare con qualche domanda meno banale, ma appena ho aperto bocca mi è uscito: Mirella Fanunza, una prolifica scrittrice di novelle e poi sceneggiatrice di fotoromanzi, vorresti raccontardi un po di te, di come sei arrivata a realizzare questo sogno, e...? (Ovviamente non se l'è fatto dire due volte e quasi non finisco la frase che lei con i suoi occhioni - fintamente ingenui - ed il sorriso disarmante inizia a raccontarsi. Ma non come le dive o le scrittrici di una volta attente e misurate ad ogni parola ma come un'amica, una donna moderna che esprime i suoi concetti con il linguaggio di oggi... Giustamente). Così mi sono appoggiato il mento ad una mano e in silenzio (non ho potuto fare altro), ho incominciato ad ascoltarla:
Eccomi, sono Mirella, altezza 1,65 (o giù di lì…), taglia 42 (ma sto iniziando a ingrassare, grr), capelli ricci che sono il mio segno di riconoscimento, infatti quando incontro qualcuno anche conosciuto su FB, tutti sanno che sono Mire e io invece non so chi ho davanti… Uno dei miei handicap è la mia scarsa memoria! I miei hobby sono leggere e fare shopping.
Sono arrivata qualche mese fa al mezzo secolo! Che dire? Ricordo di averlo trascorso per buona parte proprio in compagnia della Lancio, prima come lettrice e poi anche come scrittrice.
Diciamo che fin da bambina amavo leggere e scrivere di tutto. Dalle poesie ad appunti di storie improbabili che non credevo avrebbero mai visto la luce…
Avevo circa 11 anni quando ho iniziato a sfogliare le riviste Lancio nel salone di una parrucchiera dove lavorava mia sorella… Credo che dovrò ringraziare per tutta la vita chi me le abbia messe davanti, perché sono sicura che è proprio grazie ai Lancio che sono diventata un’autrice anche di un certo successo che oggi pubblica con il settimanale di narrativa rosa più venduto in Italia. Ma è proprio alla Lancio che mi sono proposta per la prima volta, timidamente e sicura di aver fatto una gran cavolata (quella di far perdere tempo a persone che avevano di meglio da fare…)
All’epoca, avevo 20 anni, vivevo a Parma e mi ero appena sposata. Ho vissuto quattro anni in Emilia Romagna, ma sono nata in Liguria da padre sardo e madre salernitana. Ho vissuto lì 8 anni, poi ci siamo trasferiti in provincia di Pavia, ma non era ancora la nostra dimora definitiva! Quando avevo 16 anni, mio padre ha voluto far ritorno nella sua terra e mi sono ritrovata a vivere in Sardegna! Arrabbiatissima, ovviamente, e dicevo che appena avessi potuto me ne sarei andata… La verità? Qui si sta da Dio, è un Paradiso… peccato soltanto che c’è poco lavoro, ma si potrebbe fare certamente di più!
Comunque, verso i vent’anni mandai 2 storie appena abbozzate alla Lancio, e a sorpresa mi trovai pubblicata nella posta di non ricordo quale testata (se qualcuno ritrovasse e potrebbe farmi la “scannerizzazione”…). La Lancio mi incoraggiava a proseguire a scrivere e io mandai 3 racconti che scrissi con passione ed entusiasmo, ma ancora non immaginavo che sarei diventata una delle collaboratrici della mia casa editrice del cuore, anche se solo come autrice delle loro novelle. Indescrivibile la mia gioia nel ricevere la lettera in cui mi veniva anticipato dove sarebbero state pubblicate le mie novelle! Mi sembra di ricordare che ci fosse anche l’assegno allegato… Già, a quei tempi pagavano addirittura in anticipo!
Ho iniziato così… Scrivevo a mano in un quadernino, poi ribattevo a macchina il tutto (con una macchina da scrivere vecchio stampo) infilavo i miei fogli in un bustone giallo, andavo alle Poste e inviavo in quel di via Tiburtina…
Verso il 1986/87 ho smesso di inviare racconti, anche perché la Lancio non ne stava pubblicando più. Io ero nel frattempo tornata in Sardegna, e avevo avuto la mia prima figlia, Marianna, che in seguito fece qualche apparizione in alcuni fotoromanzi Lancio di qualche anno fa. Avevo smesso di scrivere, ma non di leggere. Ho sempre continuato a comprare tutti i numeri delle riviste Lancio… A questo proposito, ricordo che appena sposata avevo promesso (credo in un momento di completa incoscienza) a mio marito che per risparmiare non avrei più comprato fotoromanzi… ma credo che voi possiate capirmi, come potevo mantenere la mia promessa? Così, per fortuna, continuai a comprare i miei amati fotoromanzi!
Smisi di scrivere per la Lancio e intanto non avevo mai proposto i miei lavori a nessuna altra casa editrice. Quando ho comprato il primo computer e ho attivato la connessione ad internet sono subito andata a cercarmi il forum dei fotoromanzi Lancio che all’epoca era proprio gestito dalla Lancio. E lì, ho trovato alcune delle mie migliori amiche che sono anche riuscita ad incontrare varie volte. Ricordo i nostri indimenticabili raduni a parlare senza stancarci di Fotoromanzi Lancio! E indimenticabile è stata l’incursione a casa di Monica Turrini e nel suo archivio…  Profumo di sogni e… d’amore! Incondizionato e assoluto. Il mio motto? “Levatemi tutto, ma non i miei Lancio!”. Potete capire la mia malinconia di oggi… soprattutto dopo aver realizzato il mio sogno di diventare sceneggiatrice…
Comunque, le mie amiche del Forum Lancio mi fecero ritrovare la voglia di mandare nuovamente materiale per qualche racconto. Avevo sempre collaborato con Daniela Rizzo, ma ora c’erano i Mercurio alla guida. Quindi, ero praticamente une new entry! Ricordo che mi venne fuori una storia carina e particolare, mi pare “due allo specchio”, e subito venne accettata per la pubblicazione! Ero felicissima… tanto che pensai di partecipare ad un concorso letterario di Confidenze (che vinsi, insieme ad altre 9 autrici) e di propormi ad Intimità (oggi la mia prima fonte di guadagno).
Ricominciò la mia collaborazione alla Lancio, interagivo molto con Mauro Eusebi che lavorava in redazione e scriveva molti degli articoli. Mauro si è rivelato nel tempo un amico e una persona davvero deliziosa… Ho un bellissimo ricordo di lui!
Comunque, ad un certo punto, mi venne voglia di recarmi alla Lancio… non tanto come autrice, ma come lettrice. Biglietto di A/R in giornata per Roma, io, mia figlia  Marianna e mia cugina Virginia. Stavano girando Fabio Bifulco e Marika Giannini (new entry per me sconosciuta) e riuscimmo ad incontrare anche altri attori minori… ma non ricordo i loro nomi, uccidetemi!
Non potete capire l’emozione di ritrovarmi davanti a quella scritta enorme… LANCIO! Il cuore mi batteva a mille…
Ci divertimmo tantissimo, quante risate con mia cugina, e da quella visita di poche ore mi era rimasto un dolce sapore… Così, decisi di bissare e mi recai a Roma con tutta la famiglia. Obiettivo… la città eterna, certo. Ma soprattutto la via Tiburtina! Salii nell’ufficio di Barbara Mercurio e vidi sul suo desktop, nella cartella che mi riguardava, il titolo di un soggetto che le avevo mandato “la sostanza e l’apparenza”, così le chiesi cosa ne pensava visto che non avevo ricevuto risposta. Barbara disse che il soggetto era buono, ma che sceneggiare non era facile… Mi misi in gioco, ma vi giuro che quando mi sono trovata davanti al da farsi mi sono spaventata.
“Non ce la farò mai”, diceva una parte di me.
“Ce la farò”, diceva l’altra parte. Aveva ragione la seconda, anche se per alcune sceneggiature Barbara dovette darmi una mano in alcuni passaggi. Sbagliando s’impara. Ma anche entrando nella mentalità della produzione, regia, ecc. Bisognava scrivere in modo che le scene si potessero girare e non sempre era facile come sembrava… 
Tipo quando avevo inserito la figura di un gatto che era presente nella storia, ma non si doveva vedere! Mi pare fosse in “Scaldami il cuore”.
Essere diventata sceneggiatrice Lancio era un sogno inaspettato che si realizzava. Credo che nessun’altra cosa che ho scritto mi abbia mai dato lo stesso appagamento e soddisfazione come quello di vedere le mie storie dentro alle pagine Lancio. 
Avevo le mie preferenze… Paolo Pasqualini (ora Persi) in primis, già da quando non era ancora protagonista. Una passione che credevo non sarei mai riuscita a toccare con mano…
E invece un giorno, mi trovavo alla Lancio, a fine mattinata Luisa ci disse che stavano per arrivare Pasqualini e la Cellini…  Non so come ho fatto a non svenire, il mio cuore sembrava battere talmente forte che sarebbe uscito dallo sterno, e mentre mia figlia più piccola Melinda, da casa al telefono esprimeva tutta la sua gioia… Ovviamente mio marito non era per niente contento!
Paolo fu gentilissimo e mi abbracciò come se fossimo amici di una vita… diciamo che Ornella&troupe fecero molte frecciatine per quel che riguardava la mia passione per lui…
Di quel giorno ricordo anche la grande professionalità di Paolo e Alessandra. C’erano pause di pochi secondi in cui si scherzava e si rideva… ma un attimo dopo dovevano riprendere a girare ed entravano immediatamente nella parte.
Comunque, nel corso delle mie visite, ho visto buona parte di quei protagonisti che amavo… e a molti mi sono davvero avvicinata col cuore come persone. 
La sceneggiatura che mi è rimasta più nel cuore di tutte è stata “Settembre”. Una storia voluta da Fernando Mercurio. Mi aveva dato giusto due accenni alla trama che voleva, e mi aveva lasciato nella difficoltà  di cercare di tirare fuori la storia che lui si aspettava. 
“Non ce la farò mai”, mi dissi anche quella volta. Un conto era scrivere storie partorite dalla mia fantasia, un’altra accontentare Fernando…
Tra l’altro, mi aveva detto che voleva Melinda come protagonista… quindi immaginate la mia responsabilità? E la gioia?
Melinda era minorenne e io avrei dovuto seguire la lavorazione! Oh, che sacrificio enorme…
E lo era anche per lei, emozionata più che mai. Dovete sapere che qualche mese prima eravamo stati tutti alla Lancio, Melinda e le mie nipoti avevano conosciuto Kevin Tron e ne erano rimaste ben impressionate. Lui aveva chiesto a Melinda “A quando un fotoromanzo insieme?”. E lei “magari!”. E davvero successe, perché l’attore con cui avrebbe dovuto girare era proprio lui…
Voglio svelarvi una curiosità, ma sì, credo che non me ne vorranno Kevin e Melinda. Diciamo che fra loro in quei giorni nacque “un’affettuosa amicizia”…
Quelli sono stati giorni bellissimi, io e mia figlia ce li portiamo nel cuore. A lei sarebbe piaciuto interpretare altri fotoromanzi, peccato che le cose siano andate come sono andate… 
Con chi mi sono trovata più a mio agio? Un po’ con tutti, a dire il vero. 
Dovevate esserci quando io e Giusy Genovese, una cara amica ci contendevamo il bel Paolo! E lui stava al gioco… Ma era tutto un gioco, e si sorrideva tanto! 
Quando prendevo l’aereo per Roma (da qualche anno ci vado spesso perché Marianna sposatasi, ora vive lì, alla fine di quella Via Tiburtina…) ero felice il doppio perché avevo quella tappa da fare. Impagabile e insostituibile.
I sogni possono trasformarsi in realtà… ma possono anche finire. E chi lo avrebbe mai detto?
Ecco, una delle cose più brutte che mi sono successe nella vita è stata quella di sapere della malattia di Fernando (improvvisa e fulminante) e successivamente della sua morte. Ormai eravamo un gruppo ben assortito… insieme ad Ornella e alla troupe… 
Vorrei dire che Fernando negli ultimi tempi non era gelido e un po’ forzato come mi era sembrato all’inizio, ma molto più simpatico e alla mano. Diciamo che si era sciolto parecchio! Quanto mi mancano quei momenti insieme a tutti loro…
La sua morte è stato uno shock. Fernando era troppo giovane e vivo per andarsene, e poi lasciava troppe cose e persone dietro di sé…
Custodisco dentro di me segreti che non svelerò mai, ma posso dirvi che lì dentro ho respirato aria di famiglia. 
Non so se siamo stati/e più odiati/e o più amati/e durante quelle nostre incursioni… Spero la seconda.
Ricordo la pasta e fagioli cucinata per pranzo da Bertacchini&co e altre pietanze che erano più buone il doppio perché gustate in buona compagnia… 
La Lancio è stato e sarà sempre un grande pezzo del mio cuore. 
Più o meno nella zona dove abita Marianna, vivono Marina (grafica Lancio) suo fratello Mario e Renato Franci. Così mi capita di incontrarli, qualche volta… E capita di riuscire a combinare qualche uscita con Ornella e Diletta, Mara Bonanni. mischiamo sorrisi di gioia alla malinconia…
Di recente, ho scritto una storia a 4 mani con Paolo Andreotti. C’era un progetto, sembrava anche valido e concreto, ma non è andato in porto per vari motivi. È in attesa di essere realizzata, se qualcuno vorrà farsi avanti, siamo qua, prontissimi!
- Giampaolo -

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista GIANFRANCO DE ANGELIS




GIANFRANCO DE ANGELIS, un volto e mille personaggi.

Gianfranco De Angelis, un volto, mille personaggi, l'angelo buono e cattivo dei fotoromanzi. 

Devo ammettere che Gianfranco De Angelis è di una simpatia unica e mi sono chiesto il perché, quando lavorava alla Lancio, spesso interpretava ruoli “antipatici”, poi fui contento quando lo vidi protagonista per un po' di tempo, finché, con mio dispiacere, proseguì altre strade.
Gianfranco nasce a Roma il 6 marzo 1953 sotto il segno dei Pesci ed ha interpretato per la Lancio ben 375 fotoromanzi di cui 72 come protagonista.
Ma essendo un personaggio poliedrico, pieno di fantasia ed iniziativa, non si era fermato solo ai fotoromanzi ma nel 1975 partecipò allo sceneggiato TV “Ritratto di donna velata” con Daria Nicolodi (moglie di Dario Argento e madre di Asia), poi nel 1976 nel film “Oh mia bella matrigna” con Sabina Ciuffini e Gloria Piedimonte. Nel 1983  fece parte del cast del film "C'è Kim Novak al telefono" con Jacques Perrin, Anna Falchi e Sylva Koscina. Nel 1979 presentò con Claudia Rivelli ( la sua partner preferita a quanto disse un giorno in 100 domande 100, un'inserto nei fotoromanzi) su Montecarlo la trasmissione Lancio abbinata ad un concorso dove, una sera la settimana avevano come ospiti tutti gli attori Lancio (io ricordo che Gianfranco era stato un ottimo presentatore e supporter di Claudia, peccato che di quella trasmissione a puntate se ne sono perse le tracce).
Ma ora passiamo all'intervista che in modo molto simpatico Gianfranco mi ha concesso, mi spiace solo che non ci siamo potuti vedere perché abitiamo in due città abbastanza lontane ma allo stesso tempo, l'impressione che ho percepito parlando con lui, è stata di simpatia, affabilità e una certa sintonia mentale. E come con Nando non ho voluto fare la solita tiritera delle domande che a volte sembrano asettiche, studiate e spesso già proposte e riproposte da giornali e tv. Allora abbiamo deciso in comune che sarebbe stata una piacevole chiacchierata tra due amici, dove non sarebbero entrate confidenze intime come giustamente dev'essere.
Gda, come si definisce lui, inizia così la sua descrizione (che a me è piaciuta moltissimo)  che da di se:
“Caro Giampaolo, il buon Gianfranco de Angelis nasceva a Roma, una 60 ina ( ahimé) di anni fa, in un quartiere bellissimo che é quello dei  Parioli/via Nomentana. Sono alto m. 1.90, magro (lo sono ancora...), capelli ora brizzolati (che una volta erano biondo scuro e si è pure dimenticato di dire che ha due bellissimi occhi azzurri ed una voce accattivante, così l'ho saggiunto io).
Dopo la scuola dell'obbligo, ho frequentato il liceo classico al famoso liceo statale “Giulio Cesare”, ma le mie ambizioni erano altre quindi studiai recitazione dopo il diploma. Volevo diventare un attore di teatro, infatti poco più tardi ho avuto la fortuna di aver recitato accanto ad attori di alto calibro come come Gianni Santuccio, Regina Bianchi, Vittorio Mezzogiorno, Luigi Vannucchi e molti altri.
Un giorno, nei primi anni 70, appena ventenne, cominciai ad interpretare fotoromanzi per varie testate, fino ad approdare alla Lancio dove son rimasto fino al 1980, anno della mia partecipazione al 30°festival di San Remo, come cantante con la canzone "E pensare che una volta.." (e lo sono ancora, suono chitarra e pianoforte). 
Dopo di che, il lavoro di cantante mi ha portato a lasciare a malincuore fotoromanzi, le proposte dall'ambiente televisivo e musicale furono talmente tante che rivolsi tutti i miei impegni artistici a serate in giro per l'Italia, feci il presentatore tv, il doppiatore e attore di cinema e teatro. 
   La Lancio é ovvio dirlo é stata per me, il ....trampolino di...Lancio nel mondo dello spettacolo. Ho ricordi bellissimi di quel periodo spensierato. Spesso ho interpretato più volte la parte del "cattivo" e anche del protagonista buono: ricordo con particolare  affetto il ruolo fisso di Jimmy nel Lucky Martin, era troppo divertente ed avere come fidanzata una svampitissima Isabella Savona era il massimo, che coppia strampalata formavamo in quella serie.
 Inoltre credo di aver avuto buoni rapporti con tutti i miei colleghi e registi che ricordo con molta simpatia. Un pensiero particolare va anche ai fotografi ed i tecnici tutti divertenti e simpatici e con loro c'era una collaborazione  e professionalità davvero grandi...
Tra gli attori ricordo con affetto il caro Francesco Antonelli (in arte Frank O Neil) persona di gran classe e simpatia. Ho lavorato con tutte le attrici, in particolare con Claudia Rivelli e Marina Coffa (secondo il mio parere di lettore erano proprio le ideali per Gianfranco, stava bene anche con Isabella Savona, ma con loro due dava il meglio di se e lo si vedeva dalla recitazione sempre perfetta)  e credo che i lettori lo sappiano meglio di me.
Poi trascorsi ancora parecchi anni, cambiai nuovamente i miei obiettivi di lavoro: ora sono diventato un imprenditore e da 24 anni mi occupo di turismo, ma una parte del mio cuore, é rimasta nel mondo dell'arte: quindi oltre alla mia nuova professione, ci sono state alcune partecipazioni in ficion tv: “Don Matteo 8”, “Prof 5” 2014. 
   Nel film "PRESTO FARA' GIORNO" di Giuseppe Ferlito, mi si vedrà nel ruolo di Giordano, un medico, il film sarà in concorso quest'anno per il David di Donatello e spero davvero in grande successo.
   Come sai ancora oggi mi è STATO CREATO UN FAN CLUB  dove mi scrivono ammiratrici ed ammiratori da ogni parte del mondo e ciò mi commuove e mi da un grande piacere di rivedere vecchie foto di quando ero giovane e nel massimo della forma e soprattutto sapere che molti non si sono dimenticati di me, dei miei ruoli e dei sogni che ho regalato alle fans ed ai fans.
Ti devo dire, Giampaolo che mi piace il titolo che vuoi dare all'intervista: infatti ho sempre ritenuto che un artista debba essere il più possibile poliedrico: avere presenza scenica, recitare, cantare.... Infatti ogni aspetto  di questo mondo mi ha sempre incuriosito molto e per concludere, un po' di malinconia, nel ricordare un periodo spensierato, di immensa popolarità, 
   Per quanto riguarda la mia vita privata, posso dire che ho una compagna accanto: ci unisce la passione per  gli animali e la campagna. come da sempre, amo ed allevo cani: attualmente ho Telma una femmina di 17 mesi di Cane di San Bernardo. il mio sport é l'equitazione da molti anni monto a cavallo in Dressage. il mio cavallo è Zoco uno stallone purosangue Lusitano di 9 anni. In inverno la musica, gli amici ed il caminetto ed il  mare ... non devono mai mancare!
Ah un'ultima cosa, un abbraccio ed un grazie particolare va a te Giampaolo ed un saluto immenso a tutti i fans della Lancio. gda

- Giampaolo -