L’amore che nessuno ha capito
Avevo sedici anni. Ero un ragazzo sportivo, biondo, con un fisico scolpito dalla danza e dalla disciplina. Dopo una medaglia ai Giochi della Gioventù, mia nonna mi iscrisse a danza. Fu lì che cominciò tutto. Non un amore qualunque, ma un legame che non ha nome. Un sentimento che non era fisico, non era romantico nel senso comune, ma era profondo, pulito, assoluto.
Marco aveva dieci anni più di me. Era il fratello della mia amica Laura, e sembrava uscito da un fotoromanzo: alto, occhi verdi, sorriso magnetico. Ci siamo incontrati in momenti casuali, poi sempre più spesso. Un giorno, sotto la pioggia, mi offrì un passaggio. Mi fece un buffetto sui capelli. E io sentii le gambe molli.
Ci furono passeggiate, silenzi, sguardi. Un giorno mi portò in una villa con una torre, sopra la pianura padana. Mi prese per mano. Mi disse:
“Se ti sto facendo del male, dimmelo. Se provi qualcosa per me, torniamo indietro.” Io negai. Ma era una bugia. Lui lo capì. E mi disse: “È come se un angelo fosse entrato nel mio cuore. E da lì non è più uscito.”
Non mi ha mai toccato con malizia. Mi ha protetto. Mi ha amato come un fratello maggiore, come un custode, come un’anima che riconosce l’altra. Ma il mondo non capì. Un giorno ci videro insieme, addormentati al sole, e da lì scoppiò il finimondo. La sua fidanzata venne a casa mia. Laura non mi parlò più. Cambiai scuola di danza. Fui deriso, isolato, etichettato.
Marco riuscì a difendermi. Disse che ero come un fratello, che non poteva fare a meno di me. Mio zio lo aiutò, mentendo per proteggermi. Alla fine, tutto sembrò sistemarsi. Ma io fui tagliato fuori.
Lui si sposò. Ebbe figli. Ma non mi lasciò mai. Un giorno, fuori dalla scuola di danza, mi aspettava in auto. Mi portò all’autogrill. Mi accarezzò il viso. Mi disse:
“No, no angelo, non piangere.”
Da quel giorno, ci vedemmo lontano da tutti. Il nostro amore fraterno continuò. Io partii per il militare. Lui costruì la sua famiglia. Ma non ci siamo mai lasciati.
Fu una notte di verità, di pace, di amore finalmente vissuto.
Giampaolo Daccò Scaglione
Nota dell'autore: Ovviamente i nomi dei protagonisti sono stati cambiati e non ho scritto il vero finale, troppe persone si sarebbero riconosciute e trovo che non sia giusto e corretto per un argomento così delicato.
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