lunedì 1 settembre 2025

“Un sogno lungo una vita”

 Due figure sedute, il mare davanti, il sole che si ritira piano. Non servono parole, né spiegazioni. Solo il tempo che ha permesso a due anime di restare insieme, anche quando il mondo non voleva.

Storia di chi ha resistito per amare davvero

Ci sono storie che non chiedono di essere raccontate, ma che meritano di essere tramandate. Questa è una di quelle. Non parla di eroi, né di personaggi famosi. Parla di due uomini, Valerio e Claudio, che hanno amato con discrezione, con forza, con grazia. In un tempo che non li voleva, in un mondo che li giudicava, loro hanno resistito per amare davvero.

Questa storia è anche una dedica. A chi ha vissuto nell’ombra, a chi ha amato senza permesso, a chi ha lasciato un segno nel cuore di chi ha saputo vedere. E a chi, oggi, continua a credere che l’amore — quello vero — non ha bisogno di spiegazioni. Solo di memoria.

“Un sogno lungo una vita”

La memoria

Primavera del 1957. Valerio e Claudio si incontrano grazie a una sorella di mia madre. Sono giovani, belli, e si innamorano. In una famiglia dove le donne — forti, lavoratrici, vere — hanno sempre difeso i “diversi” come fossero fratelli, l’amore tra loro non è mai stato un problema. Anzi, era una cosa normale. Io, bambino curioso e sensibile, li chiamavo “zii” e ricevevo cioccolatini, regali buffi, foto al mare che mi facevano ridere. Non capivo tutto, ma sentivo che c’era qualcosa di vero in quegli abbracci, in quei sorrisi, in quei silenzi.

Il dolore

Ma fuori da casa nostra, il mondo era un’altra cosa. Mio padre e i suoi amici li chiamavano con epiteti orribili. “Meglio un ladro in casa che un c******e,” diceva. E io, piccolo, non capivo. Solo più tardi ho compreso che la cattiveria verso chi ama in modo diverso è una ferita che si tramanda, come un virus invisibile.

Valerio, che non ha mai nascosto la sua omosessualità, ha vissuto anni di botte, di vergogna, di silenzi imposti. Claudio, più riservato, ha trovato in lui un rifugio, una casa, una vita. Negli anni ’70 vanno a convivere in una città più grande, dove finalmente respirano un po’ di libertà. Vivono insieme per 37 anni.

Nel 2004, Claudio se ne va. Valerio resta solo. E dice una frase che non dimenticherò mai:

“Il peggio è per chi rimane.”

Il tempo che passa

Valerio vive altri 13 anni, assistito da una nipote di Claudio. Ogni giorno, ogni gesto, ogni parola — è un ricordo, un rimpianto, un amore che non si spegne. Quando se ne va, a 88 anni, io penso che finalmente si sono ritrovati. Che quel sogno lungo una vita non è finito, ma è tornato a essere sogno, insieme.

 Il presente

Ieri sera, 2025. Due ragazzi camminano mano nella mano, puliti, semplici, belli. Tre uomini li insultano dalla macchina: “Finocchi di m***a…” I ragazzi non mollano la mano. Accelerano il passo, ma non rinunciano al gesto.

Io li guardo. E rivedo Valerio e Claudio. Rivedo le botte, le frasi, le fughe. E mi chiedo:

Come può l’essere umano non evolversi? Come può insultare l’amore?

La chiusura

Tutti gridano “uguaglianza”, “libertà”, “siamo figli di Dio”. Ma poi? Poi vedi violenze, insulti, ignoranza. E io mi chiedo se cambierà mai. Forse no. O forse sì, se continuiamo a raccontare queste storie.

Valerio e Claudio non sono solo un ricordo. Sono un esempio. E ogni volta che vedo due mani intrecciate, penso che forse, qualcosa sta cambiando.

Riflessione finale

Forse non cambieremo il mondo con una storia. Ma ogni volta che raccontiamo l’amore — quello vero, quello che ha resistito, quello che non ha chiesto il permesso — piantiamo un seme di cambiamento. Valerio e Claudio non sono solo due nomi. Sono un esempio di dignità, di coraggio, di bellezza silenziosa.

E se oggi, in una strada qualunque, due ragazzi si tengono per mano nonostante gli insulti, è anche grazie a chi ha amato prima di loro. A chi ha resistito. A chi ha lasciato traccia.

Che questa storia non sia solo letta. Che sia sentita, ricordata, tramandata. Perché l’amore — quando è vero — non ha bisogno di difendersi. Ha solo bisogno di essere riconosciuto.

Giampaolo Daccò Scaglione

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