Milano,
Dicembre 1980
Dieci
giorni prima, finalmente fui congedato dal servizio militare, per
festeggiare l'evento i miei amici più cari di allora, decisero di
dedicarmi un'intera giornata passata, in giro per la città'.
Colazione, pranzo, shopping natalizio, una puntata al palazzetto del
pattinaggio sul ghiaccio, interminabili camminate mentre il freddo si
faceva sentire sempre di più. Il sole era tramontato presto e le
lunghe ombre si stagliavano già sui marciapiedi e sull'asfalto delle
strade.
Era
calata un po' di nebbia quella sera, ormai l'ora di tornare alle
proprie case stava sopraggiungendo veloce, decidemmo di bere qualcosa
di caldo vicino alla Galleria Vittorio Emanuele. Entrati
nell'elegante locale, Giulio, Maurizio, Ugo ed io ci sedemmo vicino
alla vetrata che spaziava in piazza Duomo la cattedrale gotica
illuminata a giorno si stagliava davanti a noi, mentre luci colorare
degli addobbi natalizi davano un senso di gioia tutto intorno, poco
dopo quattro cioccolate con panna stavano sul tavolino sotto i nostri
occhi.
Una
musica leggera si irradiava attorno a noi, canzoni romantiche a volte
allegre a volte malinconiche, facevano da sottofondo alla
clientela che affollava quel bar, in quel mentre non ascoltai più le
chiacchiere dei miei amici, la musica, il mio sguardo era puntato su
quello che c'era là fuori.
Osservavo
la gente in piazza Duomo camminare in quel freddo e pungente
dicembre, le luci dei lampioni erano quasi sfuocati dalla nebbia e
quelle delle vetrine dei negozi i stavano spegnendo. Mi piaceva
osservare tutte quelle persone e immaginare la loro vita, i loro
segreti, seguii con lo sguardo i passi frettolosi di tre uomini
elegantemente vestiti che con le loro valigette affrettavano il passo
verso i taxi parcheggiati dall'altro lato della piazza.
Poi
quattro donne con cappotti colorati, camminavano lente con le borse
piene di pacchetti regalo mentre il passaggio rumoroso di un tram, le
nascose ai miei occhi. Poco più in là una bimba per mano alla
sua mamma sembrava non voler camminare e puntava i piedi sul selciato
mentre due ragazzi abbracciati stretti stretti s'infilarono sotto i
portici della Galleria. Scene normali di ogni giorno ma che con le
feste natalizie sembravano più vivaci, più intense.
Delle
risate, unite alle voci dei miei amici, mi richiamarono alla realtà.
In quell'istante Giulio mi disse: "Ehi sognatore svegliati e
ascolta questa canzone! E' bellissima, la conosci?" Sorrisi
annuendo, era appunto "Il Duomo di notte" del grande
Alberto Fortis... Li guardai "E' stupenda..." dissi ma allo
stesso tempo pensai: ma io ero già in questa canzone poco fa.
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