giovedì 24 novembre 2011

Milano 1







Milano, Dicembre 1980


Dieci giorni prima, finalmente fui congedato dal servizio militare, per festeggiare l'evento i miei amici più cari di allora, decisero di dedicarmi un'intera giornata passata, in giro per la città'. Colazione, pranzo, shopping natalizio, una puntata al palazzetto del pattinaggio sul ghiaccio, interminabili camminate mentre il freddo si faceva sentire sempre di più. Il sole era tramontato presto e le lunghe ombre si stagliavano già sui marciapiedi e sull'asfalto delle strade.
 
   Era calata un po' di nebbia quella sera, ormai l'ora di tornare alle proprie case stava sopraggiungendo veloce, decidemmo di bere qualcosa di caldo vicino alla Galleria Vittorio Emanuele. Entrati nell'elegante locale, Giulio, Maurizio, Ugo ed io ci sedemmo vicino alla vetrata che spaziava in piazza Duomo la cattedrale gotica illuminata a giorno si stagliava davanti a noi, mentre luci colorare degli addobbi natalizi davano un senso di gioia tutto intorno,  poco dopo quattro cioccolate con panna stavano sul tavolino sotto i nostri occhi. 
  Una musica leggera si irradiava attorno a noi, canzoni romantiche a volte allegre a volte malinconiche, facevano  da sottofondo alla clientela che affollava quel bar, in quel mentre non ascoltai più le chiacchiere dei miei amici, la musica, il mio sguardo era puntato su quello che c'era là fuori.
 Osservavo la gente in piazza Duomo camminare in quel freddo e pungente dicembre, le luci dei lampioni erano quasi sfuocati dalla nebbia e quelle delle vetrine dei negozi i stavano spegnendo. Mi piaceva osservare tutte quelle persone e immaginare la loro vita, i loro segreti, seguii con lo sguardo i passi frettolosi di tre uomini elegantemente vestiti che con le loro valigette affrettavano il passo verso i taxi parcheggiati dall'altro lato della piazza.
   Poi quattro donne con cappotti colorati, camminavano lente con le borse piene di pacchetti regalo mentre il passaggio rumoroso di un tram, le nascose ai miei occhi. Poco più in là una bimba per mano alla sua mamma sembrava non voler camminare e puntava i piedi sul selciato mentre due ragazzi abbracciati stretti stretti s'infilarono sotto i portici della Galleria. Scene normali di ogni giorno ma che con le feste natalizie sembravano più vivaci, più intense.
   Delle risate, unite alle voci dei miei amici, mi richiamarono alla realtà. In quell'istante Giulio mi disse: "Ehi sognatore svegliati e ascolta questa canzone! E' bellissima, la conosci?" Sorrisi annuendo, era appunto "Il Duomo di notte" del grande Alberto Fortis... Li guardai "E' stupenda..." dissi ma allo stesso tempo pensai: ma io ero già in questa canzone poco fa. 






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