Giampaolo Daccò intervista
ANNA ZOLI, la ragazza con l'orsacchiotto
ANNA ZOLI la ragazza dell'orsacchiotto con gli occhi da gatta, così mi sento di definirla. Bella, un volto particolare, simpatica e sensibile. Un'attrice che tutti noi amiamo ancora nonostante nel corso degli anni sia stata lontana fisicamente dalla lancio ma alla quale resta e resterà per sempre legata. Una donna disponibile, aperta a conoscenze ma determinata e riservata, una donna sensibile che ha messo anima e corpo in tutto ciò che faceva, che fa, sia nel lavoro che nella vita privata.
Ho voluto dedicare a lei la mia seconda intervista (e perdonatemi) perchè è stata ed è tutt'ora la mia attrice preferita Lancio (oltre a Claudia Rivelli) e che stimo tantissimo perchè in questi anni ho scoperto un'amica davvero speciale, una donna senza riserve e rimasta sempre se stessa. Ma passiamo ora a "scoprire" qualcosa in più di lei, magari qualche segretuccio che ci ha sempre nascosto, almeno io ci spero, qualche aneddoto divertente oppure scoprire che lei è sempre la stessa "ragazzina che giocava con l'orsacchiotto".
Ormai si sa tutto di lei, e la sua scheda anagrafica è già nell'album di fotografie dedicata ad Anna nella nostra magnifica pagina di Fotoromanzi Lancio. Nata Rimini il 16 Settembre, alta 1,71, occhi verdi e capelli castani, un fratello che io chiamo Sandy (lui sa il perché) ed una carriera splendida alla Lancio, tant'è che nonostante siano passati anni è rimasta nei cuori di tutti noi.
Ho scoperto che è quasi impossibile fare un'intervista seria con la mia amica ANNA, siccome mi ero impegnato a farle domande su aneddoti e sulla sua vita alla Lancio in modo appropriato e magari un po' da diva, siamo solo riusciti a scoppiare a ridere su alcune avventure che le sono capitate. Insomma non si riusciva più a terminare qualcosa di serio.
Allora con serietà mi sono imposto (si fa per dire) sgridandola di mantenere un contegno... Ma si sa come sono i romagnoli e le donne soprattutto, l'esuberanza è incontenibile e siccome Anna è di una simpatia unica, lei ha dec... abbiamo... ehm volevo dire ho deciso di farla parlare a ruota libera (e quanto mai l'ho fatto, chi l'ha più fermata!)
Allora mi sono seduto con le mani sul viso ad ascoltarla cercando di intervenire, ma ogni volta che precisavo su un punto, subito lei era già da un'altra parte con i ricordi... Però non potevo non guardarla negli occhi e sognare come tanti anni fa, la ragazza dagli occhi verdi da gatta. Incomincia a raccontarsi sprizzando bellezza e simpatia subito così:
“Come tutti sanno sono nata e cresciuta a Rimini, la città più bella e divertente per vivere, conoscere persone, crescere; la gioia e la creatività dei romagnoli è speciale e pochi (questo lo dice lei ma io lo sapevo già visto che in quegli anni frequentavo Rimini e Riccione) sanno che anche d’inverno è unica, banale dirlo ma i concorsi di miss erano all’ordine del giorno e un bel dì convinta da mio fratello, partecipai alle selezioni per miss teenager.
Non ci credevo neppure io ma arrivai in finale dove conobbi l’agente di Franco Gasparri, il quale mi fece fare un book fotografico strepitoso dall’allora fotografo delle dive Roberto Ferrantini, lo propose alla Lancio… il resto è storia.
Arrivai davanti a quel cancello quasi intimidita ma anche felice per questa bellissima opportunità che a quel tempo, non cosciente, mi avrebbe portato a ruoli sempre più impegnativi e da protagonista.
La prima volta sul set Lancio, nel novembre 1976, mi ritrovai a confrontarmi con Mimo Billi, un uomo davvero speciale, Franco Gasparri e Claudia Rivelli i due mostri sacri e intoccabili, che dire… Ero una ragazzina timidissima parlavo poco perchè diventavo subito rossa, era incredibile trovarmici quasi all'improvviso a recitare con quei divi che in quel periodo regalavano sogni a tutti i lettori e le lettrici.
Non dimenticherò mai quando mi proposero il ruolo da protagonista nel fotoromanzo “La ragazza che giocava con l’orsacchiotto” forse il fotoromanzo che mi ha dato più soddisfazione e successo, praticamente feci il botto; ma per me fu quasi un trauma il pre-bacio con Franco: la troupe misurava le luci, il fotografo dava il via, alzai il viso ma lo sguardo andò oltre Franco, lui mi intimidiva.
Franco fissandomi disse improvvisamente: “Perchè non mi guardi negli occhi?” (posso anche capirla accidenti!), “AIUTOOOOOO” pensai, e mi venne in mente che i peperoni erano meno rossi della mia faccia in quel momento!
Con il tempo ho acquisito sicurezza e sono diventata una vera monella, (ha detto monella non modella, ve lo dissi poc'anzi che Anna è birichina), ero la disperazione del regista Aldo Rossi che in confidenza, mi chiamava la mia Sittà per il forte accento romagnolo che avevo allora ed anche perché non facevo altro che parlare di Rimini.
Ricordo pure che era impossibile per me lavorare con Frank O’Neil il caro Francesco, ancor più pazzo di me, ridevamo in continuazione e si doveva sospendere spesso la lavorazione con la “contentezza di tutta la troupe” che se avessero potuto ci avrebbero eliminati volentieri.
Ma il fotoromanzo più votato di tutti i tempi “Aspettami tornerò” lo interpretai insieme a Valentina, Gordon e Antonio Zequila, fu talmente votato che sorpassò i bellissimi “Il treno che porta Rosy”, “E Anael vivrà” e molti altri. Una soddisfazione personale davvero meravigliosa.
In tutti gli anni in cui ho lavorato alla Lancio, con la maggior parte dei miei colleghi e troupe ho sempre avuto ottimi rapporti, ho sempre considerato La lancio la mia seconda famiglia fino al giorno in cui lo è diventata sul serio con Fernando Mercurio, un amore stupendo che non scorderò mai anche se poi dopo anni di coppia, ognuno prese strade diverse…
Considererò per sempre Sebastiano Somma il mio secondo fratello, un uomo splendido davvero e grande amico, Simona Pelei era la mia più grande amica ora purtroppo persa di vista, le strade a volte ti portano improvvisamente in angoli diversi nel “mondo” ed è facile non rivedersi più.
Una grande stima per Marina Santi donna davvero splendida ed in gamba, per un periodo fui ospite a casa di Ornella Pacelli persona davvero unica, sono tutt'ora grande amica di Luigi Alfieri, ed ho un altro “fratello”: Michele Trentini a cui voglio un bene da matti e sono comunque amica, collega di tutti a cui voglio un immenso bene nel ricordo di tante avventure e del periodo più bello della mia vita.
Per poter descrivere tutto bisognerebbe scrivere un libro!
Un aneddoto davvero divertente nonostante la situazione che poteva apparire diversa, fu il giorno in cui Claudio Aliotti ebbe un incidente con il motorino, ci arrivarono notizie che le sue condizioni erano molto serie, io ed Ornella ci precipitammo in ospedale, eravamo così agitate che non ci siamo rese conto una volta entrate nell’ascensore, invece salire stavamo scendendo (la guardo e mi vien da dire ma che tasto avete premuto? Poi nella mia mente si forma un'idea macabra intanto che Anna prosegue nel racconto), uscite dalla porta non appena si era aperta al piano, ci trovammo in un lungo corridoio deserto, un corridoio quasi impressionante.
Senza pensare a dove eravamo finite, ci incamminammo verso il fondo poi trovammo una porta chiusa e credendo fosse la stanza di Claudio, la stavamo per aprire, quando un urlo spaventoso ci fece accapponare la pelle e subito ci siamo bloccate:
“FERMEEEEEE!” gridò un inserviente, “Che cosa state facendo qui?” Eravamo finite alla camera mortuaria!!!! Non sapevamo se ridere o preoccuparci dello sguardo dell'uomo facendoci venire in mente Jack Nicholson in Shining.
Trovata la strada, finalmente arrivammo trafelate al reparto di Claudio, pieno di amici che stavano aspettando l’alzarsi delle tapparelle per poterlo vedere aldilà della vetrata, era ricoverato in terapia intensiva con drenaggio ai polmoni, (ricordo che la foto fu pubblicata in una rubrica dedicata ad Aliotti) finalmente lo vediamo, un tubo usciva dal torace per finire in un contenitore pieno di sangue, noi disperate e lui… La sua solita faccia da schiaffi ed il pollice alzato!
Ora ci rido su ma ci eravamo proprio spaventate. Poi piano piano i ruoli da protagonista lasciarono il posto a quelli comprimari, avevo altri impegni lavorativi e vai progetti da mettere in pratica, c'era tanto spazio per tutti alla Lancio ed era ora anche di dare opportunità a ragazzi più giovani.
Nel tempo libero ho fatto volontariato per 2 anni con la Caritas presso la casa famiglia “Casa Luciana”, per me è stata un'esperienza molto dura, una lezione di vita importantissima che mi ha fatto crescere ancora di più. In questa casa venivano accolte mamme e bambini malati di aids, e per un certo periodo è venuta ad aiutare anche Adriana Rame. Poi per problemi di varia natura ho dovuto lasciare questo appassionato lavoro.
Nel frattempo, intrapresi il ruolo di soggettista e mi dilettai con sceneggiature di cui quattro sono diventate, con grande soddisfazione mia e di tutti, delle bellissime storie Lancio. Dopo gli anni romani, nel 1994 mi venne una forte nostalgia di Rimini, chiamai Gianni Fabbri, un mio grandissimo amico, purtroppo ora scomparso, proprietario di discoteche romagnole tra le quali il Paradiso e Pascia’, il quale mi diede un'opportunità nuova di lavoro ed iniziai a fare l’ufficio stampa insieme a Simona Cochi per il locale Pascià, un’esperienza unica e speciale, per cui non finirò mai di ringraziare Gianni, infatti nelle foto pubblicate qui sotto ci sono vari momenti dedicati a questo lavoro magnifico.
Mi appassionai tantissimo a questo tipo di lavoro così entrai come ufficio stampa, a far parte di una grande agenzia di spettacolo molto famosa. Viaggiavo molto ed organizzare tante cose per la tv, cinema ed altro richiedeva un impegno costante, ma ero talmente entusiasta che non sentivo fatica e le soddisfazioni personali erano molte.
“Beh ti sei dimenticata di dire che nel 1982 hai lavorato in “Dancing Paradise” di Pupi Avati”, le dico sornione.
“Non stavamo mica parlando della lancio Paolo?”
“Si vabbèh ma anche questa è un'esperienza importante avendo avuto, a quei tempi un grande successo...”
“Si è vero, però credevo fosse un'intervista esclusivamente per i fotoromanzi.”
“Si si hai ragione Anna... A proposito, ora?”
“Ora cosa?” mi chiede con occhi ingenui (si ingenui penso io)
“Beh in questo momento che fai, di che ti occupi?”insisto
“Sto preparando un the, lo vuoi?”
“Ma Anna, non siamo vicini, siamo in Skype, come posso berlo?”
“Ah si intendevi dire che faccio ora?”
“Si si..”
“Beh devo dar da mangiare a Stella che si sta strusciando ai miei piedi, poi finisco una cosetta che riguarda un mio hobby e...”
“Ma io intendo...” cerco di dire.
“Si hai ragione caro, devi andare anche tu ora, penso che Micha, Oliver e Tofee avranno fame anche loro! Ciao Paolo a presto.”
“Ciao Anna ma...”
E già avranno fame, io invece avrei voluto parlare di più, ma lei è fantasticamente così... Così... Accidenti mi ha fregato, ma un giorno o l'altro la metto alle strette e ne saprò di più. Dopo i saluti penso ai suoi occhi verdi “Che bella coppia saremmo stati sul set, e anche in privato... Se non fosse più alta di me.”
Un bacio ad Anna, una donna ed un'amica davvero in gamba.
Giampaolo.
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