venerdì 16 gennaio 2015

Fotoromanzi Lancio: GIAMPAOLO DACCO' intervista VITTORIO RICHELMY





VITTORIO RICHELMY, uno sportivo lupo di mare

Molti anni fa quando avevo circa sette/otto anni e vivevo dalla nonna materna, mi capitò tra le mani un fotoromanzo e vidi un signore distinto un po' cattivello, dagli occhi molto chiari che mi impressionarono molto e dissi a nonna: “Sono uguali a quelli di papà” e in quel momento scoprii Rik Helmut, un attore Lancio che baciava la bellissima Michela Roc (che identificavo con mia madre per via dei capelli biondi). Mi dava la sensazione di un marinaio abituato a “sciupare” le donne con baci e false promesse (forse per via di una maglia tipo marinaio che indossava, ma il mare, scoprii in seguito, davvero era la sua passione).
Questo signore dagli occhi di ghiaccio ma dal sorriso luminoso si chiama Vittorio Richelmy, e con un diminutivo nordico (anche per il suo aspetto teutonico) prese il nome d'arte come attore: Rik Helmut, che con Gerry Ross in quegli ultimi anni 60 divenne uno degli attori che preferivo ed ammiravo molto. 
Vittorio nasce a Torino il 20 luglio 1941, sportivo, è alto 1.82  e si descrive così alla mi a domanda da quanto è sposato: “FELICEMENTE  DA 44 ANNI CON DUE FIGLI.”
La sua franchezza e disponibilità mi spinge ad incominciare con la domanda più ovvia per un rappresentante molto in vista della nostra amata Lancio:
GD: quando hai iniziato a lavorare alla Lancio e come è avvenuta la cosa. Vittorio inizia così raccontando la sua “storia”:
VR: “Casualmente” nel 1965, arrivai a Roma e confesso che lo feci per allontanarmi dai casinò (casinò mi chiedo?) che da Torino la città in cui vivevo erano abbastanza vicini (Saint Vincent è a 80 km circa). La giovanisisma età e la foga giovanile, all'epoca mi fecero avere come dire... un'attrazione per il gioco ed alla fine mi trovai a dovermi cercare un lavoro.
La grande Caterina Boratto, bravissima attrice italiana del cinema muto e prima cugina di mia madre, in quel periodo stava girando un fotoromanzo con Sogno (che a quel tempo era di proprietà della Rizzoli), mi presentò al direttore della casa editrice, il mio fisico e volto fecero una buona impressione ed inoltre pagavano anche molto bene per un giovane come me, così accettai subito quel lavoro e partecipai ad un fotoromanzo che oltretutto, non sapevo manco cosa fosse in verità, non avendone mai letti..
Quando uscii sulle copertine, fui chiamato da altre case editrici e anche dalla Lancio, nel frattempo interpretai qualche film sicuramente non di prima serie:  
“Rose rosse” per il Fuhrer del 1967, con una grande attrice purtroppo scomparsa troppo presto: con Anna Maria Pier Angeli (nota in America con il nome Pier Angeli).
Poi “36 ore all'inferno”  del 1969 con altri due attori che hanno lavorato alla Lancio: Rodolfo Valadier e Alain Gerard. In seguito “Attento Gringo, è tornato Sabata” del 1972, “Dieci bianchi uccisi da un piccolo indiano” (1974 ed infine “I cannoni tuonano ancora” del 1975.
Quando mi fermai alla Lancio, i fotoromanzi girati furono tanti nella mia carriera quarantennale: 346 come attore di cui solo 16 da protagonista e precisando sono stati 14 nel grandissimo Jacques Douglas (divenni il fidanzato di Ella, dopo la scomparsa di Jacques Douglas) e 2 nelle fotostory.
Però devo confessare che il mestiere di attore non mi piaceva molto, poi con nel 1972, con la “sponsorizzazione” di Paola Pitti che allora era come una sorella per me, presso il direttore della Lancio, ho iniziato con la regia e dopo più o meno 1500 lavori da regista, ho smesso nel 2004.
Un fatto curioso che ricordo spesso è questo: nel primo fotoromanzo interpretato con Sogno, ero un ufficiale tedesco della seconda guerra mondiale, gli esterni furono girati il primo giorno in una via del centro storico di Fornello, a pochi passi da Roma, vicino ad un vecchio casale. Vent'anni dopo per puro caso, quel casale divenne la casa dove ho abitato per altri, anzi per più di vent'anni. Poi con mia moglie, abbiamo deciso di vendere tutto e comprare una barca che ora è la mia casa attuale e viviamo stabilmente, quando non siamo in viaggio, a Monastir in Tunisia. 
GD: Provo a chiedergli: che cosa ti aspettavi da questo lavoro e come ti trovavi i primi tempi e cosa speravi nel futuro in questa azienda.
VR: Come ho accennato prima, non mi era mai piaciuto fare l'attore, al contrario con la regia mi sentivo a mio agio perfettamente. Per il futuro... Beh quando il grande successo del fotoromanzo incominciò a calare, a causa secondo me, delle telenovelas, poi delle fiction e telefilm in tv, ho consigliato all'editore di passare anche noi ai telefilm. “I tempi cambiano ed il fotoromanzo inevitabilmente morirà” dissi ma non ho avuto ascolto e la gloriosa e la più grande casa editrice mondiale di fotoromanzi, alcuni anni dopo è scomparsa.
GD: Prima hai parlato di una bella e fraterna amicizia con Paola Pitti, quindi passo a farti questa domanda: i tuoi rapporti con colleghi, attori, lo staff e magari se ci fosse qualche aneddoto (raccontabile ovvio) come sono stati?:
VR: I rapporti con colleghi sono stati sostanzialmente ottimi, con gli attori ed attrici seri e puntuali bene, con gli altri mi arrabbiavo molto anche perchè questo lavoro doveva essere preso seriamente. Per quanto riguarda la produzione i rapporti erano spesso difficili (dall'altra parte con idee di destra, io con le mie di sinistra - loro romanisti ed io juventino potrai benissimo immaginare), ma comunque c'erano grande stima e rispetto reciproci e quindi quarant'anni insieme avranno significato qualcosa no?
GD: Non troppo soddisfatto dalla risposta, (volevo qualcosa di più preciso... Ah il gossip), insisto. Con chi ti trovavi più a tuo agio come attrice e attore senza nulla togliere agli altri e quali sono stati i lavori tuoi che ami di più ed eventualmente anche quelli degli altri.
VR: Come dicevo prima mi trovavo benissimo con gli interpreti puntuali e professionali, mentre per quanto riguarda il lavoro più bello che abbia mai girato è stato “I colori del giorno e della notte “ ed “Anael Vivrà” (ovviamente sono stati tra i più votati penso ricordando sia le storie che le copertine magnifiche). Quelli degli altri, i più belli sono stati girati da Paolo Brunetti e Nando del Marro.
GD: Passando alla regia che immagino per te sia stata un’occasione molto importante visto le risposte precedenti, da chi hai imparato e cosa hai dato sempre come regista, al pubblico ed alla lancio?:
VR: Ho imparato da solo, al pubblico penso di aver dato lavori esteticamente e graficamente molto validi, sulle storie non potevamo intervenire, ci veniva data una sceneggiatura da realizzare che non potevamo modificare in assoluto. Alla Lancio credo di aver donato professionalità, onestò e soprattutto capacità di risparmiare sui costi di produzione.
GD: Se me lo consenti, passerei anche a qualche accenno alla tua vita privata (ovvio cose che si possono dire e che molti già sanno del tipo, se sei sposato, sei padre, nonno, gli hobby, cosa ti piace fare di più) qui hai completa carta bianca di decidere ciò che vuoi far sapere:
VR: Sono sposato da moltissimi anni, ho due figli Veronica e Manuel, Sono nonno di Mattia che ha tre anni che come tutti i nonni lo trovo bellissimo ( e lo è sicuramente penso io). Poi quarant'anni di regate, il mio sport preferito su molte barche differenti e tra queste preferisco i catamarani dove modestamente ho vinto cinque campionati italiani (due dei quali con mia moglie) e un settimo posto ai mondiali nel lontano 1986. Ora vivo in Tunisia con mia moglie in una barca a vela di 12 metri (che invidia penso) e se potrà interessare per pescare notizie, ho un blog che confesso, non aggiorno per pigrizia da più di tre anni:
  http://vittoriorichelmy.blogspot.com/

Ecco mi spiace che l'intervista a Vittorio sia finita perché è sempre piacevole, scoprire cose interessanti e anche private, di personaggi che sono stati amati e hanno dato moltissimo alla “nostra Lancio”, ai nostri sogni, che dire? Un grazie a questo “lupo ma non tanto, di mare” che immagino disteso sulla sua barca sotto un sole caldo mentre l'azzurro sconfinato del mare fa da cornice alla sua felicità. 
Le foto pubblicate sotto, sono tratte da ruoli interpretati nel corso della sua carriera e le copertine sono quelle di alcuni dei suoi lavori di grande successo.

- Giampaolo -

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