martedì 14 ottobre 2025

"DAL MARCIAPIEDE AL CIELO E FINO AL MARE": 2° Prati Fioriti

 


Prati Fioriti

S. Angelo Lodigiano, estate 1968 – I pensieri sull’estate

Verde, rosso, giallo, blu, bianco… e tanta luce dorata nel cielo. Disteso sui prati che dominavano la riva dolce e scoscesa del fiume, dietro la casa della nonna, guardavo le nuvole passare sopra la mia testa. Quante forme strane, e quanto splendore c’era lassù.

Gli alti papaveri e le verdi foglie mi sovrastavano. Piccoli fiori bianchi e gialli spuntavano nell’erba, e dall’altro lato del fiume, distesi campi di grano biondo maturo sembravano un mare dorato e fermo nell’immensità.

Due libellule volavano libere nel vento, mentre una farfalla dalle ali color caffè si era posata su un fiordaliso blu, proprio davanti al mio naso. Che meraviglia… non mi sarei mai più alzato da lì. Un bambino sognatore, a cui bastava poco per scatenare una fantasia infinita.

La voce della mamma mi risvegliò dai pensieri. Mi chiese di finire il compito per la scuola, mentre all’ombra di un albero stava dando la pappa a mia sorella. Guardai il quaderno a righe dalla copertina blu, vicino a me. Mi misi a pancia in giù, presi la penna, e lo aprii su una pagina bianca. Incominciai a scrivere.

Poco più in là, un’amica di mamma e i suoi figli correvano per i prati. Ridevano e gridavano divertiti, finché lei si sedette vicino a noi e accarezzò mia sorella. La sua pappa era finita, e mia madre la pose delicatamente sopra una copertina di cotone spianata sull’erba. Ben presto si addormentò, all’ombra delle fronde.

Finalmente finii I pensieri sull’estate, uno dei tanti compiti che ci diede la maestra per tenerci in allenamento. Quando non si trattava di matematica, per me era una gioia poter mettere nero su bianco le mie fantasie.

Chiusi il quaderno e mi sedetti vicino a Francesca, che dormiva beata sulla coperta bianca a quadri delicati di color rosa pallido. La mamma mi porse la merenda: pane, burro e marmellata, e un bicchiere di tè freddo al sapore di limone. Divorai tutto in breve tempo — che buoni erano — ma non vedevo l’ora di giocare.

Dopo i giochi, le corse, i canti e le storie raccontate con gli amici presenti, il fiume scuro poco distante lentamente andava verso il mare. Non si sentiva un rumore, solo le cicale che frinivano sotto il sole.

Così passavano i tardi pomeriggi estivi, poco prima di partire per il mare — la vera vacanza per tutti noi — vissuti con spensieratezza, allegria, colori e freschezza. Quante cose semplici, rimaste immutate nei ricordi.

Oggi, sul treno, ho visto dei campi rossi e verdi mentre attraversavo la campagna. Per un lunghissimo tratto mi hanno accompagnato nel viaggio. Ed è stato come tornare a quel tempo. Non so perché… ma davvero, mi hanno messo allegria.

Sigillo finale

A chi scriveva a pancia in giù, con il fiordaliso davanti al naso e il mare dentro il cuore.

 

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