La Pietra del Sole
Estate 2000, Naama Bay – Egitto.
Arrivati con un piccolo autobus turistico dal bellissimo hotel che ci ospitava, ci inoltrammo nel percorso indicato alla ricerca di souvenirs o anche occasioni per acquistare oggetti, manufatti ed altro da portare a casa come ricordo di quella splendida vacanza.
Qualche risata con un'ospite spiritoso che contrattava con un venditore egiziano parlando un po' inglese, un po' romagnolo e qualche parola araba, avevano fatto ridere a crepapelle tutti i presenti, alla fine era stato l'egiziano disperato a vendere al prezzo che voleva il signore che proveniva da Cesena.
Faceva caldo, anche se era un clima secco il desiderio di bere era tanto, dallo zainetto presi due bottigliette di acqua fresca, una l'avevo consegnata ad Ezio che stava osservando un negozio di pietre mentre la mia nell'aprirla feci cadere il tappo.
Appena preso un raggio di sole si riflesse sul vetro della finestra della porta in legno della bottega dove Ezio guardava da una finestra alcune sculture di ambra, per me fu come un segnale, un desiderio di entrare perchè "sentivo" che lì, c'era qualcosa che dovevo vedere.
Il sole cocente batteva sulle strade di Naama Bay, eppure quel negozio di pietre sembrava diverso dagli altri: non moderno, non turistico, ma antico, quasi sospeso nel tempo. Ezio, appassionato di gemme, osservava con attenzione ogni vetrinetta piena di quegli oggetti di diverso colore e forma, mentre io mi perdevo tra i riflessi azzurri e verdi.
Il proprietario, un uomo alto, dagli occhi profondi vestito di lino bianco, mi scrutava in silenzio. Poi, con voce calma, disse: "Giovane signore vuoi una pietra, magari per tua madre?"
Rimasi sorpreso. Non avevo chiesto nulla, eppure sembrava sapere quel desiderio che mi si era formulato nella mente poco prima, sorrisi annuendo e avevo seguito quell’uomo vestito di bianco come fosse un antico sacerdote.
Mi condusse verso un cassetto di vetro di una cassettiera di legno scuro. Appena lo aprì, il mio sguardo fu catturato da una pietra ovale, azzurra, quasi identica a quella che avevo ricevuto anni prima sul Tor.
La presi tra le mani: era turchese, viva, vibrante. Il negozio si trasformò in un tempio, e per un istante sentii che quella pietra mi stava scegliendo, l'uomo aveva sorriso e quando lo guardai negli occhi avevo avuto una sensazione strana.
Mi era sembrato che ci fossimo conosciuti in chissà quale tempo lontano, in chissà quale remota terra, la sua mano prese la pietra azzurra dalle mie dita, avevo sentito come un brivido e lui gentilmente mi disse: "Seguimi giovane signore, confeziono la tua pietra così potrai riportarla a casa".
"Riportarla?" avevo pensato. Come riportarla a casa, era forse una pietra che mi aspettava da tanto tempo in questo posto pieno di sole, luminoso ed accecante?
Quando la mise in un sacchetto blu identico a quello che ebbi tempo prima come regalo da quella donna in Cornovaglia, mi aveva lasciato sorpreso. Mi porse il sacchetto ed istintivamente avevo aperto la mano.
Sorridendo gentilmente mi mise quell'involucro sul palmo, e strinse la mia mano con le sue grandi mani calde ed un sorriso bianco.
"Questa è la tua pietra giovane signore, devi tenerla stretta ogni volta che la prendi tra le tue mani. E' un oggetto molto bello adatto a te."
Pagato il conto continuò, girandosi di spalle chiudendo un'anta di un armadio che era rimasta semiaperta: "E' - hajar alshams - che vuol dire La pietra del Sole."
Si rigirò verso di me con quegli occhi scuri che penetravano nei miei "E' uguale ai tuoi occhi - shabun hakim." (giovane saggio è il significato di quelle parole).
Lo salutai gentilmente, sentendo il suo sguardo seguirmi fino all'uscita dove Ezio mi aspettava dopo aver acquistato qualcosa sempre nello stesso negozio dal collega dell'uomo, con altre persone che ridevano ancora alle battute del signore romagnolo.
Più tardi, tornati in hotel, come se fossi guidato da una strana sensazione, presi una cartina geografica e, con un righello, tracciai una linea obliqua: dal Tor alle Piramidi, fino a Naama Bay. Un filo invisibile, un ponte tra Avalon e l’Egitto.
Era solo una coincidenza? O un segno che la mia vita non appartiene soltanto agli anni che vivo, ma a memorie più antiche, a epoche che continuano a risuonare dentro di me?
“Dal blu del Tor al deserto dorato, la pietra chiama, la soglia risponde.”
Giampaolo Daccò Scaglione

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