✨ Capitolo Segreto: Il Mago che Cammina Scalzo
Tutti lo conoscevano come “il signor Giampaolo”. Elegante, gentile, disponibile. Camicia bianca, cravatta sobria, giacca impeccabile. Molti dicevano anche: “Che bell’uomo!” Ma nessuno sapeva che, sotto quei vestiti urbani, viveva un mantello invisibile cucito con piume di gufo e stelle cadute.
Ogni sera, tornato a casa, si spogliava della città e si rivestiva di sé: pantaloni comodi, maglia morbida, e negli occhi la luce blu che non si vede ma si sente.
Una domenica, mentre pedalava nei parchi fuori Milano, tra alberi che sussurravano e sentieri che sembravano antichi, vide un bambino seduto su una panchina, con lo sguardo rivolto verso un ramo spezzato.
Il bambino non piangeva. Ma aveva negli occhi una domanda che nessuno aveva mai saputo ascoltare.
Il mago si fermò. Non disse nulla. Solo aprì la mano, e da essa uscì una luce blu, che non illuminava il mondo, ma lo rendeva più silenzioso.
Il bambino lo guardò. E disse: “Tu non sei come gli altri.” Il mago sorrise. E rispose: “Nemmeno tu.”
Il bambino guardava fiducioso quello strano signore, che sembrava un giovane mago al posto di un uomo disponibile. Non aveva paura, nonostante ci fossero pericoli in periferia per bambini come lui.
Istintivamente toccò il viso di Giampaolo, che lo stava osservando con i suoi occhi azzurro-grigi, aspettando una parola. Invece il bimbo gli accarezzò il volto e disse:
"Che bello sarebbe se tu fossi mio padre."
Una lacrima, che sembrava cristallo, scese dal volto di Giampaolo. Il bimbo abbassò lo sguardo e continuò:
"Mi sono perso. Non so chi sono e dove devo andare..."
Giampaolo si allarmò e si guardò attorno, in cerca di qualcosa che potesse riferirsi al bambino, ma c’erano solo persone in bicicletta, alberi, e il rombo degli aerei che partivano da Linate.
Si alzò, gli porse la mano e disse:
"Bimbo, visto che non sai chi sei e non sai dove andare, questa notte la passerai a casa mia. Che poi non è casa mia, ma è un posto che mi hanno dato come abitazione. Loro vedono solo un brav’uomo che lavora, ma c’è qualcosa in più. Vuoi scoprirlo?"
Il bambino si alzò, sorrise e gli diede la mano, annuendo con la testa. Insieme proseguirono a piedi per un po’. L’aria si fece fresca e piacevole.
Giampaolo continuò:
"Non sono solo. Vivo con una persona che amo da tanto, ma ora è in viaggio per lavoro e torna..."
Il bimbo si fermò, lo fissò negli occhi e disse:
"Torna tra cinque giorni."
Giampaolo lo fissò e sorrise. Aveva capito che quel piccolo era come lui, tanto tempo fa.
Lo mise sulla canna della bicicletta e partirono per casa, nel centro della metropoli.
✨La Candela Lilla
Giampaolo, in piedi, guardava dalla finestra la notte. La piccola stanza era illuminata da tre candele: una rosa, una gialla e una azzurra. Aveva cenato con il piccolo, e gli era balenato in mente un nome. Lo avrebbe chiamato, per ora, Alisso, come il fiore greco che incornicia i vasi e altri fiori.
Guardò il bambino che dormiva nel letto matrimoniale. Sembrava un piccolo angelo, o un folletto. Sorrise, ma notò subito qualcosa sul collo del piccolo. Senza far rumore, si avvicinò, scostò leggermente le lenzuola, e tra i capelli biondi vide una voglia a forma di tulipano. Sembrava proprio un tulipano — il fiore guida suo.
Si staccò dal piccolo, andò in cucina e bevve un sorso d’acqua. Alle sue spalle, una voce sottile:
"Signore, posso avere anche io un po’ d’acqua?"
Giampaolo sorrise, gliene versò in un bicchiere e rispose:
"Bevi, però dopo vai a letto. È notte, e fortunatamente domani è sabato. Possiamo dormire di più. Poi faremo colazione in centro, e quando torniamo mi racconterai di te… se ricordi, o meglio: quello che ricordi."
Il bambino bevve l’acqua, lo fissò con i suoi occhi blu e disse:
"Tu puoi sapere chi sono. Sai leggere anche dentro le persone."
Poi gli diede un abbraccio, tornò a letto, ma prima disse:
"La prossima volta accendi solo una candela Lilla chiara. Lo faceva qualcuno tempo fa per me… ma non ricordo chi."
"Va bene, bimbo. Lo farò. Vai ora."
Il piccolo era già di nuovo addormentato. Giampaolo pianse silenziosamente. Rivide se stesso da bambino, quando la nonna accendeva una candela che aveva un colore tra il rosa e l’iris: la candela Lilla.
Si domandò: "Chi è quella creatura?"
Poi si mise a letto accanto al bambino. Poco dopo, il piccolo si girò addormentato verso di lui. Giampaolo lo abbracciò delicatamente e sprofondò in un sonno blu.
✨Frase magica notturna:
(sussurrata da una voce che non ha corpo, ma profuma di cera e vento)
“Quando due cuori si riconoscono nel sonno, una stella si accende dove nessuno guarda.”
✨ Frase magica:
“Chi non sa dove andare, trova la strada nel cuore di chi lo accoglie.”
✨Chiusura del capitolo:
Mentre pedalavano verso la città, tra i lampioni che si accendevano come stelle basse, Giampaolo sentiva che qualcosa stava cambiando. Non era solo il vento tra i capelli del bambino, né il peso leggero sulla canna della bicicletta. Era la memoria di sé stesso che tornava a casa.
Il bambino non aveva nome. O forse lo aveva dimenticato. Ma quella notte, tra le mura silenziose dell’abitazione concessa, avrebbe dormito non come un ospite, ma come un figlio astrale.
E Giampaolo, il mago nascosto sotto la cravatta, avrebbe vegliato su di lui con occhi azzurro-grigi, e con una piuma invisibile tra le dita.
Giampaolo Daccò Scaglione


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