sabato 8 novembre 2025

"DAL MARCIAPIEDE AL CIELO E FINO AL MARE": 27° ARCOBALENO

ARCOBALENO

22 Luglio 2012, domenica sera

Il treno aveva appena lasciato Voghera quando, tra le colline poco distanti, apparve l’arcobaleno. Era appena passato un forte temporale che aveva rinfrescato l’aria, e quella magia della natura fece la sua apparizione.

Dai finestrini, molte persone si ritrovarono a guardarlo, ad ammirare quei colori vivi, fatti di piccole gocce d’acqua e vapore. Sembrava davvero una cosa strana, fiabesca, in questo mondo così disincantato.

Ricordai che, quando ero bimbo e abitavo in campagna dalla nonna, spesso si vedeva l’arcobaleno dopo un temporale estivo. Era la magia più bella della Natura.

Immaginavo che, alla fine di quelle strisce variegate, ci fosse un mondo fatato. Si accedeva saltando nei colori, e aldilà ti attendeva un mago vestito di blu che ti portava a visitarlo.

C’erano case costruite negli alberi e nelle colline, dove fate, folletti e altre creature magiche popolavano quella terra piena di fiori e laghetti di cristallo. Si pranzava con loro: dolci, leccornie, giochi con i bimbi di quel popolo incantato.

Quando si tornava a casa, dove ti aspettavano la mamma e la nonna, un folletto ti regalava una moneta d’oro con il tuo viso scolpito dentro. La pelle, per alcuni giorni, brillava di una luce strana, come seta ricoperta di polvere d’oro.

Ingenuamente chiedevo alla nonna quando ci saremmo andati a fare una visitina. Lei mi diceva che, non appena avesse avuto il permesso dal Mago Blu, ci saremmo andati. Ma prima dovevamo avere il consenso della mamma…

Quanti sogni e quanta ingenuità di bambino. Eppure, dentro di noi, il piacere che possa esistere un luogo del genere ogni tanto fa capolino. Si sogna di vivere in un mondo meno violento e più colorato, dove c’è davvero rispetto per tutte le creature viventi e nessun pregiudizio. Dove tutti possono aiutare gli altri senza chiederne compenso. Dove l’amore abbia davvero un senso.

Poi, risvegliandomi dai ricordi, il treno era già nei pressi della metropoli. Gli alti palazzi e le strade piene di auto e luci fecero sparire il ricordo e quella speranza.

Uscito dalla stazione, le vie della città, come enormi tentacoli di un ragno gigante, mi presero. E poco dopo tornai a casa mia, unico rifugio silenzioso in cui si possa ancora… fantasticare.

Dedica: “ARCOBALENO – 22 Luglio 2012”

A chi ha visto un arcobaleno dal finestrino di un treno, e ha sentito il cuore tornare bambino. A chi ha creduto nel Mago Blu, nelle monete d’oro con il proprio volto, nelle pelli che brillano di polvere di sogno.

A chi, come il sottoscritto, trasforma ogni ricordo in un giardino incantato, dove le fate e i folletti non sono fantasia, ma simboli di un mondo possibile.

A chi sogna ancora un luogo dove l’amore abbia davvero un senso, dove il rispetto non sia un’eccezione, dove aiutare non richieda compenso.

A chi, uscito dalla stazione, si sente preso dai tentacoli della città, ma sa che la casa è il rifugio dove si può ancora fantasticare.

Questo racconto è una lanterna per tutti i viaggiatori del cuore, una soglia tra il marciapiede e il cielo, tra il sogno e il ritorno.

Giampaolo Daccò Scaglione

 

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