S. Angelo Lodigiano, estate 1968.
Verde, rosso, giallo, blu, bianco e tanta luce dorata nel cielo..... Disteso sui prati che dominavano la riva dolce e scoscesa del fiume dietro la casa della nonna, guardavo le nuvole passare sopra la mia testa, quante forme strane e quanto splendore c'era lassù. Gli alti papaveri e verdi foglie mi sovrastavano, piccoli fiori bianchi e gialli spuntavano nell'erba verde e dall'altro lato del fiume distesi campi di grano biondo maturo sembravano un mare dorato e fermo nell'immensità.
Due libellule volavano libere nel vento mentre una farfalla dalle ali color del caffè si era posata su un fiordaliso blu davanti al mio naso, che meraviglia non mi sarei mai più alzato da li, un bambino sognatore che bastava poco per scatenare una fantasia infinita.
La voce della mamma mi risvegliò dai pensieri, mi chiese di finire il compito per la scuola mentre all'ombra di un albero, stava dando la pappa a mia sorella, guardai il quaderno a righe dalla copertina blu vicini e mi misi a pancia in giù prendendo in mano la penna e apertolo su una pagina bianca incominciai a scrivere.
Poco più in la un'amica di mamma e i suoi figli correvano per i prati, ridevano e gridavano divertiti finché lei si sedette vicino a noi e accarezzò mia sorella, la sua pappa era finita e mia madre la pose delicatamente sopra copertina di cotone spianata sull'erba e ben presto si addormentò all'ombra delle fronde. Finalmente finii "I pensieri sull'estate" uno dei tanti compiti che ci diede la maestra per tenerci in allenamento, quando non si trattava di matematica per me era una gioia poter mettere nero su bianco le mie fantasie.
Chiuso il quaderno mi sedetti vicino a Francesca che dormiva beata sulla coperta bianca a quadri delicati di color rosa pallido, la mamma mi porse tra le mani la merenda fatta di pane burro e marmellata ed un bicchiere di te freddo dal sapore di limone che divorai in breve tempo che buoni erano ma non vedevo l'ora di giocare.
E dopo i giochi, le corse, i canti e le storie raccontate con gli amici presenti, intanto il fiume scuro poco distante lentamente andava verso il mare, non si sentiva un rumore, solo le cicale che frinivano sotto il sole.
Così passavano i tardi pomeriggi estivi poco prima di partire per il mare, la vera vacanza per tutti noi, vissuti con spensieratezza ed allegria, colori e freschezza... Quante cose semplici rimaste immutate nei ricordi. Oggi ho visto dei campi rossi e verdi mentre ero sul treno in mezzo alla campagna, per un lunghissimo tratto mi hanno accompagnato nel viaggio, ed è stato come tornare a quel tempo. Non so perché ma davvero, mi hanno messo allegria.
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