lunedì 5 dicembre 2011

Fantastica Realtà 1: UNA SERATA MAGICA

Sera d'Agosto di tanti anni fa.

La luna piena quella tarda sera brillava sulle montagne delle mie vacanze. Non volli andare in discoteca con gli amici, pensavo di stare un po' da solo e decisi dopo la pizza, di passeggiare per le strade di quella cittadina turistica in mezzo alle alte montagne.
I miei erano andati a cena con amici in un paese vicino, solitario percorsi la strada che costeggiava il piccolo lago e mi ritrovai sulla diga, alcuni versi di uccelli notturni echeggiavano nei boschi vicini. Proseguii fino alla deserta piazzetta e mi sedetti sulle panchine.
Un brivido leggero corse sulla pelle quando sentii dei passi poco distanti da me. Una figura femminile si avvicinò piano e quando fu sotto la luce forte del lampione vidi una donna anziana sorridente con un gatto fra le braccia.
"Sta birba nera scappa sempre nelle ore più impensate" disse sedendosi a fianco fissandomi negli occhi.
La gentile signora era vestita di verde, capelli raccolti da uno chignon e sorrideva sempre. La salutai mentre il gattone nero con gli occhi dello stesso vestito della donna mi guardava serio.
"Che ci fa sto bel ragazzino dai capelli lunghi seduto da solo mentre gli altri sono a ballare vicino al lago?"
"Volevo guardare le stelle e stare un po da solo signora..." le risposi tranquillo.
"Bene, ottimo, eccellente..." disse seria "Un giovanotto che vuole stare solo e guardare le stelle è una cosa impensabile al giorno d'oggi" 
Ebbi il timore che mi parlasse dei suoi tempi in cui tutto sembrava andasse per il meglio. Continuo invece sorprendendomi.
"Uh stai tranquillo non ti parlerò dei tempi andati se questo temi. Ti confido un segreto... " si avvicinò mettendomi il gatto in braccio, mi inquietai leggermente, ma il gatto stava tranquillo sulle mie ginocchia "Ti ho visto dalla finestra arrivare dalla strada vicino al bosco e pensai che finalmente è arrivato, scambiandoti per... meglio che non te lo dica.."
In quell'istante cercai di non pensare che fosse pazza, mi avrebbe letto nel pensiero. Mi alzai in preda ad un'inquietudine, lei sorrise "Signora ora devo and.."
"Hai paura? Ti ho fatto paura?" era seria.
"No è che si sta facendo tardi e devo tornare in albergo, la saluto. Buonasera"
Feci per allontanarmi quando lei parlò leggera ma la sua voce sembrò una bomba alle mie orecchie.
"Ragazzo dagli occhi grigi di stregone, quella persona dai capelli neri che speri di vedere domani, partirà per due giorni e non la vedrai finché non sarà tornata domenica."
Mi girai di scatto come faceva saperlo?
"Come lo so?" rise "Io sono una strega di quelle buone intendo... forse"
Mi fece un cenno e mi risedetti vicino a lei. Mi guardò negli occhi e ripetè "Hai gli occhi grigio blu da stregone, come quelli di mio padre... Ora guarda quella casa bianca davanti a noi e dimmi chi, secondo te chi ci abitava tanti anni fa? Pensa col cuore ..."
Non so cosa pensai di preciso, so solo che un'immagine si fece strada nella mia mente, le dissi istintivamente "Un ragazzo dai capelli biondi che scalava le montagne ma ora non c'è più" 
Pensai ma che sto dicendo sono diventato matto come questa. Lei rise ma mi sembrava che i suoi occhi avessero perso la vivacità di prima e mi disse "Vai caro, vai...è tardi ti aspetteranno".
La lasciai, mi girai indietro prima di prendere la strada che porta all'albergo e lei era lì col gatto in braccio, mi fece un cenno di saluto.
Il giorno dopo la persona che avrei voluto vedere partì per due giorni, poi nel bar dell'albergo chiesi al proprietario se conosceva una signora strana vicino alla piazza caduti, disse si che la conosceva. Era una croata che aveva sposato uno di un paese vicino decine di anni prima. Si trasferì in questo paesi quando ebbe i tre figli, il secondogenito era guida alpina, che è morta anni fa cadendo da uno strapiombo. Mi spaventai. Continuò dicendo che era stato un bel ragazzo alto e biondo e abitavano nella casa davanti al monumento, una casa bianca. Scappai letteralmente dall'albergo agitato e mi sedetti sull'altalena in giardino, cercai di calmarmi. Voltando la testa verso la strada come d'istinto, la vidi passare a pochi metri, come se mi avesse visto col pensiero si girò e mi salutò.
Mia madre che nel frattempo era apparsa dalla porta che dal salone conduce nel giardino dove mi trovavo, vide quel saluto ed avvicinandosi mi chiese chi era quella signora. "Una strega" le dissi sorridendo, "Una strega ma di quelle buone" sorrisi a mia madre calmo, l'agitazione di prima era sparita. Lei ridendo mi diede una finta sberla sulla testa arruffandomi i capelli. "Sei sempre il solito fantasioso."
Già e se fosse vero? Se davvero quella donna era una buona strega?


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