“Ogni stazione è un confine, ogni treno un destino che passa. Le parole restano sospese, tra l’addio e l’attesa. Il treno porta via il volto, il mare custodisce l’eco. Ritornerai, almeno nel pensiero.”
RITORNERAI?
Sole caldo, nuvole bianche e leggere in quel cielo ceruleo luminoso, la risacca del mare si sente fino binari della stazione illuminati dal sole estivo.
Le palme ondeggiano al vento caldo mentre poche persone passeggiano sulla banchina tra vasi di oleandri aspettando l’arrivo di un treno che forse, portava amici o parenti in quella stupenda località di mare.
Lei e Lui vicini ma quasi da non toccarsi, sembrano due figure ferme in mezzo al movimento della vita, fermi, statici come due personaggi di un fumetto colorato a pastello ma con qualcosa di stonato nella scena, qualcosa di malinconico, qualcosa di triste.
- Ritornerai?
- Don’t know, io non saprei… Non te lo posso dire…
- Perché?
- Io…
- Tu?
- Ci essere tante cose che non tu no sapere, tante cose che fare male al cuore…
- Al tuo o al mio?
- Both… Entrambi… Maybe.
L’accento inglese, gli occhi blu dalle ciglia scure di lei con quei lunghi capelli che volteggiano al vento, scrutano l’orizzonte fino al mare, mentre l’altoparlante della stazione annuncia l’arrivo di un treno proveniente da Ventimiglia.
- Ritornerai?
- Vuoi una risposta a tutti i costi.
- Sì… Non posso stare qui ad aspettarti senza sapere se tornerai da me ancora.
Gli occhi azzurri del ragazzo denotano un segno di sofferenza. Sa benissimo che quelli di lei, non li avrebbe più rivisti, se lo sentiva nel profondo dell’anima. Certe cose il cuore e la mente le sanno già, prima ancora delle decisioni prese con ponderatezza.
Poi lo sguardo di lui penetra negli occhi di lei.
- Ho tre figli e…
- Una famiglia da mantenere e a cui vuoi bene. Lo fai per loro, non ami più… Una bella casa, un ottimo lavoro e la certezza di un futuro sereno, programm…
- Stop… Wait…
- Wait? Aspettare cosa? Che tu vada oltre? Oltre a cose che conosco già, trite e ritrite, che dicono tutte le persone sposate all’avventura o all’amante di turno?
- You, tu non sei un’amante o un’avventura per me!
- Ah no? E cosa sarei allora, dimmelo!
- Un amore che non potrò mai avere… Per tutta la vita.
L’uomo ride amaramente mentre un treno sfreccia poco più in là. I suoi capelli ricci e scuri ondeggiano al vento che porta via quella locomotiva, coprendogli il volto.
Non vuole credere agli occhi lucidi di lei, al suo dolore che ritene meno importante del suo. Ha tre figli, una famiglia in Inghilterra.
Era lì per riposo e convalescenza, un’anima sola che faceva i conti con una vita abitudinaria là e con questa, così breve e intensa, dove il mare e il sole erano la cornice.
Lui ha il cuore a pezzi.
- Non ritornerò mai più… Ho deciso così! Sorry.
Colpito al cuore, si gira di spalle per andarsene via, ma dopo pochi metri si ferma, voltandosi verso quella figura appoggiata al finestrino del vagone. Il vento caldo che proviene dalle montagne davanti al mare fa volare la sua camicia bianca di lino.
Si riavvicina lentamente al vagone, con le mani in tasca.
- Che ne sarà di noi?
- Non lo so… I could not tell you… Maybe we will come back to life forever, maybe with the guilty feelings…
- Io non ho sensi di colpa! Non ho nessuno che mi aspetta a casa, figli ed altro.
Abbassa la testa. Prende il suo volto tra le mani e bacia la fronte della donna. Di scatto si allontana subito. Sarebbe salito sul vagone, avrebbe passato tutto il tempo con lei accompagnandola fino all’aeroporto di Nizza. Ma non poteva permetterselo: un minimo di rispetto verso me stesso c’era ancora.
- Ritornerai… Nei miei pensieri per tanto tempo, lo sai?
- Sì, come ritornerai tu nei miei.
– Mi scriverai ogni tanto, per sapere come stai?
Silenzio. Il suo viso si rivolge verso il capotreno che, da uno sportello, fa segno ad un collega l’imminente partenza del treno.
- Lo farò, te lo giuro… I will, I will definitely write you. I will not tell you to swear, we never say this word.
- Ti amo.
Silenzio. Il fischio del capotreno e la chiusura delle porte fanno partire rumorosamente quel treno bianco e rosso verso Nizza. Il volto di lei fisso su di lui, sembra una statua di cera bellissima. Poi mente seguiva il treno che aumentava la velocità, il viso della donna fuori dal finestrino e le sue labbra stanno dicendo qualcosa che lui comprende subito con una fitta al cuore:
- I love you too.
Scompare subito dentro al vagone. Non ha voluto vederlo sparire lentamente da lontano. L’istinto di correre verso il treno, come in un melodramma ottocentesco, era salito nell’io più profondo dell’uomo.
Invece, con uno sforzo tremendo, si volta verso la stazione e camminando lentamente si ritrova fuori da quell’inferno caldo, da quell’addio bruciante, da quella stazione delle partenze.
Le lacrime gli scendono dal volto durante il tragitto fino all’albergo. Non vede gli oleandri accanto a lui, non vede il cielo azzurro sopra la sua testa, non vede il mare blu di fronte… Sente solo una parola nella mente, una parola inutile e senza risposta affermativa.
- Ritornerai?
“Ogni treno porta via un volto, ogni addio lascia un’eco. La domanda resta sospesa: Ritornerai?”
Giampaolo Daccò Scaglione








