Il Pupazzo sotto il Tavolo
Tanti bimbi ma soprattutto gli adulti che in modo bugiardo dicono di non aver paura di nulla, quando vanno a letto la sera prima di coricarsi, ci guardano sotto sperando di non trovare qualche mostro, il pagliaccio famoso di un libro oppure la suocera con i bigodini in testa.
C’è chi guarda negli armadi, chi apre il copri-water come se da dentro uscisse un pitone lungo trenta metri, chi chiude a chiave la cantina perché non si sa mai, lasciando dentro tutta la notte il nonno che era sceso per prendere una bottiglia di Bottarga.
Svegliandosi poi di notte per dei colpi alla porta dell'interrato, colpi creati dal nonno che imprecando figli e nipoti, i quali non trovandolo a letto scendono di corsa ad aprire la porta della cantina spesso schivando la manata del vegliardo con la bottiglia di Bottarga ormai piena a metà.
I bambini che ovviamente non hanno paura di nulla, vengo “istruiti” per bene dai genitori e nonni sul Babau, l’Uomo Nero, la Strega Cattiva con la saggina, la Zia del papà coi capelli rossi o il Pupazzo che rapisce chi non dorme prima delle nove di sera.
E così dicendo i bambini diventano paurosi come gli sciocchi adulti… Però tutti si dimenticano di guardare sotto i tavoli, sia della cucina che dei salotti, e si perché a volte è proprio sotto quelli che si trovano delle sorprese impensabili.
Come quella storia strana della Cecchina, una vicina di casa di alcuni miei parenti, che scambiandola per visionaria e vederla ridere da sola guardando per terra, i suoi la misero in un ospizio non sapendo che lei parlava con un pupazzo che viveva sotto il tavolo.
Non ci credete? Ma dai è vero! Sentite un po’ increduli e “san-tommasini” che se non ci mettete il naso o il dito… non credete pur vedendo (a volte):
C’era una volta in casa della vecchia Cecchina, un dolce e simpatico pupazzo di pezza chiamato Sotto, che viveva sotto un tavolo di legno antico, in una cucina dove si cantava anche se stonati, poi più stonata della vecchina c’era solo Topo Gigio e forse pure Paperino.
Sotto non parlava, cioè a volte tentava di farlo ma con scarsi risultati. Così rideva. Rideva piano, con il pancino che tremava, ogni volta che qualcuno in casa diceva una frase buffa, o faceva un errore che nessuno voleva vedere ne sentire.
Ma si sganasciava dalle risate perché nessuno oltre alla Cecchina lo vedeva, tutti si affannavano a guardare sotto il tavolo e pur avendo gli occhi puntati su quelli di lui, non vedevano nulla.
Sotto era un po’ preoccupato per Cecchina, visto che figli e nipoti la consideravano un po’ matta, e pensavano di portarla via in chissà quale posto, ma era così buona con lui che non avrebbe mai voluto capitasse ciò.
Sotto aveva un occhio cucito male, una toppa a forma di cuore, e un filo rosso che gli usciva dalla schiena come una coda di pensiero, solo Cecchina un giorno gli cucì ai piedi degli stivaletti di pizzo lilla che lo fece ridere per tre giorni e un paio d'ore di una notte.
Smise per delle proteste ascoltate da sotto il pavimento e capì che il grillo, le formiche e lo scarafaggio del piano di sotto, cioè il seminterrato sotto il pavimento di legno tarlato non riuscivano a dormire e si arrabbiavano pure schiamazzandogli contro.
“Che avevano da fare non si sa! Stavo solo ridendo piano” pensava Sotto, guardandoli mentre lo spiavano dai buchi tarlati con occhi socchiusi.
Nessuno lo vedeva lo si sa questo, ma molti lo sentivano o percepivano qualcosa sotto il tavolo soprattutto i nipotini di Cecchina, così quando qualcuno si sedeva al tavolo e diceva:
“Non valgo niente.” - "Non sono bravo a scuola." - "Non mi hanno comprato la bambola che mi piaceva.", Sotto faceva un piccolo rumore: “Pffrrr!” E il cucchiaio vicino a quel qualcuno tremava un po’, facendolo sobbalzare dalla sedia per lo spavento.
Quando qualcun altro piangeva nel brodo, Sotto si avvicinava piano, e con la sua zampetta di pezza, accarezzava il piede del tavolo, come a dire:
“Io ti vedo. Anche se tu non vedi me. Ricordati: non si piange sul brodo versato nel piatto. Si mangia.” è anche vero che forse non era il brodo e forse si piangeva sul latte, ma poco importava a lui.
Sotto sensibile come tutti quelli che hanno un cuore di pezza cucito, aveva un segreto ben nascosto mai svelato neanche a Cecchina.
Il suo segreto era questo: Sotto era stato cucito da una bambina che non parlava, una bambina che comunicava solo con i piedi danzando ovviamente su musiche stonate.
E ogni punto del pupazzo era un messaggio, una parola non detta, una carezza cucita per tutti quelli che riuscivano a “sentirlo” , il cuore cucito era per accorgersi di lei e dell'amore che donava senza una parola.
Rito finale per il lettore:
Siediti sotto un tavolo. Chiudi gli occhi. Immagina un pupazzo che ti guarda e ride. Scrivi una frase buffa che ti consola. E cucila, anche solo con la mente, sulla toppa del tuo cuore, vedrai che bell’effetto ti farà.
Giampaolo Daccò Scaglione

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