sabato 20 dicembre 2025

GIORNI LONTANI


 GIORNI LONTANI

Per sempre nei miei ricordi, dedicato ai miei dad John and uncle Allen:

“Sul pontile del tempo, due amici ridono ancora, mentre l’onda diventa memoria.”

Un sole luminoso e giallastro scalda le spiagge di quel luogo verde e tranquillo del nord Europa, un sole che raramente è così benefico e caldo come oggi. 

Un vento tiepido proveniente da sud, sembra dare vita ed energia a quel posto di mare, regalando in quell’inizio d’estate luce e colori.

Un’estate che sempre non si può definire una stagione lì, quando c’è dura poche settimane prima di lasciare posto a giornate grigie e umide, uguali al colore del mare di quel periodo un po’ triste.

 Ma oggi il mare è di un verde smeraldo, increspato di onde bianche grazie al quel vento propizio che ha fatto riempire le spiagge quasi selvagge di quel posto.

 Qualcuno aveva fatto mettere dai gestori del lido cabine sdraio fatte di legno dove ci si poteva sedere su asciugamani colorati con la schiena riparata dal vento.

 Molte persone di ogni età erano sedute o distese sulla sabbia. Chi in pantaloncini e maglietta, chi in costume da bagno e qualche signora con prendisole vivaci, poco avvezze a spogliarsi nonostante la temperatura.

 Tanti sono i bambini che giocano con la sabbia creando castelli di sabbia o correndo con aquiloni colorati che grazie a quell’aria volavano in alto come gabbiani tinteggiati d’arcobaleno.

Due uomini anziani sembrano divertirsi gesticolando all’inizio del molo di legno bianco, sollevato di qualche metro che si estende verso il mare, dove altri individui passeggiavano godendosi la luce del sole ed assaporare il profumo di salsedine:

  • John! Ti ricordi quella corsa sul pontile del faro, mentre l’onda gigantesca ci inseguiva? -
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  • Sì, io ricordo benissimo di essere rimasto senza fiato quando arrivammo sulla terra vicino al chiostro delle bibite. Ero fradicio, ma non ricordo se fosse sudore o colpa degli schizzi delle onde del mare. -
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  • Spiritoso… Era sicuramente l’età non più verde caro mr. Harper e se proprio vuoi che ti addolcisca la pillola, diciamo che era un misto di entrambe le cose. A me piaceva sentire il salmastro sulle labbra, il profumo dell’oceano che sembrava infinito. -
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  • Caro Allen ci sono ancora l’uno e l’altro ancora, non li senti? -
  • Sì, ma ora il mare è verde-blu e calmo, con qualche onda non proprio forte come quella che ci fece scappare, questo mi dà un altro tipo di sensazione… perché ridi? -
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  • Perché lo guardiamo con occhi da vecchi fratello mio. -
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  • Vecchio sarai tu, John. -
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  • In due facciamo centosessant’anni, Allen… Torneresti indietro? -
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  • Mai. Mi piacciono i ricordi. Tornerei solo se potessi rinascere, non rivivere i miei decenni, questo te lo assicuro. Vorrei una vita diversa, e tu lo sai. -
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Allen e John erano amici fin dall’infanzia, le loro case erano confinanti, la diversità tra loro fu che John proveniva da una famiglia di mentalità aperta, stravagante, in piena salute e che fecero studiare lui e la sorella nei migliori collegi inglesi. Diventando poi nel corso degli anni personaggi noti nella società inglese.

 Allen invece nacque in una famiglia benestante di religiosi puritani già avanti con gli anni, la madre fin da piccola viveva con seri problemi di salute e forse per questo il biondo Allen era nato con una malformazione che non gli permise mai di vivere come tutti gli altri.

 Suo padre, un Vescovo anglicano dal carattere implacabile come la spada di Damocle, lo mise fin da piccolo in vari collegi di lusso gestiti da sacerdoti severi, trattato sempre con cura ed affetto da dottori, infermieri, insegnanti ma soprattutto dai suoi tutori alternatisi nel corso degli anni.

 Visse da allora fino ad oggi in piena salute mentale e fisica, su una carrozzina a rotelle che non gli vietò di studiare ogni materia e negli ultimi anni, tecnologie moderne grazie anche al suo carattere curioso ottimista ed allegro nonostante le avversità.

Infatti negli ultimi anni e se la cavava benissimo al computer, tant’è che con l’unico braccio che poteva usare, riusciva a battere anche un ragazzino nei games di ogni tipo.

 L’amicizia tra John e Allen, nonostante le vite diverse, non venne mai a meno ed Allen convinse il suo fraterno amico a padroneggiare per anni e divertirsi con giochi di role play con i loro computer come fossero ragazzini fuori di testa.

  • Lo so, amico mio. Le nostre lune sono tante. Chissà se un giorno torneremo qui, o su un altro pianeta. -
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  • Il solito esoterico figlio dei fiori, su quale pianeta poi?… Ma John, guarda quella vela laggiù… Sembra quella che Giampaolo mise a "Karuvium - il nostro regno” quando giocavamo su Second Life! Ah, che sciocchezza ho detto! -
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  • Non era sciocchezza Allen! Per noi era vero, era un luogo dove eravamo liberi di essere ciò che volevamo, per finta ovvio, ma era stato divertente. A proposito Giampaolo e Stuart mi hanno scritto una settimana fa, stanno bene. -
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  • Salutameli. Scrivi loro che lo zio Allen li pensa sempre, anche se ormai sono coetaneo di Matusalemme. -
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  • Cambio discorso, o affogo nei ricordi amico mio. Dico solo, prima che me ne dimentichi che Giampaolo ora vive in riva al mare nel centro Italia come sognava ricordi? E così anche Stuart però sull’ Isola di Whight! -
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  • Stuart aspetta per caso il ritorno della seconda parte del concerto del 1969? Ahahah. John stranamente anche noi viviamo vicini al mare, e quei due giovincelli li avevi sempre trattati come figli non solo nel gioco ma anche nella realtà quando li avevamo conosciuti di persona.
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  • Ah si, che belle giornate sono state, sai che Giampaolo l’ho sempre considerato davvero come un figlio. Avevamo tante cose in comune a partire dall’Astronomia, Stuart invece era più… più… -
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  • Più British John? -
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  • Ahaha si si Allen, Stuart più che British era ed è molto Yorkshire e tu sei sempre troppo forte con le battute. Ma guarda l’ora, per te è il momento di rientrare purtroppo.
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  • Grazie per essere venuto a prendermi, John, questa giornata è stata meravigliosa. Non so quante lune ci restano come dici tu, ma è sempre bello ritrovarsi. Credo di vedere Thomas sulla strada con l’auto che mi aspetta per tornare all’istituto. -
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  • Hai ragione, fratello mio ma… Facciamolo aspettare cinque minuti ancora, che ne dici di una corsa sul pontile, come allora? -
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  • Una corsa? Sei troppo vecchio! -
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  • Allora camminerò veloce con te. -
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  • Ok, amico mio. Pronti… via. -

John si porge dietro all’amico, afferra la carrozzina di Alle e insieme avanzano veloci un po’ traballanti verso il pontile, verso l’odore del mare, verso il profumo di salsedine, verso i ricordi lontani.

E il mare li accoglie ancora una volta, come se il tempo non fosse mai passato.

Dedicato a John ed Allen che ora corrono da lassù:

“Il mare ha accolto la memoria, il pontile ha custodito la corsa. Due amici hanno riso ancora, e la pagina si è chiusa nella luce.”

Giampaolo Daccò Scaglione

 

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