Susina, la Contessa della Teiera
C’era una volta una contessa di nome Susina, che viveva dentro una teiera di porcellana screziata, nascosta tra le foglie di un giardino che nessuno ricordava più.
Nessuno faceva caso a quell’oggetto perché, fortunatamente i nuovi proprietari della villa col giardino non lo falciavano mai.
Essi passavano le loro giornate a fare viaggi in posti di mare, mentre i servi invece di lavorare in assenza dei padroni se la passavano alla grande con bellissime feste nei saloni.
E poi chi avrebbe notato quella teiera antica con la porcellana rovinata nascosta in un cespuglio lontano? Al massimo l’avrebbero buttata. Che orrore sarebbe stato per la contessina.
Susina parlava solo in proverbi perché fu allevata da una nutrice che di nascosto era un fata madrina come quella di una conoscente di Susina, una certa Cenny il cui nome vero era Cenerentola Nonsocosa.
Quindi nonostante mai visti da nessun umano, gli abitanti del giardino che nessuno ricordava più, parlassero normalmente, la capivano bene, e ogni mattina lei si svegliava con il vapore, leggendo il futuro nelle bolle dell’infuso a loro.
“Chi tardi arriva… si scotta l’anima!”
“Chi piange nel tè… trova la luna nel fondo!”
“Chi è in ritardo… mangerà biscotti appassiti!”
“Chi osserverà il sole…le mosche berranno tutto!”
E via dicendo, Susina pensava che ogni suo proverbio fosse come un insegnamento profondo semmai l’avessero ascoltato chi ha dimenticato quel giardino.
Durante il giorno, Susina usciva dalla teiera e raccoglieva fiori rosa e violette, toglieva loro i petali con gesti lenti e rituali, e preparava infusi per donne sole.
Faceva trovare gli infusi in sacchetti di seta davanti alla porta d’entrata o sui davanzali delle finestre della loro casa oppure nel cesto della posta.
Così con sorpresa dopo aver bevuto quel nettare profumato le donne sole ritrovavano il sorriso, la memoria, e a volte anche il coraggio di cantare seppur stonate.
Ma nessuno sapeva il suo segreto: Susina aveva dieci figli, sparsi in una fattoria lontana, ognuno con il nome di una spezia:
Zenzero, Cannella, Pepe, Zafferano, Anice, Noce, Paprika, Salvia, Coriandolo e Vaniglia.
I quali a loro volta quando passavano dalla mamma Susina, le donavano i loro profumi da aggiungere ai tè preparati dalla contessa dicendole come un proverbio: “Chi li usa…trova l’amore nel cuore!”
Susina felice di quei suoi figli così profumati, nella teiera di porcellana screziata preparava i suoi infusi pieni di sapori e di cuori.
Così ogni notte, quando la teiera fumava piano con i regali dei figli, Susina sussurrava i loro nomi nel vapore, e il vento li portava fino alla fattoria, come una ninna nanna invisibile.
I suoi figli venivano accarezzati dalle note speziate ed i loro sogni erano come le favole raccontate dalle nonne ai nipotini al lume di una candela.
Rito finale per il lettore
Prendi una tazza. Scrivi un proverbio che ti consola. Scegli una spezia che ti rappresenta. E sussurrala nel vapore, come farebbe Susina, e troverai quello che desideri di più.
Giampaolo Daccò Scaglione

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