La Notte di Beltane
“Nel fuoco danzano le memorie, nella luna si specchia la profezia.
Chi legge questa soglia, entra nel tempo che ritorna.
Io sono Azheyl, figlio del falò e della pietra azzurra.
Questa è la notte che non muore, questa è la voce che risveglia.”
Il Fuoco della Profezia
Fuoco, tanto fuoco… Un grande falò brillava nella notte, e sopra di lui una luna piena rossa, magica, strana. Tante persone nude, con il corpo dipinto di rosso, correvano in ogni direzione; altre danzavano in cerchio attorno al fuoco.
All’interno vedevo quattro coppie nude che simulavano amplessi davanti alle fiamme: due formate da uomo e donna, le altre da due fanciulle e da due giovani druidi. Intorno, anziani druidi vestiti di bianco cantavano inni intensi, accompagnati dal coro di giovani fanciulle coperte da veli azzurri trasparenti, con le braccia rivolte al cielo.
Una stella cometa attraversò la volta celeste, e una nota unica, vibrante, salì verso l’alto: una nota nata da tutte le voci. All’improvviso, il silenzio. Solo rulli di tamburi, pelli di renna. Al centro, vicino al grande falò, apparvero loro: il Re e la Regina di Beltane.
Due ragazzi completamente nudi: lui con il capo cinto di corna di cervo, lei con una corona di fiori e lunghi capelli neri sciolti fino alla vita. Guardavo quei corpi bellissimi mentre la torcia che avevo in mano illuminava il mio corpo, coperto solo da un gonnellino rosso, segno d’iniziazione al druidismo.
La mia voce si unì alle altre, le altre al coro delle fanciulle, e loro stesse a quello dei grandi druidi posti vicino ai monoliti. Tutto sembrava vibrare a quel suono ancestrale.
Il Re e la Regina si adagiarono a terra e iniziarono il loro primo e vero amplesso: un atto sacro per la Madre Terra, che oltre alla vergine regina, verrà fecondata per la nascita di un nuovo principe o principessa dei fuochi di Beltane.
L’energia forte della terra salì nei corpi dei presenti. La frenesia si impadronì delle menti e delle anime, e tutto fu caos. I corpi dei danzatori e delle fanciulle si unirono, come si unirono quelli dei giovani druidi con le sacerdotesse. Fu un tripudio di sensi.
I druidi anziani continuavano a cantare melodiosi inni verso la Luna, mentre i fuochi brillavano sempre di più sulla Madre Terra, illuminando quelle figure distese, sensuali ed erotiche.
La celeste madre del cielo volgeva il suo cammino verso ovest, e un chiarore leggero stava per irradiarsi ad est. Odori di incensi bruciati e di fumo colpirono le mie narici. Aprii gli occhi: accanto a me, un volto di fanciulla e uno di giovane druido, abbracciati al mio corpo.
Anche questa volta la Regina di Beltane ha avuto il suo sacrificio d’amore. Staccai prima le braccia del ragazzo dal mio petto, poi quelle di lei dal torso, e mi alzai. Coprii i miei fianchi con la tela rossa del mio gonnellino e osservai tutti quei corpi addormentati attorno al falò ormai spento, il cui fumo azzurro saliva a confondersi col cielo sempre più chiaro.
Mi avvicinai a un monolito, quando una mano calda si posò sulla mia spalla destra: — “As-hay Sulemon-Avrah?”
Due occhi blu mi fissarono con ironia. Era il mio maestro: un uomo imponente, dalla barba quasi azzurra per il candore. — “Hksah-Balaj,” risposi con un inchino della testa.
Mi abbracciò, poi mi condusse verso le rocce che sovrastavano il mare. L’aria si era fatta più fresca, mentre sentivo le mie guance in fiamme per la notte passata.
— “Un giorno tutto questo finirà, lo sai vero Azheyl?” disse serio, guardando l’orizzonte. Annuii in silenzio.
— “Presto un nuovo re, una nuova religione e nuovi adepti intolleranti faranno scomparire per molto tempo tutto questo…” Si voltò verso di me, mi fece un segno sulla fronte con le dita, e un calore pervase il mio corpo. Un’energia magica entrò nelle mie membra.
— “È la tua nuova dote, Azrael… Tienila nascosta fino a quando ti servirà. Ora prendi questo…” Mi mise in mano un oggetto azzurro e lo chiuse tra le mie dita. — “Ricorda: quando accadrà questa profezia, usalo come aiuto. Ti salverà insieme alla tua tribù.”
Si voltò verso il mare. — “Questo nuovo re porterà l’odio dai suoi seguaci, e per noi non ci sarà scampo. Se… se in una delle prossime vite riuscirai a ricordare tutto questo, vorrà dire che la nostra Madre e Dea Terra si sta risvegliando. E presto un altro cambiamento avverrà.”
Mi inchinai e baciai la sua mano destra, mentre con l’altra mi fece un segno sul capo, tra i miei capelli lunghi e biondi.
D’improvviso mi svegliai. Il sole faceva capolino tra le persiane, dopo quella notte magica del primo maggio: la prima notte di Beltane.
Istintivamente mi alzai, mentre il mio amore dormiva ancora. Con un gesto leggero le accarezzai i capelli. Poi mi voltai verso il comodino, aprii un cassetto, e le mie mani presero un sacchetto di velluto blu.
Lo aprii. Un piccolo oggetto azzurro uscì tra le mie dita. Lo portai al petto, stringendolo. Una strana sensazione mi avvolse: come se avessi già vissuto tutto questo, in un tempo lontano.
Una lettera era incisa nell’azzurro di quella piccola pietra: A. Fantasia o realtà? Nessuno, se non io, lo saprà mai.
Dal Fuoco al Tor
“Dal falò di Beltane nasce la luce, dalla pietra azzurra scende la memoria.
Il canto del Maestro si posa sul Tor, la Bruma custodisce ciò che il fuoco ha rivelato.
Così la pietra della Profezia si unisce alla pietra della Terra.
Così il rito del Fuoco entra nel mandala delle quattro soglie.”
Giampaolo Daccò Scaglione



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