mercoledì 10 dicembre 2025

FIABE PER CHI CANTA ANCHE SE STONATO: La Lanterna che Ride

La Lanterna che Ride

Beh non è che se ne vedono molte in giro ultimamente di lanterne intendo, se non in Giappone e Cina o qualche paese del sud Asia, tutte belle rosse, gialle e verdi che illuminano viali di fiori e case, beh dipende dalla casa... ehm.

Nonna ne aveva qualcuna ad olio e lo zio Peppino pure e qualche loro vicino si sprecava in fiabe e storie legate alle lanterne magiche o di carta.

Eppure la signora Lucerna, una donnona dalle guanciotte paffute e grande cuoca del paese di Gruviere, dove nessuno aveva finestre quadrate ma solo rotonde come le porte e gli abbaini. Di lanterne ne aveva ben ottocento tutte rotonde come lo era il paese e le case.

Non che fossero di moda ma i falegnami del luogo ne erano talmente fissati che anche i formaggiai, i conciatori di pelle ed i sarti lavoravano su cose rotonde, dicevano “E’ una tradizione che ha duecento anni da quando è nata la città di Gruviere.”

Fondata dal signor Lacciarino Tondo che aveva inventato lanterne per vedere per terra su stradine isolate che un giorno con i figli decise di fondare la Città chiamandola Gruviere che vuol dire (Buche Rotonde).

Si vabbè che poi gli Svizzeri si appropriano dell'idea ed inventarono il formaggio con quel nome ma la realtà (realta???) fu questa.

Secoli dopo l’ultimo erede del signor Lacciarino si chiamava Fiammiferino, no non sono un poeta anche se vi ringrazio per la rima appropriata, loro si chiamavano proprio così va a sapere il perché.

L’ometto era detto Fiammy colpa o grazie ad una sua ammiratrice inglese che si chiamava Candelore conosciuta dove non ricordo, Fiammy faceva un mestiere strano accendeva le lanterne e le lampade ad olio, ma solo quelle che ridevano.

Le altre: le tristi, le serie, le rompiscatole, le pettegole ma anche le "tuttelucentisiamobellesolonoi", proprio non le guardava neanche. 

Così un giorno capitò che una bella lanterna che rideva di una casa vicino al ponticello del torrente Scorritanto poco fuori Gruviere, aveva il vizio di farlo tantissimo, rideva sempre e forse un po’ troppo e fuori luogo, tant'è che chi passava di là si lamentava in paese con tutti.

Essa rideva di tutto: delle formiche che inciampavano, dei calzini spaiati, dello scoiattolo derubato della ghianda da un topolino, delle mutande rosa stese al sole, del cavallo del mugnaio che si era tinto la criniera a righe, del signor Nonsoboh professore di latino, e pure dei sogni che si dimenticano al mattino.

Ma ogni volta che rideva… si spegneva.

“Ah ah ah-puff!” “Ih ih ih-puff!” “Eh eh eh-puff!” “Oh oh oh-puff!”

Così doveva chiamare il suo amico: il Signor Fiammiferino, che pur essendo tanto carino era un tipo magro, elegante, con il cappello rosso e la voce da tenore, a volte anche da baritono (così diceva lui).

Il Signor Fiammiferino arrivava, si inchinava, e con un piccolo “fzzzz!” la riaccendeva, raccomandandole di piangere ogni tanto così non si sarebbe spenta.

Ma un giorno, il Fiammy per gli amici e per le lanterne ridenti,  ma Signor Fiammiferino per tutti gli altri andò in pensione. quando fu da lei per salutarla disse:

“Cara Lanterna, ho acceso sogni per tutta la vita, ho una certa età, il cappello rosso ora sta diventando azzurro, il mio corpo di legno si è un po’ seccato, in tutti i sensi. Ora voglio spegnermi anch’io, con dignità e una tisana alla cannella.”

La Lanterna, disperata, rischiava di finire in soffitta. Ma non si arrese. Convocò il bambino che abitava nella casa, quello che aveva paura del buio ma rideva sempre come lei ed ovviamente cantava anche se stonato, e gli propose un contratto speciale:

“Io ti illumino sempre, e forse riuscirò a farti diventare intonato pur essendo un’impresa ardua, ma tu firmi con me la compagnia elettrica dei bambini coraggiosi: ”La TASNP ovvero T’Accendo Se Non Piangi.”

Il bambino rise, rise e rise ma accettò la proposta. Firmò il contratto con una matita blu. E da quel giorno, la Lanterna che ride rimase accesa per sempre. 

Gratis. 

Anche quando cercava di essere seria, ma non si seppe mai se fosse riuscita a far diventare intonato il bambino che nel frattempo era diventato sindaco di Gruviere.

Rito finale per il lettore:

Disegna una lanterna. Scrivici dentro una risata che ti spegne. Poi accendila con una frase buffa, e firma il tuo contratto con la compagnia “T’accendo se non piangi”.

Giampaolo Daccò Scaglione

Nessun commento:

Posta un commento