La Pietra Azzurra - Mare e Infanzia
Estate 1965 – Riviera Ligure di Levante
Ero un bambino di cinque anni, vivace e curioso, sempre pronto a fare domande a volte “scomode” per l’età, ma vivere in una famiglia matriarcale con donne di grande spessore, spesso con risposte intelligenti, veniva soddisfatta la mia curiosità.
Mi piaceva sia a casa che all’asilo disegnare paesaggi di mare, occhi azzurri e gabbiani, senza sapere che un giorno avrei amato le stelle, era un istinto naturale ed ero anche molto bravo.
L’estate di quell’anno, mamma con zia decisero di passare un mese di vacanze in una bellissima e rinomata località della riviera di levante in Liguria, avevamo bisogno dell’aria di mare, da piccolo soffrivo di bronchiti.
La vacanza passava lentamente tra colazioni profumate, giochi insieme a nuovi amichetti con la sabbia bagnata e si creavano castelli che nella nostra immaginazione erano da fiaba.
Dentro di me però, e lo ricordo molto bene, continuavo a guardare le onde del mare a riva, sembrava che qualcosa mi attirasse, se lo dicevo a zia lei rispondeva che avevo molta fantasia, se lo dicevo a mamma, sorrideva, mi accarezzava la testa dicendo che probabilmente avrei trovato un tesoro appena sotto le onde.
Lei era una mamma dolce e per me “magica.”
Quel giorno particolare arrivò, correndo verso le onde e guardando sotto la superficie azzurra, trovai una pietra romboidale, azzurra e trasparente, che brillava come se fosse stata lasciata da una sirena.
Era davvero tutto molto strano perché quando aprivo la mano e sul palmo c’era lei, quella pietra dalla forma strana, di un azzurro quasi trasparente, la mano sembrava avere un formicolio, come se un’energia si sprigionasse da essa.
Mi sembrava di vivere in una favola, il mare azzurro, il sole luminoso che faceva luccicare la pietra dal colore dei miei occhi, un aria calda che ti faceva stare bene.
Corsi felice verso gli ombrelloni dove c’erano mamma e zia, mostrando loro la pietra.
Mamma guardandola sorrise: “Paolo, oggi era il tuo giorno, la pietra magica ti aspettava. Hai visto che avevo ragione? Hai trovato un tesoro nell’acqua, il tuo tesoro e tienilo sempre con te.”, lei sapeva sempre come farmi felice e tenermi calmo dai miei entusiasmi spesso troppo euforici.
Quella notte la misi sotto il cuscino e sognai un uomo biondo che teneva in mano altre pietre colorate. Nel suo riflesso vidi me stesso, bambino, con la mia pietra. Mi disse: “Tienila, un giorno la unirai alle altre.”
Quel sogno che per il momento sembrava strano, lo capii col tempo, ma spesso il tempo o il destino cambia le regole.
La pietra si perse anni dopo, ma il sogno rimase: segno che quella pietra non era solo un gioco, ma un messaggio dal futuro, penso sempre di ritrovarla anche se le speranze sono ormai finite.
Ma se la magia esiste, forse lei tornerà da me in maniera inaspettata.
“Il bambino trova, l’uomo custodisce. La pietra scompare, la memoria resta.”
Atlante delle Quattro Pietre
"Grimorio di pietre, sogni e memorie"
"A chi ha ricevuto una pietra e non l’ha dimenticata. A chi ha rifiutato una pietra e l’ha custodita nel cuore.
A tutte le anime che hanno attraversato il mare, il fuoco, la terra e il cielo.
Chi apre questo tomo, apre una porta sul cosmo. Chi legge queste pietre, riceve un dono. Chi trascrive, custodisce. Chi sogna, ricorda.”
Giampaolo Daccò Scaglione


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